È professore ordinario di Corporate Finance e Corporate & Investment Banking presso l’Università Parthenope di Napoli. Ha insegnato e/o insegna presso l’Università Bocconi (1976-1992) e la New York University e la Oklahoma University quale Visiting Professor. Docente Senior presso SDA-Bocconi, collabora con diverse società di formazione da oltre 38 anni.
Le sue aree di specializzazione sono gli scenari finanziari, l’intermediazione del risparmio individuale e collettivo, la previdenza complementare, l’organizzazione e la gestione del personale nelle banche, la applicazione dei principi contabili IAS-IFRS nelle banche, il private equity ed il private banking, le funzioni di antiriciclaggio e compliance nelle banche.
Consulente di banche centrali e authorities nazionali ed internazionali ed amministratore di intermediari finanziari. È autore di numerose pubblicazioni, giornalista pubblicista, direttore e membro di Comitati Scientifici di riviste specializzate con ISSN. Responsabile Scientifico del Centro Studi Banca Europa e dell’Istituto di Alti Studi Strategici e Politici.
Il debito pubblico è alla soglia dei tremila miliardi. Il fabbisogno di fine anno potrebbe arrivare a un'altra cifra record: 125 miliardi. Un sentiero stretto per il governo Meloni. Gli autori analizzano la situazione alla luce di quanto è accaduto con i governi precedenti. E suggeriscono una griglia di allerta, delle "spie" che possono dirci quando stiamo entrando in una zona rossa per i nostri conti
Le compagnie assicurative hanno allargato la gamma dei prodotti, strutturando sempre più le polizze con l’apporto di soluzioni finanziarie, nel risparmio e nel credito, non sempre chiare al cliente finale. Ecco come l'IVASS è intervenuta nel corso del 2024 per regolamentare il settore. Con quali risultati?
Il nuovo Regolamento dell’Unione europea sui servizi di pagamento stabilisce, in via generale, che tutti i fornitori devono permettere alla propria clientela di effettuare bonifici istantanei con le stesse modalità e gli stessi costi previsti per i bonifici tradizionali. Ecco come funziona in dettaglio e quali sono gli aspetti critici
Istituiti nel 1983, i fondi comuni si sono sviluppati fino a raggiungere, oggi, un patrimonio gestito pari al 120 per cento del Pil. Il bilancio è positivo: nel complesso, l’industria dei fondi ha contribuito all’efficienza e alla stabilità dei mercati dove opera
Il rischio, se si confermassero le capacità anticipative dei mercati e la debolezza dei risultati attesi dell’economia reale, è quello di una concreta difficoltà dei gestori, mal posizionati nella qualità e nei prezzi di carico di molti titoli, nel recuperare redditività nel corso del 2024
Il tema delle retrocessioni ai consulenti finanziari è stato affrontato nell’ambito del processo di modifica della direttiva MiFID nella sua futura terza versione. La bozza iniziale ne prevedeva l’abolizione, ma l'ipotesi non ha retto alle contestazioni. Ecco alcune riflessioni, con un occhio alla difesa del cliente
Il trend discendente dell'inflazione. I profitti delle imprese che potrebbero assorbire il prevedibile e legittimo tentativo di aggancio dei salari all’aumento dei prezzi, senza innescare la temuta spirale. Ora siamo in territorio restrittivo (sopra il psicologico 4%) ed ulteriori rialzi “rischiano di provocare danni ingiustificati all’economia”. Una critica ragionata alla politica monetaria
La finanza sostenibile è il tema che, a livello regolatorio, terrà maggiormente banco in Europa nei prossimi mesi. Ecco che cosa prevedono la Mifid II, la SFRD e la CSRD e con quali scadenze temporali
Azioni, titoli di Stato, liquidità, Certificates, Etf... Come valutare i cambiamenti nei portafogli degli investitori e a quali rischi prestare attenzione
Considerazioni non convenzionali sulle decisioni in merito alla Silicon Valley Bank, il Credit Suisse, le mosse della Deutsche Bank. Le opportunità per i fondi pensione e i rischi per i sottoscrittori più fragili. E il ruolo della Bce
La proposta comunitaria sulla distribuzione dei servizi finanziari, attualmente in discussione, porterebbe all'abolizione degli incentivi per la vendita dei prodotti alla clientela retail. Ma conviene al modello italiano di intermediazione del risparmio? Analisi del mercato com'è ora e come potrebbe diventare, con un'analisi comparata dei costi per paese e per patrimonio posseduto
Il ritorno dell'inflazione e le difficoltà sia delle autorità monetarie che delle politiche economiche, portano a ipotizzare che circa un terzo del corrente secolo possa risultare perduto rispetto alle attese che coinvolgono oltre 8 miliardi di soggetti costretti a ripartirsi risorse materiali e finanziarie ridotte...
Attraverso una serie di ricostruzioni grafiche, gli autori rivelano le fragilità intrinseche del nostro sistema bancario. Oggi in condizioni di recupero rispetto ai problemi sorti in precedenza, ma in sostanza un settore malato. Curato con medicine forti, che ne minano la salute futura qualora dovessero sorgere ulteriori difficoltà
Tecnicamente il mercato è entrato in una fase "orso", anche se con caratteristiche non riscontrabili nel passato. L'orientamento è al ribasso, e sarebbe il momento migliore per chi vuole vendere. Eppure è proprio l'incertezza generale a sostenere un certo equilibrio
Una guida razionale - non dei consigli per gli investimenti - per far navigare i propri risparmi nella situazione attuale. Distinguendo tra classi di risparmiatori, proteggendo quelli più deboli e controllando i rischi di chi può esporsi in virtù della dimensione della propria ricchezza, la continuità dei redditi non consumati e la capacità nell’astrarsi dal vincolo dei tempi di attesa dei risultati
La situazione è pericolosamente fluida, il che non è fattore positivo, ritardando ogni decisione. Ma non vanno trascurate opportunità nei settori non tradizionali, in un’ottica di corporate e investment banking, terreno più scoperto nella realtà dell’intermediazione finanziaria italiana
Il settore della distribuzione dei servizi finanziari ha vissuto negli ultimi anni una serie di cambiamenti, sia in termini regolamentari che di assetto proprietario attraverso una stagione di operazioni M&A. Ecco come è composto il quadro attuale e quali possono essere le prossime evoluzioni
Le banche minori erano oltre cento quarant'anni fa, ora sono una sessantina. Analisi del loro modello di business e della possibilità di restare sul mercato
La lettura del PNRR rivela due aspetti critici: mancano interventi sul lato dei costi e delle spese del bilancio pubblico; c'è scarsa attenzione sui possibili rischi che le banche commerciali correranno al termine delle moratorie e delle garanzie statali introdotte con la pandemia. In previsione di possibili futuri oneri per le finanze pubbliche, ecco un consiglio sulle prossime emissioni
Gli investimenti in criptovalute e il fenomeno GameStop hanno molto in comune: la tendenza degli investitori, insoddisfatti degli asset tradizionali, a rifugiarsi in un’area non sensibile alle incertezze dell’economia reale, delle scelte politico-sociali e delle condizioni oligopolistiche del mercato finanziario consolidato. Una partita virtuale in un mercato senza regole e senza arbitri ufficiali. E molto pericoloso
Il Copasir analizza nella sua Relazione la presenza di investitori stranieri nelle nostre banche e assicurazioni e ne valuta la rischiosità per gli interessi nazionali. Ma non fa i giusti distinguo e sottovaluta una serie di aspetti
Il volume dei depositi bancari è pari al livello del Pil. E presto lo supereranno a causa del calo di quest'ultimo. Cinque anni fa il PIL era il doppio dei depositi: un'analisi e una spiegazione del fenomeno
Il “calendar provisioning”, cioè le disposizioni della BCE sulle coperture dei crediti deteriorati, determinerà la riduzione dei patrimoni di vigilanza, anche al di sotto dei parametri minimi. E impedirà azioni più “libere” nella concessione dei crediti in futuro. Una riflessione sugli effetti delle norme regolamentari e sull'opportunità di rivederle
I mercati espongono giornalmente i dati rappresentativi della miglior economia, mentre i dati macroeconomici comprendono i valori di tutti gli operatori, spesso influenzati dall’andamento di aziende di grandi dimensioni, ma che si trovano in difficoltà
Se si considerasse l’operazione in sé, senza ulteriori sviluppi, il risultato finale, con una redditività inadeguata, non sarebbe vantaggioso. Ma offre maggiore forza contrattuale verso i nuovi player e nei nuovi segmenti. E indubbiamente la mappa del potere bancario risulterà modificata
I PIR si avviano a vivere la loro terza incarnazione, che per le sue caratteristiche si presenta come la più riuscita. Ecco il loro nuovo identikit e quali opportunità offrono a risparmiatori e operatori. Ma anche quali limiti possono incontrare
Gli interventi previsti potrebbero non essere sufficienti. Perché restano irrisolti due temi fondamentali: la disponibilità di nuove risorse liquide immediate per imprese che vedranno una ripresa dei propri incassi solo a crisi terminata, e la necessità di sospendere o rivedere la normativa sulla crisi d’impresa appena entrata in vigore. In cui molte aziende finirebbero per ricadere.
Nel comparto economico-finanziario, si sono perse due settimane. La prima, quella in cui, a fronte delle mosse della FED, la BCE non si è mossa. La seconda, quando il primo messaggio della Lagarde ha spiazzato intermediari, operatori e cittadini dell’Unione. Un lasso di tempo troppo lungo, che peserà sul risultato conseguibile. E che allargherà gli effetti quantitativi complessivi
Le banche hanno sviluppato un ruolo di doppia intermediazione: negano prestiti diretti alle imprese, e li deviano verso intermediari che trasformano le disponibilità acquisite in partecipazioni al capitale delle imprese. Si crea così una distorsione che penalizza le imprese il cui controllo deve accettare le regole di governance della finanza d’impresa
Quello degli intermediari finanziari si presenta come un mondo liquido e mobile, con tempi rapidissimi di cambiamento, episodi di forte crescita, ma anche di rapida esclusione dal mercato. Si ripropone insomma lo stesso scenario che si è riscontrato nel settore dell’innovazione tecnologica, dalla telefonia ai computer. Analisi di quali saranno i tre fronti più competitivi e le aree di attività futura
All'inizio di novembre 2018 si contano 80 Pir, e della quota raccolta circa 20 miliardi sono indirizzati a 250 Pmi italiane. Una grande quantità di flussi riversato su un numero molto limitato di imprese dalla capitalizzazione non elevata quale totale, ma soprattutto contenuta per molte specifiche società. Vi è il rischio di una “bolla” pericolosa, già vissuta e ben ricordata da molti, nel periodo 1985-86, al momento della introduzione dei Fondi Comuni di Investimento in Italia. Mentre l'enorme bacino delle Pmi non quotate resta fuori da questo flusso.
La quota dei fondi esteri nelle società quotate italiane risulta in sensibile aumento. L'afflusso di capitali è senza dubbio positivo. Ma l'ingresso massiccio degli investitori istituzionali d'oltre confine apre nuovi problemi di governance.
L’operazione “tassi bassi” voluta dalle authority europee potrebbe essere una concreta opportunità per l’Italia. Ma occorre fare in fretta o gli investitori, soprattutto nazionali, migreranno verso altre mete.
I vertici della Bce hanno fatto capire che si va verso il taglio del tasso di interesse sui depositi delle banche al di sotto dello zero. I benefici non sono sicuri ma in questo clima di incertezza la banca centrale è convinta che quest’arma non convenzionale vada usata. Anche se poi gli operatori reagiranno...