Il settore attribuisce all'Embedded insurance - l'assicurazione integrata - la funzione di una panacea, che potrebbe valere entro il 2030 premi per 300-900 miliardi. Ma il momento del boom è per ora rinviato. Aspettando che il cambiamento dei processi e degli stili di vita trasformi il potenziale in realtà
A volte ritornano, o si confermano. È il caso di dirlo parlando di Embedded Insurance, tema che si è confermato caldo nel mondo assicurativo anche nel 2023, visto che continua a essere considerata la panacea del futuro del settore.
Considerando che i ritmi di vita in costante crescita ci espongono a rischi ricorrenti in ogni momento della giornata, è ipotizzabile che il mercato di questi servizi di protezione – per “Embedded Insurance“ si intende l’assicurazione incorporata o integrata – sia in procinto di esplodere.
Sarà presto possibile assicurare ogni aspetto e momento della nostra vita, abbandonando i timori di perdere o veder danneggiati i beni più utili e comuni. La fiducia verso il fenomeno mette in secondo piano tutti i comprensibili dubbi che insorgono quando si parla di qualcosa di nuovo. L’opinione degli esperti è che l’Embedded sia, potenzialmente, la soluzione capace di riscrivere i paradigmi dell’Assicurazione.
Lo scorso luglio il tema è stato oggetto di una lectio1, tenuta all’Università di Malta, in cui sono state esposte 11 “pennellate“ sul tema. Tesi con cui si è cercato di sviscerare l’id quod plerumque accidit sul fenomeno, basate certo su un’esperienza maturata sul campo, ma anche con costante studio pratico e teorico della relativa panoramica globale.
Con l’obiettivo di offrire un colpo d’occhio su queste tesi, mirando ad essere più diretti possibili, ci sembra adeguato partire dal quadro generale di contesto.
Ad un anno dall’ultimo aggiornamento in questo spazio, l’Embedded non ha – come prevedibile – ancora visto accadere il trigger event capace di farlo esplodere su larga scala, ma tutti restiamo in attesa di un boom che potrebbe verificarsi. La disponibilità del cliente a valutare prodotti sempre più su misura per le proprie esigenze contribuisce a far percepire come prossimo il decollo di un business che mette lo stesso al centro del percorso di copertura.
Operatori e utenti sembrano “flirtare” in un continuo gioco di concessioni e ritrosie, restando ancora sospesi nella ricerca del modello perfetto che soddisfi tutte le parti in causa. Quando si arriverà al giusto bilanciamento del rapporto assicurativo non è dato sapere, ma le stime dei principali esperti sul tema dell’Embedded Insurance restano più che ottimistiche nel prevedere risultati concreti e rilevanti entro pochi anni.
Guardando all’orizzonte fissato nel 2030, voci autorevoli (come McKinsey, Simon Torrance ed altri) propendono per premi tra 300 e 900 mld, corrispondenti ad una forbice compresa tra il 10 e il 25% dell’intero mercato assicurativo mondiale. Numeri che, ad oggi, dal nostro punto di vista, restano piuttosto aleatori e su cui la massima cautela sembra essere l’atteggiamento migliore.
Tuttavia, abbiamo davanti un potenziale mercato certamente non trascurabile, soprattutto per un business che si presenta come innovativo, anche se non scevro di legami col passato. Le similitudini col bundling tradizionale fanno infatti intendere che sarà possibile ipotizzare un mercato con protagonisti già presenti, in qualche modo “riadattati“, anziché sostituiti da altri completamente nuovi.
Ciò che, invece, renderà unico il servizio offerto dall’Embedded Insurance sarà la sua natura tecnologica. I pilastri che sostengono fermamente il nuovo modello sono digitalizzazione e platformization, leve sempre più vicine alla conclusione della loro fase di progettazione, che mirano, con potenza ed efficacia, a flettersi sui blocchi di partenza da qui a poco. Sarà di nuovo il tempo e l’esperienza a dire se, dopo lo sparo del via, basteranno pochi secondi di gara all’Embedded per cingersi il capo d’alloro come modello assicurativo vincente, oppure se servirà una maratona che si protragga per un lungo periodo.
Lo scenario sarà guidato proprio dai numeri, o dai dati per meglio dire, che, in base al loro spessore e alla loro qualità, potranno elevare il business fino a far scendere in campo anche player non assicurativi, come le big tech. Chiaramente servirà una fase due per coinvolgere attori che poco o nulla hanno a che vedere con il settore assicurativo, una fase in cui saranno già sotto gli occhi di tutti i risultati ottenuti da coloro che hanno avuto il coraggio di lanciarsi per primi nell’ignoto. “Only the brave“, quei coraggiosi che potrebbero essere le compagnie specializzate, agili, snelle e propense ai cambiamenti repentini, cui verrebbe assegnato il ruolo di guida verso un paradigma diverso del fare Assicurazione.
Difficilmente il processo di crescita e sviluppo del mondo-Embedded sarà esente da ostacoli e rallentamenti, come accade sempre, almeno in principio, quando una novità si presenta come possibile fattore di ribaltamento dell’ordine costituito. Per esempio, sono attuali sin da ora nella comunità assicurativa interrogativi riguardo le normative che dovranno regolare il mercato dell’Embedded Insurance, e quelli sulla killer application del fenomeno.
Coloro che dubitano sulla fluidità di applicazione del modello sembrano farlo per uno scetticismo di fondo, dato che la natura pro-utenza dell’Embedded renderà i relativi processi e prodotti non certo osteggiati dagli organi di vigilanza e supervisione. A risultare comprensibili, invece, sono i dubbi circa l’asso nella manica che dovrebbe permettere all’Embedded di sparigliare tutte le carte sul tavolo. Chi affida piena fiducia alla customer journey prova a mettere in risalto la centralità del cliente, ma ci sono altri elementi di un certo peso che vanno tenuti da conto, e tengono la partita aperta. Molte realtà, per esempio, devono ancora allineare i propri strumenti alle tecnologie emergenti, così come cambiare marcia sull’organizzazione logistica e sulle strategie aziendali.
Se dal lato teorico, dunque, molto sembra essere ormai definito, manca in parecchie circostanze quel cambio di passo che renderebbe la pianificazione da ricettiva a operativa. La politica del lasciare che le cose facciano il loro corso, premiante in passato, viene ripercorsa con moderata serenità. Tuttavia, il cambiamento dei processi e degli stili di vita potrebbe rendere anacronistici i canoni storici, anche strategici, sin qui seguiti dal mondo assicurativo. Un mondo che, per evitare di restare attardato rispetto alle nuove dinamiche economiche, vede necessaria, anzi vitale, una conseguente evoluzione.
Cosa accadrà con esattezza, e in che tempi, è impossibile dirlo, ma si respira aria di positiva attesa, come se nulla possa impedire all’Embedded di giungere a dettare legge nel mondo dell’Assicurazione, un po’ come al sole di sorgere. D’altronde, per il potenziale che presenta, si fa fatica a non guardare con fiducia incrollabile al futuro di questo business model simbolo del progresso tecnico-concettuale della nostra epoca.
1 Andrea Battista, Escaping from myth: eleven statements around Embedded Insurance, Università di Malta, 18 luglio 2023