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Che cosa fa ritardare il PNRR

Un percorso a ostacoli tra efficienza della Pubblica Amministrazione, fabbisogno finanziario degli Enti Locali, eccessiva burocratizzazione può minare l'attuazione del PNRR? Ecco le criticità risolte e che cosa si potrebbe ancora fare

Riccardo Gabrielli e Giorgio Piccinini
Gabrielli
Piccinini

L’Italia con la predisposizione del PNRR ha potuto accedere alle risorse del Next Generation EU volte a stimolare la crescita economica europea dopo la contrazione del PIL dovuta alla pandemia COVID-19.

Gli interventi del PNRR, tuttavia, richiedono un importante coinvolgimento della Pubblica Amministrazione che, in qualità di soggetto “attuatore”, si adopera per l’avvio dello specifico progetto del Piano, che verrà poi realizzato dai soggetti “realizzatori” (ad esempio imprese individuate tramite procedure di appalti pubblici). Cfr l’articolo su Economia Italiana.

I diversi soggetti coinvolti nell’attuazione del PNRR operano in un sistema di governance complesso che attribuisce competenze e responsabilità alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; altrettanto complesso risulta il sistema di rendicontazione sullo stato del Piano che richiede report periodici per singolo progetto ed è funzionale alla verifica semestrale della Commissione Europea sul raggiungimento degli obiettivi del Piano.

L’attuazione del PNRR ha accumulato diversi ritardi dovuti a fattori sia endogeni (e.g.  difficoltà gestionali della Pubblica Amministrazione per il reperimento del personale specializzato), sia esogeni (e.g. guerra in Ucraina con conseguente disequilibri nella domanda e nell’offerta su specifici beni ed inflazione crescente).

Per risolvere quantomeno le criticità legate a fattori endogeni si dovrebbe procedere tentando di: i) incrementare l’efficienza della Pubblica Amministrazione; ii) evitare situazioni di crisi di fabbisogno finanziario per i soggetti attuatori del Piano; iii) alleggerire l’iter burocratico per la realizzazione dello specifico progetto.

La scarsa efficienza della Pubblica Amministrazione può essere ricondotta sia all’assenza strutturale di personale specializzato nei campi del PNRR causata dal lento turnover dei dipendenti pubblici negli ultimi decenni, sia all’assenza di competenze specialistiche nelle amministrazioni periferiche che in molti casi sono gli enti coinvolti per l’attuazione dei singoli progetti del Piano. La mancanza di competenze tecniche sulle materie ad alto contenuto specialistico del PNRR potrebbe essere compensata garantendo agli Enti Locali forme di assistenza tecnica e amministrativa, ovvero incentivando forme di associazione tra più Enti locali o comuni di piccole dimensioni.

Con riguardo, invece, alla gestione del fabbisogno finanziario degli enti attuatori, si dovrebbe cercare di evitare situazioni in cui gli enti attuatori siano chiamati a sostenere costi prima dell’ottenimento delle relative risorse economiche a copertura; proprio tale situazione si è venuta a creare, infatti, quando l’art. 2 del DM 11 ottobre 2021 consentiva a determinate condizioni un anticipo per l’ente attuatore pari al 10% del valore del progetto, mentre le imprese appaltatrici potevano richiedere un anticipo di risorse fino al 30% dei fondi stanziati dalla stazione appaltante ai sensi dell’art. 125 del Nuovo Codice degli Appalti. Tale situazione – che determinava per molti soggetti attuatori l’impossibilità di attuare i progetti del Piano – è stata poi risolta dalla Ragioneria Generale che ha allineato l’erogazione degli anticipi di cassa dei fondi PNRR con la previsione del Codice degli Appalti evitando crisi di liquidità per i soggetti attuatori del Piano.

Da ultimo, ben noti sono i problemi in tema di eccessiva onerosità dell’iter autorizzativo dei progetti.  Per far fronte a tale problema sono stati attuati interventi di semplificazione funzionali a uno snellimento burocratico.

Tra le novità, è stato emanato il D.lgs. 36/2023 (Nuovo Codice Appalti) che permetterà di velocizzare le procedure di affidamento e sono state introdotte, inoltre, semplificazioni in materia di digitalizzazione dei servizi delle amministrazioni pubbliche.

In linea generale, i ritardi del Piano sono sicuramente riconducibili a talune criticità degli operatori coinvolti nell’attuazione e nella realizzazione del Piano (alcune delle quali appena esposte), ma sono anche fisiologicamente riconducibili alla modalità di attuazione in sé del Piano, che richiede complesse procedure di interazione pubblico-privato (e.g. complesse procedure di appalto; iter autorizzativi; etc.).

Si ritiene che una velocizzazione strutturale dell’attuazione del Piano potrebbe essere raggiunta – oltre che eliminando le criticità strutturali di cui si è dato conto – anche incrementando il ricorso al credito d’imposta che consentirebbe agli operatori economici di realizzare i progetti ritenuti meritori, non gravando sull’apparato della Pubblica Amministrazione che potrebbe limitarsi a controlli ex post.