Fabio Colavecchi
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Laureato in Giurisprudenza alla Luiss Guido Carli, ha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura Generale dello Stato a conclusione della quale ha ottenuto l’abilitazione per l’esercizio dell’attività forense.

Attualmente presta la propria attività lavorativa presso la Commissione Nazionale per la Società e la Borsa con la qualifica di Funzionario.

Successivamente alla laurea ha realizzato alcune pubblicazioni ed ha concluso un Master di Secondo Livello in “Regolazione dell’attività e dei mercati finanziari” presso la Luiss Guido Carli.

Ha pubblicato su FCHub:

Regolazione

La Camera di Conciliazione ed Arbitrato, quale meccanismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie di natura facilitativo-consensuale e ad adesione libera, è stata introdotta per ripristinare la fiducia degli investitori, prospettando loro la possibilità di risolvere eventuali controversie senza dover necessariamente fronteggiare i costi e la tempistica di un’azione giudiziaria. Detto Organismo, pur essendo stato sottoposto a numerose riforme, non è riuscito a soddisfare appieno le aspettative che ne avevano accompagnato l’istituzione. Di conseguenza, il legislatore ne sta disponendo la sostituzione con un organismo di natura decisoria e ad adesione obbligatoria. Tale intervento è stato posto in essere senza attendere la stesura della normativa di recepimento della Direttiva MiFID 2 al fine di assicurare quanto prima un servizio di risoluzione stragiudiziale gratuito per gli investitori. Per rispondere a tale ultima esigenza, è stato attuato un intervento disorganico che, pur avendo permesso di anticipare una riforma che l’esperienza aveva mostrato essere necessaria, non esaurisce il novero degli interventi legislativi che dovranno essere adottati. È di tutta evidenza, infatti, la necessità di adottare ulteriori disposizioni normative ove si consideri l’opportunità di ricondurre tutte le disposizioni introdotte all’interno di un unico plesso normativo che potrebbe essere il d.lgs. n. 58/1998 al cui interno ancora rimane in vigore l’art. 32 – ter una delle norme a fondamento della Camera ormai soppressa.