Eliana Viviano
Eliana-Viviano

I suoi saggi sono stati pubblicati su riviste nazionali e internazionali quali, tra le quali Journal of the European Economics Association, Economic Journal, Journal of the Royal Statistical Society, Economic Policy.

Ha pubblicato su FCHub:

Politica Economica

A tre anni di distanza dal varo del Jobs Act (JA) cerchiamo di riassumere alcune valutazioni su questa riforma, forse la principale del governo Renzi, che tenta di portare a compimento alcuni degli interventi effettuati a partire dalla legge Fornero n. 92/2012 (governo Monti) fino al decreto Poletti del 2014, lungo tre direttrici:

  • contrastare il dualismo tra contratti permanenti e temporanei, snellendo e razionalizzando il ricorso ai secondi (anche contrastando il ricorso a collaborazioni e spesso finte “partite iva”) e riducendo i timori delle imprese circa le conseguenze dei licenziamenti dei lavoratori a tempo indeterminato;
  • rendere universale e quindi più equo il sistema degli ammortizzatori sociali, contrastandone i possibili effetti distorsivi sull’offerta di lavoro con un rafforzamento delle politiche attive (tradizionalmente pressoché assenti in Italia);
  • spostare l’asse della contrattazione salariale collettiva verso il livello aziendale o comunque locale, sì da accrescerne l’adattabilità a fronte delle mutevoli e variegate situazioni esistenti sul territorio.

Tali indirizzi avrebbero dovuto completare e complementare le riforme, di liberalizzazione ma solo al margine, attuate nel quindicennio precedente (in primis il cd pacchetto Treu, del 1997, e la cd riforma Biagi, del 2003). Queste, pur non prive di benefici, avevano infatti accresciuto il dualismo tra occupati permanenti e temporanei, acuito la carenza di ammortizzatori per i secondi in caso di perdita d’un posto di lavoro e le criticità discendenti dalla storica assenza di politiche attive del lavoro.