La nuova Direttiva e le disarmonie dei diritti europei

1. Il diritto del mercato finanziario è (e aspira a essere) sempre più diritto uniforme, in ciò assecondando la “naturale” vocazione all’uniformità dell’oggetto della sua disciplina. L’obiettivo di creare un mercato unico europeo ha ispirato la legislazione di settore già con l’emanazione delle direttive degli anni ’90 del secolo scorso (ISD), nel contesto della “armonizzazione essenziale” […]

Ius poenitendi, il dibattito non si placa

La recente sentenza della Corte di Cassazione, 3 aprile 2014, n. 7776 ha formato oggetto delle osservazioni critiche di Paolo Luccarelli e di Marco Tofanelli, i quali hanno evidenziato la “confusione” e la “incertezza” che la pronuncia in esame è destinata a creare, nei rapporti fra intermediari e investitori, nonché i “costi” per gli intermediari. In realtà, la sentenza della n. 7776/2014 non è, di per sé, per nulla innovativa e “sorprendente”, limitandosi a ribadire – pur se con qualche importante puntualizzazione – quanto già affermato dalle Sezioni Unite, nella sentenza 3 giugno 2013, n. 13905, con la quale è stato composto il contrasto, sorto nella giurisprudenza di merito e di legittimità, in merito all’ambito di applicazione del diritto di recesso (“ius poenitendi”) nell’offerta fuori sede, di cui all’art. 30, commi 6 e 7 Tuf, con particolare riferimento alla fattispecie di acquisto di strumenti finanziari, nel contesto della prestazione del servizio di negoziazione per conto proprio (art. 1, co. 5, lett. a, Tuf). La situazione di incertezza, dunque, era venuta meno, a seguito del pronunciamento, a Sezioni Unite, dell’ “organo supremo di giustizia”, che assicura, tra l’altro, “l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge” e “l’unità del diritto oggettivo nazionale” (artt. 65 l. ord. giud. e 374 c.p.c.). […]