SCENARI / COSA DICE LA BRI
Tutti i rischi della Pandexit

La Bri, la banca delle banche centrali, prende posizioni forti: spara a zero contro le criptovalute e disegna scenari preoccupati sulle possibilità per l'economia di uscire subito dalla crisi della pandemia

Paola Pilati

La Bri, la banca dei regolamenti internazionali, detta la banca delle banche centrali, ha deciso di scendere in campo per prendere, su una serie di temi scottanti, delle posizioni molto nette come nessuna banca centrale è abituata a fare di solito.

Il primo fronte è quello delle criptovalute. Dopo un rapporto del Comitato di Basilea che si è detto preoccupato dal fatto che le banche stiano accrescendo la loro esposizione su questi asset – sopratutto i bitcoin -, cosa che può aumentare la fragilità del sistema bancario nel suo insieme se non appropriatamente regolata, per esempio con requisiti di capitale più stringenti, la Bis ha rincarato la dose affermando che le monete digitali contrastano l’interesse collettivo, e che possono mettere in pericolo il settore finanziario e il sistema dei pagamenti. Che offrono spazi per attività criminali e che sono solo strumenti di speculazione finanziaria.

Una dichiarazione di guerra che mobilita tutte le banche centrali, e le sollecita a sviluppare in fretta le proprie valute digitali (CBDC), le uniche a garantire trasparenza e liquidabilità e votate ad aumentare l’inclusione finanziaria e abbattere il costo dei pagamenti.

La Bis ha anche acceso un faro sul Big Tech e le sue ambizioni di entrare nel mercato dei pagamenti. E anche qui senza mandarle a dire. L’accesso ai dati dei clienti può consentire loro di conquistare una posizione dominante, ha affermato, che può a sua volta condurli ad imporre costi sempre più alti, certamente superiori a quelli correntemente applicati dalle carte di credito e di debito.

Aspetto chiarito esplicitamente da Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce, in una intervista al “Financial times”: “con l’ingresso delle banche centrali nei settore dei pagamenti digitali la privacy degli utilizzatori sarà protetta perché non si tratta di soggetti privati né di soggetti che hanno interesse a conservare e monetizzare i dati personali degli utenti“, ha detto.

Già due terzi della banche centrlai di tutto il mondo stanno facendo esperimenti per costruire una propria CBDC. Tra queste anche la Bce, la quale, ha assicurato Panetta, sta facendo dei test per tenere separate l’identità delle persone dai dettagli sui propri pagamenti. Anzi, i pagamenti di cifre sotto i cento euro potrebbero anche avvenire off line, usando soltanto la linea Bluetooth degli apparecchi.

Ma anche su un altro fronte la Bis ha dimostrato di non avere peli sulla lingua. Nel suo rapporto annuale, appena presentato, si chiede dove può andare la “pandexit”, cioè l’uscita dell’economia globale dallo shock della pandemia. E in contrasto con il clima di entusiasmo indotto dall’approvazione del Recovery plan e con l’ottimismo sulle campagne di vaccinazione (ultimamente piuttosto in frenata, a dire il vero), la Bis traccia uno scenario pieno di incertezze. Segnalando che ci sono tre fattori chiave da cui dipende il futuro: l’impatto degli stimoli fiscali, soprattutto quello del governo Biden; l’evoluzione dei consumi, finora in forte ripresa; l’entità delle difficoltà delle aziende a restituire i prestiti ricevuti, e quindi delle potenziali insolvenze.

In base a queste considerazioni, la Bis disegna tre possibili scenari. Uno centrale, che interpreta il consensus sulle previsioni, uno in cui l’inflazione aumenta, accompagnata da una stretta sui mercati finanziari, una terza in cui l’economia invece di riprendersi, frena e si ferma.

Naturalmente non è il primo scenario a preoccupare, ma il secondo, in cui l’inflazione potrebbe mostrarsi più insidiosa. È vero che per ora l’aumento dell’inflazione registrato non preoccupa e sembra temporaneo, tuttavia chi partecipa al mercato finanziario potrebbe perdere la freddezza e reagire in maniera da provocare una nuova fiammata inflazionistica. Altrettanto potrebbe capitare sul fronte dei tassi, inducendo alcuni operatori a sentirsi in pericolo e a uscire in anticipo dalle proprie posizioni. Una reazione disastrosa ma possibile dopo la lunga cavalcata dei mercati. Infine, si chiede la Bis, siamo proprio sicuri della tenuta degli intermediari finanziari non bancari, dopo il segnale d’allarme lanciato dal fallimento della Archegos?

C’è poi il terzo scenario, quello in cui l’economia si ritrova di nuovo in panne a causa di una ripresa dell’epidemia. Forse il peggiore degli scenari, perché sarebbe contrassegnato da una ondata di fallimenti aziendali, o comunque di importanti perdite. E sarebbero le banche a doverle assorbire. Come molte di loro già temono di dover fare, visto che hanno messo in cascina parte del fieno accumulato nel 2020. Questa volta non vogliono essere colte di sorpresa come fu durante la Grande crisi. In tutti i casi, ai protagonisti della politica economica, i governi, i regolatori e le banche, toccherà camminare su un terreno minato che richiederà molta prudenza per non fare passi falsi.