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PRETESTI
Quello che l'Europa dovrebbe ricordare a Trump

Il ruolo cuscinetto tra gli Usa e l'Urss dopo la seconda Guerra Mondiale. L'assorbimento della valuta americana che ha permesso agli Usa di vivere sopra le proprie possibilità. L'indisponibilità americana a condividere molti suoi armamenti... Questi e altri buoni argomenti che l'Europa può opporre all'accusa di Trump di essere il continente creato per "fottere" gli Usa. E che dovrebbe utilizzare nella guerra dei dazi

Oliviero Pesce
Olivero-Pesce

                                  

Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore

e i cui pastori sono guide cattive                       

Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi

 i cui saggi sono messi a tacere

                                        Lawrence Ferlinghetti

Il brusco allontanamento dell’America del Trump 2 dall’Europa, è basato, a suo dire, su due fattori centrali: il fatto che per anni saremmo stati difesi dagli USA e dalle sue spese militari, comportandoci come «portoghesi» (free riders); che l’Unione europea sarebbe stata creata «per fotterli [gli Stati Uniti]» (to screw them).

Si è discusso (sino a ieri) se Trump fosse combattuto tra il suo asserito «pacifismo» – che si sarebbe dovuto concretizzare, secondo i MAGA à la Bannon – in un deciso isolazionismo (l’America agli americani; dove per America si intende, oltre agli Stati Uniti, tutta l’America Latina, il Canada, l’europea Groenlandia; e per americani si intendono gli statunitensi, magari solo quelli trumpiani); oppure fosse il protagonista di Make America Great Again, a lottare con l’intero resto del mondo per raggiungere questo scopo.

I primi mesi della sua presidenza sembrano aver dimostrato che Trump è interessato solo a Make Trump Great (and richer), un narcisistico comandante in capo scarsamente interessato, viste le sue decisioni, al futuro di un’America in crisi, ma a quello proprio e dei suoi (e dei Trump-coins di famiglia). Al punto di diventare junior partner di Netanyahu in Iran e di Putin in Ucraina, allontanandosi da Europa, NATO e Zelensky, mentre attacca l’Iran, che di guerre ne ha fatte assai meno di Israele. Complice di due tra i maggiori assassini del secolo XXI, Netanyahu e Putin.

Le sue ambizioni includono (in patria) un governo personale degli USA privo dei checks and balances che li hanno caratterizzati sino a ieri (gli Stati dell’Unione, le Camere, l’amministrazione, la Banca centrale, la stampa e la magistratura indipendente – dalle quali cerca persino di escludere chi non la pensa come lui -); all’estero, il fare strame del diritto internazionale, bombardando, ma pretendendo che gli USA (innocenti delle sue decisioni personali?) non sono entrati in guerra: stesso atteggiamento della Russia di Putin. Putin invade un paese «fratello», Trump pre-empts.

Ciò rende l’Europa – che allo stato di diritto ancora crede e che pensa ancora che pacta sunt servanda (nel Regno Unito: my world is my bond)- un alleato troppo scomodo. Da ciò le minacce di dazi sempre maggiori, e le dichiarazioni secondo cui «gli europei non stanno proponendo un accordo equo; per lungo tempo si sono approfittati di noi: o troviamo un’intesa equa oppure pagheranno qualsiasi somma gli diremo di pagare».

Dittatore non solo in patria, ma anche nel resto del mondo, i cui paesi non sembrano più sovrani. Senza trascurare il fatto che i tentativi negoziali europei vengono considerati «interferenze», data la nostra irrilevanza. Dobbiamo lasciar fare a un «manovratore» legibus solutus, che afferma (bugiardo) di non sapere quel che farà il giorno dopo mentre lo sta preparando. «Vorrei e non vorrei …». E che vorrebbe il Premio Nobel per la Pace. Intanto noi, grandi mediatori, facciamo qualche telefonata e «auspichiamo».

Ma se in tale contesto le dichiarazioni trumpiane, «si giustificano», per così dire, è abbastanza sconcertante che politici e politologi europei, inclusi gli italiani, non le confutino. Esaminiamole entrambe.

L’Europa (la CEE), alla fine della Seconda guerra mondiale, non venne creata «per approfittarsi degli Stati Uniti» né tanto meno «to screw them». Venne creata, con un saggio e decisivo sostegno degli Stati Uniti (l’ECA, il Piano Marshall, la NATO), per evitare una terza guerra mondiale tra Francia e Germania, e per interporre in Europa un robusto insieme di paesi democratici tra Stati Uniti – ben diversi da quelli attuali – e l’Unione Sovietica con le sue colonie interne (tutto ciò che non era Russia) ed estere (l’Europa orientale, più volte invasa dai «fratelli» sovietici).                      

E anche per inserire l’Europa occidentale nell’area del dollaro, con il conseguente «vantaggio esorbitante» che ha permesso per decenni agli Stati Uniti di mantenere un persistente disavanzo commerciale senza subire un deprezzamento della valuta; ovvero di vivere al di sopra dei propri mezzi, ricevendo beni reali in cambio di carta, dal 1971 neppure convertibile in oro, con l’abbandono da parte di Nixon del sistema di Bretton Woods. Forse per lungo tempo sono stati gli Stati Uniti ad «approfittarsi di noi». E forse quel vantaggio lo stanno per perdere.

Ma veniamo al punto che, quanto alla difesa, saremmo stati protetti «gratis». Se si guarda semplicemente al fatto che l’Europa ha speso per la difesa poco e male – anche nell’ambito della NATO -la tesi ha una sua apparente plausibilità: e ciò ci ha lasciati imbelli e indifesi, come ci stiamo tristemente rendendo conto, senza però agire adeguatamente, a livello dell’Ue. Ma ciò non ha certamente danneggiato l’America, anche se nessuno cerca di dimostrarlo.

Assumiamoci le nostre responsabilità e lamentiamo la nostra insipienza, ma non certo nell’ottica di Mister Trump. Non siamo parassiti. Ricordiamo alcuni fatti.

• È stata l’America a imporre alla Germania e al Giappone una Costituzione che per decenni ha impedito loro di armarsi. Free riders (sconfitti) per forza. Ma ha permesso la riunificazione della Germania. JFK poteva dire: «Ich bin ein Berliner».

• Gli USA hanno sistemi di intelligence, sorveglianza e ricognizione, velivoli da trasporto pesante, risorse spaziali e armamenti speciali che non hanno alcuna intenzione di condividere con nessuno, inclusi gli alleati. 

• L’Europa occidentale ha fronteggiato per anni, con il suo territorio, l’URSS e i suoi satelliti europei, offrendo agli USA basi e un territorio ospitale, in terra e in mare. Solo chi non ha memoria delle invasioni della Cecoslovacchia e dell’Ungheria, né della crisi dei missili cubani del 1962 – e di come si risolse – non si rende conto di quanto la «lontananza» che garantivamo sia stata preziosa per gli Stati Uniti, per decenni. Certo, se poi preferisci Putin alle democrazie, le cose cambiano.

• L’assorbimento, non solo europeo, ma prevalentemente europeo, della valuta americana (qualcuno ricorda i petrodollari?), ha permesso agli Stati Uniti di armarsi a spese altrui, nel quadro del vivere al disopra dei propri mezzi e della graduale sostituzione dell’agricoltura e dell’industria con la finanza, servizi più o meno utili e i big data. Non certo dettata dall’Europa. Senza trascurare il fatto che, per la maggiore ampiezza del mercato azionario americano rispetto a quelli europei, e la dominanza delle società di rating, tutte americane, il resto del mondo ha investito in misura crescente nelle imprese americane (anche della difesa) che staremmo «fottendo». A titolo puramente indicativo riportiamo che tra gli asset del Fondo petrolifero (di Stato) norvegese, uno dei maggiori a livello mondiale, in dieci anni la quota di azioni europee sul totale delle attività è scesa dal 26% al 15% e i titoli posseduti sono diminuiti (numericamente) di un quarto, a 1.546. Mentre il peso degli Stati Uniti è raddoppiato dal 20 al 39,7% (Fonte: FT, giugno 2025). L’Italia pesa per il massimo del 2 per cento nelle allocazioni del risparmio gestito da parte dell’asset management italiano; si investe nel resto del mondo, che in larga parte vuol dire gli Stati Uniti (Fonte: Corriere della Sera, giugno 2025, che cita un’omelia dell’arcivescovo di Torino).

• L’UE ha speso e sta spendendo più degli USA (garante della integrità territoriale dell’Ucraina, accordi obliati del 1994) per la difesa ucraina, senza pretendere indebite compensazioni.

Chi scrive ritiene che, in un mondo interconnesso e nel quale le catene del valore sono prevalentemente multinazionali (non solo per una questione di costi, ma di disponibilità di alcuni beni essenziali: terre rare, chip, gas, petrolio) una politica  basata sui dazi (e non solo: su espulsioni, disprezzo della scienza, delle Università; della libertà di pensiero e di parola) sia suicida. L’America in recessione, ormai incapace di creare beni reali in misura adeguata, e gravata da un’esposizione finanziaria insostenibile verso il resto del mondo, inclusa l’Europa, e che ha perso – con il suo bullismo e le sue incoerenze – l’altrui fiducia, sarà condannata a vivere esclusivamente delle proprie capacità e risorse, con una drastica diminuzione del proprio livello di vita. Make America (trecento milioni di abitanti su otto miliardi di esseri umani) (and Mr. Trump) More Realistic.

Vedremo presto se le autocelebrative dichiarazioni di Trump sulla pace raggiunta in Medio Oriente e sui fantastici risultati delle bombe americane siano «realistic».

Roma, 23 giugno 2025  La notte delle bombe.

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