Le cripto valute sono asset finanziari di categoria molto rischiosa, scambiati fuori dai mercati regolamentati e privi di controllo governativo e di garanzia. Ecco una guida essenziale per conoscerli
Il prezzo delle cripto valute dipende dalla domanda e dall’offerta della cripto stessa sulla blockchain. La domanda è influenzata da molti fattori, tra i quali il business plan (whitepaper) alla base dell’emissione della cripto (Initial Coin Offering – ICO), la sua potenzialità di crescita e la popolarità tra gli utenti.
Il meccanismo di creazione e moltiplicazione delle cripto determina il suo prezzo e la sua evoluzione nel tempo; questo dipende dalla blockchain in cui è scambiata la cripto e dal sistema di convalida delle transazioni che adotta. Ciascuna transazione viene verificata e validata all’interno della blockchain. La solidità del meccanismo del consenso è fondamentale vista l’assenza di autorità pubbliche che gestiscono e garantiscano il corretto funzionamento del mercato. Possiamo dividere in due grandi tipologie le tecnologie di consenso della blockchain: proof of work e proof of stake.
Il sistema di blockchain che adotta la proof of work, come Bitcoin, prevede che, per confermare la transazione, almeno la metà più uno dei nodi della catena a blocchi debbano confermare la transazione. Per confermare la transazione, i nodi devono risolvere il problema matematico dell’algoritmo. Per via di questo meccanismo di conferma, non tutti gli ordini di acquisto o vendita inseriti nella catena a blocchi vanno a buon fine. La proof of work è un sistema matematico complesso, consuma molto energia elettrica ed è lento.
Nella proof of stake i minatori che validano la transazione sono scelti in modo casuale sulla blockchain; per confermare la transazione i nodi devono risolvere l’algoritmo e minare la cripto. La proof of stake ha una esecuzione veloce, grazie al meccanismo casuale di scelta dei nodi dedicati alla convalida: utilizzata ad esempio nella blockchain Ethereum, consuma meno energia elettrica e tempo e per questo si sta diffondendo molto rapidamente.
Con riferimento all’offerta di cripto valute, mentre nel sistema monetario tradizionale è la banca centrale (o il Tesoro) a decidere la quantità di moneta nel sistema, per le cripto è l’algoritmo della blockchain che definisce la quantità offerta.
Nel caso del Bitcoin, Satoshi Nakamoto ha definito una quantità massima di 21 milioni di Bitcoin che possono essere creati e i minatori competono per risolvere l’algoritmo al fine di trovarli. Il prezzo della cripto valuta cresce al crescere della domanda, ma non vi è un sistema di cap o floor dei prezzi. In questo modo il prezzo di Bitcoin tende a crescere sempre di più, man mano che l’algoritmo da risolvere diventa più difficile e le transazioni sempre più lente. Quando i 21 milioni di cripto saranno stati minati, si raggiungerà la stabilità del prezzo.
La cripto valuta della blockchain Ethereum si chiama Ether; la blockchain ospita transazioni di smart contracts e di cripto valute. La peculiarità della rete Ethereum è che per poter partecipare alla rete peer-to-peer, i contratti di Ethereum ‘pagano’ l’utilizzo della sua potenza informatica in Ether, che è sia una cripto valuta sia il ‘carburante’ della blockchain. La piattaforma blockchain Ethereum è di tipo open source, è stata sviluppata da V. Buterin nel 2013 e ogni utente può contribuire allo sviluppo del codice sorgente. Al contrario dei Bitcoin, non esiste un limite al numero di Ether che possono essere minati, cioè offerti.
Le cripto valute sono asset finanziari di categoria molto rischiosa, scambiati fuori dai mercati regolamentati e privi di controllo governativo e di garanzia. Il rischio finanziario delle cripto valute dipende dalle loro specifiche caratteristiche. In assenza di un riferimento, come ad esempio le attività di bilancio nel caso delle azioni di un’impresa, il valore delle cripto valute dipende in modo sostanziale dalle oscillazioni della domanda e dell’offerta e, quindi, dalle aspettative sul valore futuro. Per questo motivo, i rischi complessivi delle cripto valute sono elevati e devono essere ben compresi. Le categorie di rischio delle cripto sono:
Rischio operativo (informatico). Se l’investitore perde la password di accesso al wallet, perde anche il denaro lì investito.
Rischio di liquidità. La blockchain non ha un sistema di garanzia degli scambi, come nei mercati regolamentati, quindi è soggetta al rischio di liquidità.
Rischio di controparte. La blockchain non ha un sistema di garanzia degli scambi, quindi è soggetta al rischio che la controparte non onori le proprie obbligazioni.
Rischio legale. Non esiste regolazione della blockchain e degli scambi che su di essa avvengono, quindi l’investitore si prende il rischio di non vedere più il proprio denaro, ad esempio nel caso di truffa.
Rischio fiscale. Allo stato attuale non esiste un chiaro sistema di tassazione delle transazioni in cripto e questo illude molti investitori, attirati dai rendimenti esentasse.
L’ostacolo principale all’applicazione delle norme vigenti è l’assenza di dimensione geografica degli scambi; infatti, i confini nazionali non esistono nel mondo digitale. Le transazioni su blockchain anonime non permettono l’individuazione di un soggetto passivo d’imposta e, quindi, l’applicazione dell’imposta stessa. Negli Stati Uniti l’acquisto e vendita di cripto è considerata attività di trading alla pari dello scambio di titoli finanziari; è però difficile dimostrare la residenza dell’investitore, che è anonimo e il gettito è basso.
In Italia dal 2022 esiste una tassazione sulle cripto valute; gli intermediari digitali devono registrarsi come operatori in valuta. Il soggetto passivo persona fisica che detiene oltre €51.000 per almeno sette giorni deve dichiarare al fisco la plusvalenza e questa è tassata al 26%, analogamente alle operazioni in valute estere legali.