Libri

a cura di Filippo Cucuccio

Perché il Nordest continua ad essere un modello

P. Pilati, Le Serenissime. Storia e futuro delle imprese del Nordest, LUISS University Press, 2023, pp.155, 20 euro

Un libro-inchiesta su un territorio che è un grande laboratorio di cambiamenti. Le imprese sanno evolvere, mutare pelle, hanno una forte capacità di seguire i trend, di assimilare le novità tecnologiche, di digerirle e poi trasformale in forza per cavalcare i mercati

Giovanni Parrillo

L’Italia, lo sappiamo bene, è afflitta da una pluridecennale stagnazione e la produttività non riesce a decollare. Un punto d’arrivo di molte recenti ricerche è che “piccolo non è bello” e che ci sono dei nuovi campioni nazionali in grado di tirare la volata al resto delle imprese, capaci di fare sistema. La nostra industria manifatturiera, la seconda d’Europa, è riuscita ad inserirsi bene nelle catene del valore a superare la crisi da Covid-19.  Se il ruolo delle imprese medio-grandi è, e deve restare anche in prospettiva assai importante, è altrettanto importante favorire maggiori dimensioni e managerialità del folto gruppo di medie e piccole imprese che tendono a frenare in molti casi la capacità di integrazione internazionale del nostro sistema produttivo.

Ecco perché il libro di Paola Pilati, giornalista con una lunga carriera a L’Espresso e direttrice di Financial Community Hub, www.fchub.it , assume una grande rilevanza di indagine sociologica e di inchiesta per spiegare un fenomeno importante e vincente come la rinascita dell’industria del Nordest. Un fenomeno da cui trarre esempi e ricette di strategia industriale. L’autrice, attraverso decine e decine di interviste e di casi aziendali mette in luce la realtà di un’economia con forti connotazioni locali che ha saputo innovare e crescere, ma non ha rinunciato alle sue radici e tradizioni, facendone un punto di forza. Una manodopera di grande qualità; una passione per i viaggi che ha portato gli imprenditori con la valigia degli anni Cinquanta e Sessanta a conquistare spazi importanti nei mercati internazionali; una cultura del business to business che si è saputa innovare. “I clienti non ti chiedono più una fornitura, ma ti danno le caratteristiche del prodotto desiderato, che poi viene sviluppato dalle nostre aziende. E non solo perché siamo bravi nella meccanica, ma perché diamo valore aggiunto attraverso la ricerca”, spiega Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, nell’intervista che costituisce la postfazione del libro.

“Il Nordest – chiarisce Pilati – è un grande laboratorio di cambiamenti. Le imprese sanno evolvere, mutare pelle, hanno una forte capacità di seguire i trend, di assimilare le novità tecnologiche, di digerirle e poi trasformale in forza per cavalcare i mercati”.  Ecco, dunque, che i capitoli del libro esaminano questa capacità di cambiamento, “allontanarsi dal prodotto standard e offrire al cliente un’attenzione sempre maggiore … è una strategia che le aziende del Nordest hanno abbracciato con decisione negli ultimi anni”. La sfida della transizione energetica, portata avanti da campioni nazionali come Baxi, Sit, Fiorentini, Mecc Alte, terzo fornitore mondiale di alternatori per macchine elettriche. L’inserimento deciso a livello mondiale nel settore automotive con componenti importanti per l’auto elettrica, che vanno dal clacson, ai rivetti, alle molle e  agli strumenti di diagnostica per auto, con un leader mondiale come Texa. E ancora lo stile e il made in Italy.

Non tutto è così semplice. C’è un problema per avere manodopera qualificata, per contrastare la fuga dei cervelli, offrendo prospettive in un territorio fatto di piccole città che non hanno le attrattive della metropoli. C’è, ancora, un forte dualismo nell’uso del digitale in un territorio a vocazione manifatturiera “che non ha l’esatta consapevolezza dell’impatto delle nuove tecnologie sulla vita di tutti… Non  serve solo la capacità del saper fare, ma anche quella del saper pensare i nuovi prodotti”.

Ma le risposte positive anche qui non mancano: un’impresa su due (secondo dati 2021) ha adottato tecnologie 4.0, sfruttando al meglio le opportunità della legge Calenda. È esplosa nel territorio una catena di Innovation Hub. Il Nordest vanta poi tecnologie “spaziali” come l’occhio satellitare, un telescopio su un satellite, sviluppato da un’azienda vicentina, Officina Stellare, che è una dei protagonisti del progetto PNRR Spazio. Con tutto il territorio ben piazzato per sfruttare le opportunità dei 4,7 miliardi del Piano strategico nazionale sulla space economy .

L’inchiesta di Pilati continua in un lavoro davvero importante nell’esaminare tutti i casi in cui si  sono impegnate con successo le imprese nordestine fra progetti per la sostenibilità e la forte e tenace diffusione dei distretti produttivi.

La razza nordestina è “nota per saper mettere insieme inventiva e applicazione pratica”. Anche qui però si pone il problema del ricambio generazionale, dell’introduzione dei manager nelle aziende familiari. Il libro cita casi ed esempi importanti di come questo fenomeno è stato coniugato in salsa Nordest. La ricetta è attaccamento al territorio, studi eccellenti e il ritorno a casa. Le imprese creano Academy interne. Non mancano poi gli elementi forti di una tradizione di eccellenza artigianale, nel vetro e nei tessuti, ad esempio, o nello sviluppo eccezionale della ecogastronomia. Dice Carraro nella citata intervista – postfazione, “oggi il territorio e completamente cambiato. C’è un parterre di giovani imprenditori completamente padroni di tutti gli strumenti della finanza e che sanno collaborare con le ottime università del territorio”.

Tutto bene dunque? Ma qual è la sfida? Una, ampiamente citata, è la carenza di manodopera e la necessità di saper trattenere i giovani più preparati. Un’altra è il ricambio generazionale e l’ingresso dei manager nelle aziende. Quella forse più complessa di tutte è il salto dimensionale. Un salto necessario  per mantenere il passo con un’economia che – pur resa più frammentata prima dal Covid-19 e poi dalle tragedie geopolitiche che stiamo vivendo – continua nelle catene del valore (magari ri-orientate verso i sistemi che condividono valori analoghi di democrazia) ad avere la sua essenza.

L’economia è senza dubbio una scienza sociale. L’astrazione teorica non può fare a meno della conoscenza del cambiamento sociale per contribuire ad esso. Questo libro inchiesta di Paola Pilati fornisce una lettura avvincente di tanti esempi di successo; fotografa con nitore il Nordest come caso specifico per la crescita nel territorio e nel mondo; dà alcune chiavi di lettura per comprendere come sia possibile spostarsi “verso il futuro”. Racconta la storia di una parte d’Italia che, lungi dall’essere perfetta, è tuttavia un modello dell’imprenditoria più coraggiosa

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