Libri

a cura di Filippo Cucuccio

Paradisi d'Europa

Angelo Mincuzzi “Europa parassita - Come i paradisi fiscali dell’Unione Europea ci rendono tutti più poveri”, 2024, Milano, Chiarelettere, pagg. 484, Euro 22,00

Il mondo dove la ricchezza e i suoi detentori sono al di là di qualsiasi regola, o normativa. Tutto all’insegna di un’apparente legalità

Filippo Cucuccio

Proprio in questi mesi che precedono il rinnovo della legislatura europea, sembra quanto mai opportuno soffermarsi su questo libro di Angelo Mincuzzi, giornalista investigativo di lungo corso, che affronta in modo puntuale e circostanziato il tema della diseguaglianza sociale nell’ambito dell’Unione Europea. Il fenomeno viene analizzato sotto il particolare profilo dell’elusione/evasione fiscale, chiamando, pertanto, in causa l’assenza di un’ efficace normativa fiscale nazionale ed europea  e la persistenza di paradisi fiscali all’interno dei Paesi della stessa Unione.

L’A. propone al lettore un viaggio vituale, sicuramente interessante quanto sconcertante, alla ricerca e all’individuazione di questi paradisi fiscali. Un viaggio che l’A. ha realmente compiuto, sobbarcandosi la fatica di compiere migliaia di chilometri per incontrare e verificare de visu personaggi e situazioni riconducibili a quello che egli definisce il “Mondo di Sopra”. Un mondo, cioè, costituito da individui, famiglie e imprese, le cui connotazioni fondamentali sono la disponibilità di risorse economiche in misura cospicua e la volontà non solo di preservarle, ma, anche e soprattutto, di accrescerle, sfuggendo ad una loro tassazione proporzionata.

Dei quattordici capitoli di cui si compone l’impianto complessivo del libro – cui vanno aggiunti una solida bibliografia e un utile indice dei nomi – ben 12 sono dedicati all’illustrazione di aspetti apparentemente intriganti, ma decisamente inquietanti, in termini di elusione ed evasione fiscale, sia in genere in Europa, sia in Italia, sia, infine, con una specifica lente di ingrandimento nelle singole realtà, rappresentate da Lussemburgo, Olanda, Irlanda, Belgio, Cipro, Svizzera, Montecarlo, Gran Bretagna, Jersey e Dubai, quale appendice dell’Europa.

In ciascuno di questi capitoli la narrazione procede spedita, facilitata da uno stile accattivante e dal riferimento ad episodi più o meno conosciuti del passato, o anche relativamente recenti, come nel caso delle pubblicazione nel 2010 di una lista di conti segreti svizzeri di clienti bancari della HSBC resa nota da Hervé Falciani, o nel caso dell’acquisto in Germania, nel 2021, di un elenco di contribuenti infedeli da un informatore anonimo da parte dell’allora ministro federale tedesco Olaf Sholz.

Il lettore si trova, così, immerso in realtà che hanno in comune i dogmi della preservazione della ricchezza accumulata e del suo ulteriore accrescimento, al di là di qualsiasi regola, o normativa. Dalla descrizione di questi centri di ricchezza sfrenata, di alcuni dei loro detentori (persone fisiche o giuridiche) e di quanti fanno da tramite nel perfezionamento di questi traffici si ricava, poi, una sensazione di profondo sconforto, riconducibile al fatto che, in larga misura, tutto ciò avviene all’insegna di un’apparente legalità. In altri termini, stante una normativa dei singoli Paesi esaminati permissiva e tollerante, nonché carente da parte dell’UE, emergono, sia l’assenza di una volontà politica a livello nazionale e di UE mirata a rimuovere questa situazione, sia, conseguentemente, l’indisponibilità di strumenti di prevenzione e di contrasto più efficaci.

Gli ultimi due capitoli di questo libro, veramente ben fatto e che nulla concede alla lusinga di ricorrere all’uso di elementi di clamore scandalistico che non trovino un riscontro oggettivo, sono dedicati, il primo, all’approfondimento di alcuni aspetti rilevanti sul piano psicologico, sia di chi è parte attiva nell’elusione/evasione del fisco, sia degli altri spettatori passivi, alla ricerca di una risposta soddisfacente all’interrogativo sul perché si sia andata configurando nel corso dei tempi e continui ad essere tollerata una simile situazione, fonte di una sempre più accentuata diseguaglianza sociale.

L’ultimo capitolo, infine, partendo da un riferimento al New Deal del Presidente Roosevelt negli anni ’30 del secolo scorso e ai suoi tentativi esperiti per cogliere l’obiettivo di una maggiore equità fiscale, individua quanto si può concretamente fare per cominciare a rimuovere, almeno parzialmente, questa diseguaglianza, sia con interventi mirati dei governanti europei; sia, soprattutto con una presa di coscienza della maggioranza di persone, che non appartengono al “Mondo di Sopra” e che soffrono le conseguenze negative di questa vistosa iniquità fiscale.

Il tutto ha come dichiarato, ambizioso intento finale, il creare un’adeguata pressione nei confronti dei governanti dei singoli Paesi europei e, poi, delle strutture di vertice dell’Unione Europea, per indurli a modificare il proprio atteggiamento di benevola tolleranza e ad imboccare la strada di un’efficace politica di redistribuzione dei redditi e di fornitura di beni e di servizi essenziali a favore delle classi socialmente meno dotate dal punto di vista patrimoniale e reddituale.

Una prospettiva che, alla luce dell’attuale realtà, appare, se non illusoria, decisamente di difficile e complessa realizzazione, ma comunque oggettivamente non impossibile. In definitiva, sarà questa una delle sfide cruciali dell’attuale decennio per tendere ad un’Unione Europea più forte nel suo complesso e più  determinata nel contrastare l’elusione/evasione fiscale.

Dal suo esito dipenderà, pertanto, la possibile trasformazione dell’Europa tutta dall’attuale situazione di organismo, almeno in parte, parassita e che sottrae risorse alle collettività, a quella di corpo politico virtuoso; in grado di riorientare, attraverso la loro tassazione, i proventi di alcuni flussi di ricchezza verso il soddisfacimento della domanda di servizi e prestazioni da parte dei meno abbienti, nel nome di uno sviluppo sociale più equo.

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