Pagare meno, pagare tutti. Tagliando la spesa pubblica
Paola Pilati

Si chiama “25 per cento per tutti” ed è la prima proposta concreta di flat tax che non ammicca solo alle insofferenze dei contribuenti contro Roma ladrona, e che non aggira con disinvoltura i vincoli di spesa pubblica. Viene dall’Istituto Bruno Leoni ed è firmata dall’economista Nicola Rossi. Il quale, in sintesi, la spiega così sulle pagine del “Sole 24Ore” di oggi: «Una sola aliquota – pari al 25 % – per tutte le principali imposte del nostro sistema tributario (Irpef, Ires, Iva, sostituta sui redditi da attività finanziarie); abolizione dell’Irap e dell’Imu; introduzione di un trasferimento monetario – il “minimo vitale” – differenziato geograficamente, indipendente dalla condizione professionale dei singoli ma non incondizionato e contestuale abolizione della vigente congerie di prestazioni assistenziali; ridefinizione delle modalità di finanziamento di alcuni servizi pubblici (in particolare della sanità) mantenendo fermo il principio della gratuità dei servizi per la gran parte dei cittadini, ma imputandone ai soli cittadini più abbienti il costo (in termini assicurativi) e garantendo loro contestualmente il diritto di rivolgersi al mercato (opting out)». Poiché il tema della forte pressione fiscale in Italia è una delle cause che ne distorcono la crescita economica, Fchub lo approfondirà con una serie di commenti.

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