BANCHE / TUTTI GLI INTERVENTI DI EMERGENZA
Operazione liquidità

Le prime quattro banche del Paese e il gruppo CDP hanno messo a disposizione dell’economia reale circa 34 miliardi per nuovi strumenti di liquidità per far fronte all’emergenza Covid-19. Un impegno forte, a cui si aggiunge la sospensione delle rate dei mutui. Che effetto avranno sui loro conti economici?

Mario Cataldo

Nel corso degli ultimi anni sono intervenute diverse moratorie dei mutui attraverso accordi con le associazioni di categoria delle imprese oppure con provvedimenti di legge; a ciò si aggiunge la crisi economica/finanziaria derivante dalla pandemia Covid-19. 

La presente nota mette in evidenza la necessità di una riflessione circa l’incidenza di detti provvedimenti sui bilanci degli intermediari finanziari in una visione di necessaria stabilità del sistema, fondamentale per assicurare sostegno all’economia reale in particolare in periodi di “sofferenza”.

La moratoria dei mutui permette, come noto, di sospendere il pagamento delle rate di un finanziamento per un determinato periodo. Un modo per consentire ai privati ed alle imprese di affrontare la propria situazione finanziaria in un periodo di complicata congiuntura economica.

Moratoria story

Sono numerose le moratorie concordate con il sistema delle imprese che hanno permesso di superare periodi di turbolenze economiche derivanti da varie origini. 

  • Era il 3 agosto 2009 quando è stato firmato un accordo per la sospensione dei debiti delle PMI verso il sistema bancario tra il Ministro dell’Economia, l’ABI e le Associazioni delle imprese con l’obiettivo di dare respiro finanziario alle imprese aventi adeguate prospettive economiche e in grado di provare la continuità aziendale.
  • Successivamente, il 16 febbraio 2011, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Economia, l’ABI e le altre Associazioni di rappresentanza delle imprese hanno sottoscritto un nuovo Accordo che individuava altre misure in favore delle imprese sane e con prospettive di crescita.
    In particolare, il nuovo Accordo mirava a favorire il riequilibrio della struttura finanziaria delle imprese, attraverso la proroga di ulteriori sei mesi dei termini previsti dal precedente accordo, che erano stati così fissati al 31 luglio 2011.
  • Il 28 febbraio 2012 tra l’ABI e le Associazioni di rappresentanza delle imprese è stata firmata l’intesa “Nuove misure per il credito alle PMI” che prevedeva la sospensione e l’allungamento della durata dei finanziamenti.

L’obiettivo dell’accordo era quello di assicurare la disponibilità di adeguate risorse finanziarie per le imprese che, pur registrando tensioni, presentavano prospettive di crescita economica. 

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  • Il 1° luglio 2013, l’ABI e le Associazioni di rappresentanza delle imprese hanno firmato un nuovo “Accordo per il credito” che prevedeva la sospensione e l’allungamento della durata dei finanziamenti analoghe a quelle del 2012.
  • L’iniziativa ha concluso il  periodo di validità il 31 marzo 2015 ed è stata sostituita da un nuovo accordo in favore delle imprese, sottoscritto tra l’ABI e le Associazioni imprenditoriali, denominato Accordo per il credito 2015.
  • Nel mese di dicembre 2017, con uno specifico Addendum, è stato prorogato il periodo di validità dell’Accordo dal 31 dicembre 2017 al 31 luglio 2018, Le richieste di attivazione delle misure previste dal citato Accordo potevano quindi essere presentate dalle imprese fino al 31 luglio 2018, comunque in relazione a finanziamenti stipulati prima del 31 marzo 2015.

Lo schema operativo di tali iniziative è in generale quello di consentire l’accesso alle imprese che presentavano difficoltà finanziarie, a condizione che, al momento di presentazione della domanda, non avessero posizioni debitorie classificate dalla banca come “sofferenze”, “inadempienze probabili” o esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni (imprese “in bonis”).

L’accordo per il credito 2019

L’ABI e le Associazioni di rappresentanza delle imprese hanno più di recente sottoscritto il 15 novembre 2018 un nuovo Accordo per il credito, che prevede, tra l’altro, la sospensione e allungamento dei finanziamenti alle PMI, prevista dall’Accordo per il credito 2015.

Addendum all’accordo per il credito 2019

​ABI e le associazioni di categoria hanno concordato nuove previsioni in apposito Addendum all’Accordo per il Credito 2019

La sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti poteva essere chiesta fino a un anno ed era applicabile ai finanziamenti a medio lungo termine.

Per le operazioni di allungamento, era previsto che l’estensione della durata del finanziamento poteva arrivare fino al 100% della durata residua dell’ammortamento.   

Interventi per il Covid-19

In relazione all’emergenza epidemiologica “COVID19”, è stata estesa ai prestiti delle piccole imprese al 31 gennaio 2020 la possibilità di chiedere la sospensione o l’allungamento dei prestiti.

Relativamente alle misure a sostegno della liquidità adottate dal Governo italiano per far fronte all’emergenza Covid-19 con operazioni di moratoria sui finanziamenti, la Banca d’Italia, con il comunicato stampa del 13 aprile, ha messo in evidenza che nelle prime due settimane (fino al 3 aprile) hanno aderito  oltre 660.000 tra imprese e famiglie (437.000 dal mondo imprenditoriale per un totale di 58 miliardi e 227.000 da famiglie per 17 miliardi) per un totale di 75 miliardi € di finanziamenti residui. 

Si tratta di una mole di richieste in due settimane che – se accordate – eguaglierebbe il totale delle moratorie concesse in dieci anni come numero per un importo pari al 50% di quello del decennio precedente.

Fonte: ABI research

Le iniziative dei big

Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo, tra i primi provvedimenti avviati, ha sospeso il pagamento delle rate di mutui e finanziamenti delle aziende e dei privati residenti nelle zone colpite dal virus. In particolare, l’iniziativa si rivolge anche alle realtà imprenditoriali che hanno scambi con la Cina e alle aziende presenti sul territorio nazionale che dovessero subìre riduzioni dell’attività per effetto delle limitazioni agli scambi commerciali e di fornitura. 

È stato anche stanziato un plafond fino a 5 miliardi €,in finanziamenti da destinare a famiglie e imprese. Successivamente, la banca ha messo a disposizione delle imprese un ulteriore plafond da 10 miliardi €, arrivando complessivamente a stanziare 15 miliardi €

UniCredit

Anche UniCredit ha sospeso il pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti. In particolare, per le imprese è stato previsto un apposito “Pacchetto Emergenza”, valido sull’intero territorio nazionale che, oltre alla sospensione per sei mesi del pagamento delle rate dei mutui, include anche la proroga delle linee di importo fino a 120 giorni in caso di mancata ricezione della merce e la concessione di linee di credito di liquidità con durata fino a sei mesi.

Per le Pmi, si aggiunge anche la possibilità di ottenere finanziamenti aggiuntivi, pari ad almeno il 10% dell’utilizzato in essereattraverso la rinegoziazione e/o il consolidamento del debito e con l’intervento del Fondo Centrale di Garanzia.

Sempre con l’obiettivo di supportare le imprese, UniCredit e Sace Simest hanno stanziato un plafond dedicato da 1 miliardo €. Saranno in tal modo offerti finanziamenti a breve termine, erogati da UniCredit e garantiti da SACE, a favore delle aziende, per far fronte alle esigenze di capitale circolante e permettere a queste di assorbire al meglio lo shock subito dalla filiera produttiva nazionale e internazionale a seguito della diffusione del Covid-19.

Banco BPM

Banco BPM ha stanziato inizialmente un plafond di 3 miliardi € dedicato alle imprese colpite dall’epidemia al quale possono aderire le aziende appartenenti a tutti i settori di attività economica senza limiti dimensionali di fatturato e operatori del Terzo Settore. La valutazione avverrà attraverso un iter accelerato e verrà data priorità a chi opera in settori e filiere produttive che hanno subìto un maggior impatto dall’emergenza.

Successivamente, la Banca ha stanziato un ulteriore plafond da 1 miliardo € per i professionisti.

UBI Banca

Si chiama “Rilancio Italia” il programma varato da UBI Banca, che include una serie di interventi urgenti per un valore complessivo di 10 miliardi di euro cheriguarda tutti i segmenti di clientela del gruppo: imprese, famiglie ed enti del Terzo Settore e si rivolge ai clienti residenti e attivi in tutte le aree in cui è presente il Gruppo.

Gruppo CDP

Anche il gruppo CDP interviene per esigenze di liquidità delle imprese con l’erogazione in tempi rapidi di nuovi finanziamenti fino a 18 mesi per esigenze di liquidità e capitale circolante derivanti dai danni causati dall’emergenza COVID-19.
Le risorse sono erogabili in partnership con il sistema bancario attraverso:

  • liquidità Mid e Large Corporate. con un plafond di 2 miliardi €.
  • Garanzie SACEdi breve termine per esigenze di circolante delle imprese operanti sui mercati esteri con un plafond di 1,5 miliardi €.

Le sole prime quattro banche del Paese e il gruppo CDP hanno, quindi, messo a disposizione dell’economia reale circa 34 miliardi € per nuovi strumenti di liquidità per far fronte all’emergenza Covid-19: un impegno importante se si pensa al notevole sforzo degli intermediari finanziari per smaltire gran parte degli NPL accumulati nel corso del post crisi del 2008.

 È evidente come la sospensione del rimborso delle rate di ammortamento da parte della clientela nonché gli effetti della recessione in corso hanno un indubbio riflesso sui conti economici delle banche che, si rammenta, sono delle imprese che devono rispettare un equilibrio economico/finanziario e patrimoniale pena la instabilità del sistema. 

Le moratorie sono quindi uno strumento importante per l’emergenza, ma possono curare i sintomi non le cause della crisi e lo strumento va gestito con prudenza e considerando le possibili garanzie.

La crisi economica globale generata dal COVID-19 ha messo in evidenza la necessità di interventi eccezionali e immediati di politica economica, alcuni dei quali già adottati.

Allo stesso tempo è richiesto un ripensamento profondo degli strumenti di policy a disposizione, in un’ottica sovranazionale e di medio-lungo periodo. La crisi attuale, infatti, è due volte globale: sia nella diffusione dello shock sanitario che nei canali di trasmissione produttivi e finanziari.