Giampietro Nattino “Borsa e Valori – Storia della Finnat, dall’Ottocento ai giorni nostri”. A cura di Maura Liberatori e Paolo Pagliaro. Prefazione di Osvaldo De Paolini. FrancoAngeli 2022, pagg. 184, 25 euro
Giampietro Nattino, Presidente onorario di Banca Finnat Euramerica, nipote del fondatore Pietro e artefice della crescita e del successo della banca negli ultimi quarant’anni, dopo aver lasciato ai figli la conduzione dell’azienda ha deciso di raccontare in questo volume, sotto forma di intervista e con un linguaggio semplice e diretto, la storia dell’istituto – che è poi la storia della propria famiglia – dalla data della creazione fino ai nostri giorni.
Tutto ha inizio nel 1898, quando il nonno di Giampietro, Pietro Nattino, piemontese, intrepido bersagliere impiegato nelle campagne d’Africa del neonato Stato italiano, dotato di forti valori “militari”, si trasferisce a Roma dove, grazie anche alle buone relazioni con il Vaticano, inizia l’attività di agente di cambio, allora tra le più innovative.
Da avventura professionale l’attività evolve in imprenditoriale, da società finanziaria a commissionaria di Borsa e, in anni più recenti, a Società di Intermediazione Mobiliare e infine banca.
La storia della Finnat si intreccia con quella del nostro Paese, accompagnando la nascita della grande industria di fine Ottocento, attraversa due guerre mondiali, il Ventennio fascista e successivamente gli anni della ricostruzione economica e politica dell’Italia dei “gloriosi trent’anni”, seguiti poi da decenni di crescita più faticosa.
Nel tempo Banca Finnat ha investito nei settori più diversi, dalle acque all’immobiliare, dall’edilizia alle banche, costruendo, grazie anche alle proprie competenze e relazioni, intrecci societari e rapporti personali – che sono illustrati nel libro – con un gran numero di personaggi che hanno segnato la storia economica e finanziaria, ma anche sociale e politica in senso lato, dell’Italia del Novecento.
Oggi Banca Finnat, che nel 2002 ha fondato una delle più grandi Sgr immobiliari Italiane (InvestiRe), si occupa di private banking, attività fiduciaria, family office, consulenza, corporate finance, raggiungendo una raccolta globale superiore a 18 miliardi di euro, di cui 7 nel private banking.
Dal racconto emergono gli elementi che hanno consentito alla famiglia Nattino e alla Finnat di raggiungere un successo così importante fino ai giorni nostri, e di operare, da oltre un secolo, come se tutte le traversie del mondo scivolassero sui suoi bilanci come acqua sui vetri. Si snodano così anche le vicende finanziare del nostro Paese.
Su un punto in particolare insiste l’autore. Oltre all’alta specializzazione nei servizi finanziari, risultano aver avuto un’importanza determinante l’aspetto umano e morale, la presenza dei “valori” indicati nel titolo. “Provenendo da una famiglia di militari, nei nostri comportamenti c’era disciplina, attenzione, serietà, rispetto. Tutti principi da perseguire sia in divisa che in abiti civili. E poi è stato di aiuto l’entusiasmo con il quale abbiamo sempre affrontato il lavoro, e la modestia e l’attenzione per le spese. Non è cambiato mai nulla. Sempre molto attenti, molto uniti, mai pensando di utilizzare la professione per arricchimenti indebiti.”
Poi la prudenza nel condurre gli affari, la riservatezza, la discrezione, buone relazioni. E la correttezza: “Chi è sopravvissuto ai momenti difficili è colui che ha lavorato con correttezza”. “Ai miei undici nipoti dico a mia volta come mio padre diceva a me: avete un’eredità. Ricordate che non è solo economica, ma morale. Tutti possono sbagliare, e anche noi abbiamo sbagliato nella vita, però la lealtà, la correttezza, non sono mai venuti meno. Fate così anche voi.”
Come indicato nella prefazione da Osvaldo De Paolini, nella vita economica dell’Italia il ruolo imprenditoriale svolto dalle banche e dai banchieri, qualificati anche come gnomi della finanza – spesso con tono spregiativo – e raramente come veri imprenditori, viene sovente trascurato. Mentre “è di imprenditori che ha bisogno il nostro Paese per rinascere”. “Liquidità ce n’è. Credo invece che manchino gli imprenditori e questo è un problema serio”, dice il protagonista.
La storia della Finnat raccontata nel volume rappresenta una esperienza di imprenditoria di successo da cui trarre spunto ed esempio.