Franco Tutino, "Dalla parte del debito. Finanza globale e diseguaglianze sociali", Rubbettino, 2023, pp. 170, 16 euro.
Il debito pubblico dipende da “interventi necessariamente dovuti a scelte politiche”; quello delle famiglie è …”Un debito planetario. Che sostiene le vendite di prodotti e servizi…“frutto non solo di scelte individuali ma di un clima culturale e sociale che spinge e orienta verso consumi eccessivi”
Franco Tutino – professore emerito di Economia degli Intermediari Finanziari della Sapienza, Università di Roma – autore fra l’altro di importanti opere sistematiche, come il manuale La banca. Economia, finanza, gestione – in questo volume accompagna il lettore con alcune riflessioni di fondo sul debito, sull’economia e sul ruolo della finanza. Una finanza straordinariamente crescente, con l’esplosione del debito, pubblico e privato, che ha introdotto nuovi paradigmi e, purtroppo, accresciuto le disuguaglianze.
Non manca, ovviamente, l’analisi strutturata, ma, a nostro avviso, il messaggio è più sottile, quasi filosofico. Le riflessioni dell’Autore – così come il titolo, Dalla parte del debito – ci portano immediatamente al valore dell’economia come scienza sociale. “Il debito è il filo conduttore e la principale chiave di lettura attraverso cui scorrono le pagine di questo libro: disuguaglianze ed emigrazioni, aspetti negativi della globalizzazione, grandi ricchezze, vecchie e nuove povertà… La terra del debito è parte integrante – costitutiva – del sistema economico finanziario. Ogni futuro che sia volto a ridurne l’estensione è una difficile – impossibile ? – battaglia economica e politica”.
Nella prima parte, La terra del debito: creditori e debitori, Tutino spiega con parole semplici, distillate dalla profonda esperienza di chi ha studiato e insegnato la materia per oltre 40 anni, come si generano debiti e crediti e quale ruolo hanno le banche e gli altri intermediari in questo processo. Il debito pubblico dipende da “interventi necessariamente dovuti a scelte politiche”; quello delle famiglie è …”Un debito planetario. Che sostiene le vendite di prodotti e servizi…“frutto non solo di scelte individuali ma di clima culturale e sociale che spinge e orienta verso consumi eccessivi”.
La seconda parte, Le due facce del sistema: arricchimenti e diseguaglianze, apre un capitolo doloroso. Le disuguaglianze sono antiche come il mondo, se ne trova un chiaro esempio già nell’Iliade: sono “disuguaglianze di reddito e di ricchezza, di opportunità, di genere”.
Di fronte ad una crescente concentrazione della ricchezza mondiale, occorre riflettere sul fatto che “le cause economico-politiche di tanto arricchimento e potere spesso sono le stesse da cui traggono origine miserie senza fine e destini disperati”… “Le disuguaglianze sono soprattutto condizioni negative – ‘debito’ – per chi le vive. E ricchezza per chi le crea e le utilizza”… Occorre dunque “intervenire con politiche e strumenti che muovano da analisi delle cause strutturali che sono alla base dei divari”. Prima fra tutte il deficit di istruzione per colmare il debito ambientale e cognitivo.
Ma come ridurre le disuguaglianze? Che si tratti di migranti o di altri sfruttati sul lavoro, di chi opera in precarie condizioni di sicurezza. Si tratta di una platea che la globalizzazione e l’innovazione spesso hanno allargato, pur avendo avuto l’innegabile pregio di avere ridotto fame e povertà estrema nel mondo. “È fondamentale che le forze politiche… vogliano e sappiano guardare di più anche con occhi che vedano le ragioni delle persone, del loro bisogno di vivere” .
La terza parte, “Intermezzo” si sofferma sul debito pubblico, su come potrebbe essere gestito e sul ruolo della banca centrale. Due sono i problemi di fondo su cui ragiona Tutino. È proprio vero che il debito deve essere restituito? Per farlo potremmo accettare di peggiorare, ad esempio, i livelli di istruzione e sanità pubblica? Quale ruolo politico deve avere la banca centrale? A chi dovrebbe restituire l’enorme debito accumulato con la pandemia da Covid19 in tutti i Paesi, quando buona parte è nel suo attivo di bilancio?
Come in un giallo il finale (se davvero può esservi) è nella quarta e ultima parte: “La terra del debito: economia, politica, società”. Se l’enorme aumento delle disuguaglianze ha tra le sue cause la mancanza di lavoro e lo sfruttamento, allora è necessario “mettere il lavoro in posizione di centralità nell’agenda politica”. In realtà, osserva l’A., “L’economia sta muovendo da tempo – a livello globale e nei singoli paesi – in direzioni opposte all’inclusione nel mondo del lavoro. Emargina”… “La libertà di poter acquistare dappertutto al mondo e di poterlo fare a prezzi in competizione e più bassi si è scontrata con altre e più importanti libertà individuali. Riducendole. Anzitutto il lavoro, la sua qualità la sua mancanza”… “Non si può essere – o diventare o restare – liberi se non si hanno i mezzi essenziali per condurre esistenze dignitose”.
Ogni possibile strumento e politica di intervento viene esaminato negli ultimi capitoli, dal problema della sostenibilità del debito, al suo finanziamento monetario, alle manovre su spese ed entrate pubbliche, alla reale possibilità alle ipotesi di patrimoniale. Tutte le ipotesi hanno pregi e difetti, certamente ognuna implica alla base una visione politica.
Quali futuri sono possibili? “Molto dipende dalle risorse intellettuali e tecniche e dagli strumenti di intervento di cui si dispone. Ancora di più dagli orientamenti politici e morali che prevarranno”. Sottolinea, conclusivamente, Tutino come a tanti vecchi problemi se ne aggiungano ora di nuovi: emergenza climatica, pandemie, guerre. “Non si tratta soltanto di mettere insieme forze politiche in grado di analizzare e comprendere, decidere svolte profonde, trovare accordi e strumenti di realizzazione. Ma anche di correggere storture di fondo e di orientare diversamente culture, politiche, scelte economiche e finanziarie… Dovremmo domandarci fino a quale punto di ulteriore divario delle condizioni economico-sociali e di vita quotidiana si vorrà arrivare. E chi continuerà a trarre i maggiori vantaggi dai processi di globalizzazione”. Capire le ragioni di debitori e creditori – come ci aiuta a fare questo libro – è certamente un passo avanti per ogni approccio e tentativo di soluzione.