Le opportunità che il nuovo obbligo di copertura contro le calamità, appena introdotto dalla legge di bilancio, offre alle imprese
Vicenza a febbraio se l’è cavata: grazie ai bacini di laminazione costruiti intorno e dentro la città negli ultimi anni, come quello di Caldogno – le intense piogge del secondo mese dell’anno hanno causato forti disagi ma evitato disastri, la dichiarazione dello stato di emergenza e, quello che sarebbe stato peggio, vittime.
Se è innegabile che l’Italia sia esposta a una vasta gamma di disastri naturali, vediamo anche come la misurazione della vulnerabilità – ad esempio quella pubblicata dal Disaster Risk Management Knowledge Centre (DRMKC) – possa essere influenzata da diversi fattori, dalla densità della popolazione fino, ed è il caso del Veneto, all’infrastruttura disponibile per affrontare tali eventi.
Da qui una teoria di numeri snocciolati un po’ ovunque uno dietro l’altro: dall’ormai celeberrimo (quanto misero) 1,9% del nostro PIL allocato nelle coperture assicurative Danni, alla cronica sottoassicurazione delle microimprese del Paese passando – non dimentichiamolo – attraverso politiche spesso di breve termine prese sull’onda emotiva del momento (l’alluvione, la frana o il terremoto ‘di turno’), ma senza una visione complessiva di un problema che affligge il nostro territorio e la società civile da anni.
Non può quindi che essere accolto con favore l’intervento normativo definito con la Legge di Bilancio 2024, che introduce un obbligo di copertura assicurativa contro le calamità naturali.
In particolare, in base a quanto previsto all’art. 1, commi 101-111, per le aziende tenute all’iscrizione al registro delle imprese (escluse quelle agricole) viene introdotto l’obbligo di stipulare, entro il 31 dicembre 2024, contratti assicurativi a copertura dei danni alle immobilizzazioni materiali (fabbricati, macchinari ed attrezzature) direttamente cagionati da terremoto, alluvione e frane verificatisi sul territorio nazionale.
Prima di addentrarci negli aspetti peculiari del mondo assicurativo – sia di prodotto che di approccio a un mercato in larga misura ‘nuovo’ – pare necessario riflettere sulla visione da adottare, fondamentale per trasformare un obbligo legislativo in un’opportunità di concreto miglioramento per il Paese, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto di eventi catastrofici, assicurando insieme la continuità operativa delle imprese e la salvaguardia dell’occupazione.
I molteplici fattori coinvolti convergono quasi naturalmente verso un approccio olistico, che deve comprendere aspetti di manutenzione e pianificazione (in grado di prevenire, con monitoraggi e strutture adeguate, che un fenomeno naturale si trasformi necessariamente in una catastrofe); aspetti legati al coinvolgimento delle comunità locali (da sempre più vicine ai bisogni e alle evoluzioni del proprio territorio); aspetti legati alla collaborazione tra settori (da intendersi in primis ma non solo come collaborazione tra pubblico e privato, ma anche tra settori della società civile, quali esperti ambientali, di gestione del rischio, di energie sostenibili e/o rinnovabili).
Qui entra in gioco il mondo assicurativo, con le sue molteplici sfaccettature di prodotto, di cultura del rischio, di formazione e comunicazione con gli intermediari e di rapporto con il settore pubblico, rapporto fondamentale e complementare per permettere la comprensione e la promozione di un impegno collettivo che porti le imprese non a una passiva accettazione di quanto previsto dal legislatore, ma a una comprensione e condivisione delle logiche sottese ad un impianto dalle amplissime potenzialità.
Proprio da queste è partita la riflessione fatta anche in Net Insurance, per lo sviluppo di un prodotto concepito non solo – va da sé – nel rispetto delle attuali indicazioni della menzionata legge, ma anche mettendo al centro l’azienda assicurata grazie ai molteplici vantaggi offerti, come – ad esempio – l’acconto indennizzo entro 30 giorni.
Questa è una delle caratteristiche del pacchetto “garanzie catastrofali” (c.d. “CAT”) del prodotto multi-rischi che la Compagnia si appresta a breve a rendere disponibile per le PMI, garanzie che vanno ad affiancarsi alle tradizionali coperture per danni da incendio, eventi atmosferici, furto, responsabilità civile e tutela legale.
L’offerta del prodotto è agevolata da un modello operativo di semplice comunicazione e gestione: il prezzo della copertura “CAT” è calibrato sulla mera ubicazione del rischio (codice di avviamento postale).
Ovviamente verrà data anche la possibilità di acquistare garanzie “CAT” in forma “stand-alone”, senza cioè la necessità di dover comprare contestualmente altre coperture.
In definitiva, questa novità normativa deve essere percepita come un beneficio per tutti gli attori del mercato.
Per le aziende italiane, è un’occasione (non una tassa… e qui torna in gioco l’importanza di una corretta informazione insieme a quella della formazione) preziosa per completare la propria posizione assicurativa e, indirettamente ma concretamente, per qualificare il proprio merito creditizio.
Per i distributori (nel caso di Net, principalmente le banche) è un’opportunità per consolidare il proprio servizio assicurativo, innanzitutto presso le aziende già clienti, ma anche quale leva di promozione per un ampliamento della clientela. Stante l’obbligatorietà di queste coperture, il portafoglio assicurativo che ne deriverà sarà destinato ad essere stabile nel tempo, determinando vantaggi per tutti gli attori coinvolti.
L’ombrello assicurativo “CAT” delle aziende finanziate darà poi alle banche legittimazione per risparmi sull’impegno di capitale, oltreché per valutazioni virtuose in chiave di linee guida in ambito ESG. Ed ecco un altro di mille rivoli che si possono aprire grazie a una copertura assicurativa che – come abbiamo visto – porta inevitabilmente con sé un nuovo approccio al mercato.