approfondimenti/Mercato finanziario
Le nuove prospettive dell’Embedded Finance

L'offerta di prodotti finanziari da parte di player non appartenenti al settore finanza è in aumento e può raggiungere i 180 miliardi di dollari di ricavi a livello mondiale nel 2027. Ecco quali sono i vantaggi per consumatori, banche e aziende di servizi

Federica Baiocchi e Andrea Ferretti
FEDERICA-BAIOCCHI
Andrea_Ferretti

Tra i principali macro-trend che influenzano il mondo dei servizi finanziari a livello nazionale e internazionale troviamo l’Embedded Finance o finanza integrata. Con questo termine si intende un paradigma innovativo di offerta di servizi finanziari integrati senza soluzione di continuità nell’esperienza utente di player esterni al mondo finanziario, come retailer/grande distribuzione, marketplace digitali, telco, utility, energy e mobilità.

Il concetto di finanza integrata non è del tutto nuovo. Si pensi per esempio all’erogazione di carte di credito brandizzate in negozio o alla possibilità di ricevere un finanziamento per l’acquisto di un’auto o di mobilia nello stesso luogo (fisico o virtuale) in cui si effettua l’acquisto del bene. Parlando di Embedded Finance, si fa in realtà riferimento a un’evoluzione dell’esperienza utente che è abilitata principalmente da tre fattori: la tecnologia, la regolamentazione e più in generale dall’evoluzione dei servizi finanziari.

Questa evoluzione permette ai consumatori e a tutti i player coinvolti di sfruttare il potenziale offerto dalle API, ossia le interfacce software che consentono lo scambio di dati relativi all’utente finale al fine di poter costruire servizi aggiuntivi. Alcuni prodotti innovativi, a titolo di esempio, sono il BNPL oppure la possibilità di vedersi automaticamente assicurati nello stesso momento in cui si effettua l’acquisto di un biglietto aereo.

Grazie all’Embedded Finance aziende non appartenenti al settore dei servizi finanziari possono offrire ai propri clienti prestiti, polizze assicurative, metodi di pagamento innovativi e altri servizi finanziari. Questa tendenza si inserisce in modo naturale nel più ampio concetto di trasformazione delle abitudini e dei bisogni dei consumatori, che continuano a chiedere un’esperienza d’uso sempre più diretta, immediata ed intuitiva in tutti i servizi che utilizzano: i prodotti finanziari, che storicamente hanno visto più barriere all’innovazione, non costituiscono più un’eccezione in tal senso.

Da un sondaggio di EY 1 emerge infatti come il 63% dei consumatori “apprezzi molto” le soluzioni finanziarie integrate nel loro percorso di acquisto, ma anche i benefici dal punto di vista del player non finanziario sono molteplici ed eterogenei: l’estensione dell’offerta lato utente porta infatti alla generazione di nuove fonti di ricavo e all’ottimizzazione del valore dei dati dell’utente, senza farsi carico di complessità regolamentari o della necessità di richiedere una licenza bancaria.

Tale modello offre diversi benefici anche agli istituti finanziari, che possono configurarsi come provider di Banking-as-a-Service (BaaS) in ottica multi-brand e white label, per offrire tecnologie e licenze regolamentari che consentano a terzi di costruire i propri prodotti/servizi bancari e finanziari, raggiungendo in questo modo nuovi clienti tramite canali alternativi e in ultima istanza abilitando fonti di ricavo parallele e diversificate.

La crescente pressione sui margini e sull’aumento dei costi influenza tanto i fornitori di servizi finanziari che gli altri attori di mercato, e l’Embedded Finance offre un’opportunità per entrambe le parti: si tratta infatti di un mercato soggetto ad una forte crescita e che secondo alcune proiezioni supererà i 180 miliardi di dollari in ricavi nel 2027 a livello globale.


1 Fonte: EY, “NextWave Consumer Financial Research survey”, 2021

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