Nel 2021, secondo l'Istat, più del 60% delle Pmi italiane ha acquisito almeno un livello base di intensità digitale. Discreto anche il ricorso al canale fintech per richiedere i prestiti garantiti dallo Stato. Ora con il Pnrr l'occasione per il salto di qualità
In Italia le imprese stanno cercando di restare al passo con la digitalizzazione, non senza qualche problema dovuto fondamentalmente al fatto che il tessuto imprenditoriale del nostro Paese è composto per più del 90% da aziende piccole e medie. Ciononostante, durante la pandemia queste imprese hanno avviato un processo di digitalizzazione come una via per non soccombere.
Nel 2021, secondo il Rapporto Istat, oltre il 60% delle piccole e medie imprese italiane ha acquisito almeno un livello base di intensità digitale e, ove possibile, hanno creato canali di online shopping per non sospendere le vendite. Discreto anche il ricorso al canale fintech per richiedere i prestiti garantiti dallo Stato: siamo di fronte a un contesto economico complicato ma che ha concretamente determinato anche un’utilità e un momento di svolta. È fondamentale però che questa opportunità venga trasformata in un vantaggio concreto.
Malgrado questo grande desiderio di digitalizzazione in Italia, per quasi due aziende su tre l’infrastruttura digitale rimane un problema ancora irrisolto. Secondo la Commissione Europea, la digitalizzazione delle Pmi in Italia è a livelli inferiori alla media europea e nel 2021 l’Italia si è collocata al 20mo posto fra i 27 Stati membri dell’UE, una posizione ancora critica che certifica come non ci sia stata alcuna accelerazione digitale negli ultimi tempi.
Uno dei grovigli del nostro paese è quello delle competenze: nelle statistiche UE l’Italia era ultima nella dimensione del capitale umano, e quest’anno siamo terzultimi. In aggiunta, solo 1/6 delle imprese italiane mette a disposizione dei propri dipendenti formazione in materia di tecnologia informatica, cinque punti percentuali al di sotto della media UE.
Allarma lo scarso utilizzo di soluzioni digitali in produzione e amministrazione: in effetti, digitalizzare per le imprese non indica unicamente avere una presenza online, ma anche velocizzare , robotizzare, smaterializzare, ricorrere a processi guidati dai dati, eliminare gli sprechi, economizzare.
Le imprese, anche quelle di dimensioni minori, possono avvalersi degli strumenti digitali che sono oggi presenti sul mercato per rendersi più concorrenziali, ottimizzare i processi e svilupparsi. Da uno studio svolto dal Politecnico di Milano emerge come le imprese più preparare dal punto di vista della digitalizzazione realizzano performance economico-finanziarie migliori: mediamente +28% di utile netto, +18% di profitti.
Ecco perché anche nel nostro Paese le aziende, soprattutto quelle piccole e medie, dovrebbero prodigarsi per cogliere sul serio questa sfida, portando la digitalizzazione in ogni comparto. È il momento ideale, per le Pmi, di cavalcare l’onda digitale e cambiare passo: i vantaggi offerti dal Pnrr saranno una direttiva importante per le imprese per l’anno in corso.
Nei prossimi tempi, infatti, grazie al Pnrr verranno stanziati quasi 50 miliardi di euro da investire sull’infrastruttura digitale con l’obiettivo di aiutare le imprese ad avviare un percorso di trasformazione tecnologica e riuscire così ad essere più concorrenziali.