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approfondimenti/Mercato finanziario
Le disparità di genere in finanza

Perché sono poche le donne che intraprendono la carriera di consulente finanziario? Un sondaggio spiega i limiti sociali e culturali che ostacolano lo sviluppo del potenziale femminile in questa professione

Letizia Mencarini e Paola Profeta
Letizia-Mencarini
Profeta

Nel settore della finanza, la presenza femminile rimane limitata. Nonostante i progressi compiuti in termini di rappresentanza femminile in molte professioni, il numero di donne che intraprendono la carriera di consulente finanziario è ancora esiguo, sebbene in aumento. Questa disparità di genere è stata oggetto di una recente indagine condotta in collaborazione con ANASF e supportata da JP Morgan Asset Management, mirata a esplorare le determinanti del fenomeno.

L’analisi si basa su un campione di 830 consulenti finanziari, uomini e donne, che hanno risposto ad un articolato questionario. Uno degli elementi emersi è che la motivazione principale per scegliere questa professione è la possibilità di gestire il proprio tempo in modo autonomo. Tuttavia, nella pratica, proprio la gestione del tempo si rivela problematica per molte donne. Le donne dichiarano infatti di dedicare significativamente più tempo ai lavori domestici rispetto ai colleghi uomini, incontrando difficoltà a bilanciare vita personale e lavoro.

Il conflitto tra responsabilità familiari e professionali emerge come un ostacolo centrale per la carriera femminile. Le donne riferiscono una maggiore difficoltà a concentrarsi sul lavoro a causa delle responsabilità familiari, percependo un impatto negativo sulla loro soddisfazione sia professionale sia personale. Gli uomini, invece, si dichiarano mediamente più soddisfatti della propria vita e del proprio lavoro rispetto alle donne.

L’indagine ci permette di identificare gli elementi che influenzano la soddisfazione lavorativa e personale. Per tutti, uomini e donne, il più importante è il reddito personale, che mostra una forte relazione positiva con la soddisfazione. Il carico mentale, ovvero la preoccupazione costante per il lavoro, le difficoltà di concentrazione e la stanchezza legata alla gestione domestica, si associa, invece, con una riduzione significativa del benessere. Altrettanto rilevante è il conflitto lavoro-famiglia: le donne lo avvertono in misura maggiore rispetto agli uomini, e ciò incide negativamente sulla loro soddisfazione. Questi fattori sono determinanti all’interno del sottogruppo femminile, rafforzando la necessità di affrontare questioni strutturali legate alla conciliazione tra vita e lavoro.

Le attitudini culturali giocano un ruolo significativo nel definire le esperienze delle donne nel settore finanziario. Alla domanda: “I bambini in età prescolare con madri lavoratrici ne risentono” (tratta dalla World Value Survey), gli uomini del campione hanno assegnato un punteggio medio di 5.5 su una scala da 1 (fortemente in disaccordo) a 10 (fortemente d’accordo), contro un 4.4 delle donne. La differenza è statisticamente significativa.

Sorprendente è stato anche il risultato sull’affermazione: “È un problema se le donne guadagnano più del proprio marito”. Sebbene il campione generale tenda a non considerarlo un problema, una quota significativa di donne ha dichiarato di essere d’accordo con questa affermazione. Tale opinione è più frequente tra le donne che contribuiscono per meno del 25% al reddito familiare, evidenziando come stereotipi e pressioni sociali possano influenzare anche la percezione femminile.

Quali sono le prospettive delle donne? Le consulenti finanziarie manifestano aspettative di cambiamento lavorativo inferiori rispetto agli uomini, soprattutto se hanno redditi più elevati, orari di lavoro fissi o un maggior numero di componenti familiari. Tuttavia, fattori come la difficoltà di concentrazione, i conflitti tra lavoro e famiglia e l’aumento delle ore di lavoro da remoto incrementano la probabilità di prevedere un cambio di carriera. Tra le donne, queste aspettative sono significativamente correlate alle difficoltà di conciliazione e alle percezioni di insoddisfazione.

Il nodo della conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa si rivela centrale nei risultati del nostro “list experiment”: circa la metà degli intervistati, uomini e donne, conclude che il lavoro di consulente finanziario non permette di conciliare agevolmente vita lavorativa e vita familiare

La nostra indagine mostra che i conflitti irrisolti tra lavoro e famiglia rappresentano un nodo cruciale per il reddito, la carriera e la soddisfazione personale delle donne nel settore finanziario. Affrontare queste disparità richiede interventi mirati, sia a livello culturale che organizzativo, per promuovere una maggiore parità di genere e sostenere il pieno sviluppo del potenziale femminile in questa professione.

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