Le conoscenze finanziarie degli italiani e la domanda di consulenza. Il caso italiano
M. Gentile, N. Linciano, P. Soccorso

Numerose rilevazioni empiriche, domestiche e internazionali, attestano il basso livello di conoscenze finanziarie degli italiani. A tale deficit si associano, ovviamente, una scarsa capacità di adottare scelte economiche e di investimento corrette. L’Osservatorio Consob su ‘L’approccio alla finanza e agli investimenti delle famiglie italiane‘ mostra che in media il risparmiatore italiano non è in grado di riconoscere i passaggi fondanti del processo di investimento, ricorre più frequentemente al consiglio di amici e parenti piuttosto che a quello di un professionista, mostra bassa conoscenza delle caratteristiche di un servizio di consulenza personalizzata e dei livelli di tutela a esso associati.
I temi analizzati toccano due aspetti di interesse rilevanti per le possibili implicazioni di policy. Il primo concerne l’eventualità che la consulenza finanziaria possa sopperire ai bassi livelli di financial literacy dei risparmiatori italiani. Il secondo profilo riguarda il ruolo delle percezioni individuali, che qualora si traducano in sopravvalutazione delle proprie capacità generano la cosiddetta overconfidence, ossia un’attitudine che può avere effetti distorsivi importanti sulle scelte di investimento (incentivando, ad esempio, un’eccessiva assunzione di rischio).