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RAPPORTO MCKINSEY
Le 18 arene su cui scommettere

Il Rapporto del Global Institute di McKinsey identifica 12 settori di attività che sono cresciuti di più e hanno cambiato il volto dell'impresa nel primo quarto del secolo. E ne seleziona 18 che sono in ottima posizione per sovraperformare di qui al 2040. Ecco quali

Paola Pilati

Dall’inizio del secolo a oggi, l’industria vincente nel mondo ha cambiato faccia. Delle prime venti imprese in vetta a livello globale per capitalizzazione di mercato nel 2005, solo 4 sono rimaste nella top 20 nel 2024.

Le altre sono state scalzate da altre imprese, che non solo hanno saputo scalare molto rapidamente la classifica in termini di profitti conseguiti e successo in borsa, ma hanno mostrato grande dinamismo su altri fronti: capacità di innovazione tecnologica e di modello di business, crescita dimensionale, potenza competitiva, investimenti non solo per guadagnare quote di mercato ma per dare qualità ai prodotti. Infine, sono imprese che hanno saputo conquistarsi una presenza centrale nella vita collettiva, anzi una presenza che ha cambiato le nostre vite.

A queste super-imprese, McKinsey ha dedicato un rapporto del suo Global Institute, identificando quali sono le “arene” che hanno plasmato il nuovo volto dell’impresa di successo nel primo quarto del ventunesimo secolo e perché, spingendosi anche nell’ambizioso esercizio di identificare le arene, cioè i settori, da cui attendere le stesse straordinarie performance di qui al 2040.

Nel primo gruppo ci sono 12 settori che, sulla base dei dati che vanno dal 2005 al 2020, hanno dato forma al mondo del business in cui viviamo oggi. Nel secondo gruppo i settori individuati sono 18, con alcune conferme e molte new entry.

Tra le 12 arene che oggi vediamo ai vertici della crescita ci sono l’e-commerce, il biopharma, i veicoli elettrici, i servizi internet per i consumatori, l’elettronica di consumo, il cloud, i semiconduttori, il software, l’elettronica industriale, quella dei pagamenti, il video e audio entertainment, i servizi basati su informazioni per il mondo del business. I loro ricavi hanno avuto complessivamente una crescita annua del 10 per cento e del 16 per cento quella annua della capitalizzazione di borsa. Hanno triplicato il peso della loro quota sul Pil globale dal 3 al 9 per cento. Questo mentre il resto delle imprese cresceva complessivamente solo del 4 per cento sul fronte ricavi e del 6 per cento in borsa.

Alle 18 arene del futuro – che includono nuovi ambiti come l’AI, la cybersecurity, la air mobility e i farmaci contro l’obesità, la robotics e la biotecnologia non medica – il Rapporto accredita una crescita non meno spettacolare: da 29 a 48 trilioni di dollari di ricavi entro il 2024, con profitti dai 2 ai 6 trilioni; una posizione sul Pil globale che può arrivare al 16 per cento.

Oltre allo straordinario ruolo di fondo che ha avuto l’avvento dell’era della digitalizzazione, che ha consentito l’accesso ai mercati globali e ha consentito la nascita di piattaforme di consumo sempre più grandi, qual è la pozione magica che ha fatto crescere le arene attuali?

I fattori identificati da McKinsey sono tre: in primo luogo l’evoluzione della performance tecnologica per accelerazioni e salti innovativi che sbaragliano il contesto commerciale, poi il fatto che stimolano i competitor a entrare sullo stesso terreno, imponendo di scalare gli investimenti, in cerca del salto tecnologico successivo, infine il poter contare su un mercato molto ampio a cui offrire prodotti sempre più sofisticati. Una dinamica che produce una competizione continua che si traduce in una crescita veloce, in cui il vincitore sa di non restare tale a lungo, perché un nuovo round di sfide competitive segue il precedente, in un meccanismo che non si ferma mai.

La crescita più vertiginosa è sotto gli occhi di tutti, ed è quella che ha visto il boom dei servizi come il cloud, l’internet di consumo, l’e-commerce, guidati dai giganti della tecnologia come Alphabet, Amazon, Meta, Microsoft. L’e-commerce, per esempio, che produceva circa 15 miliardi di ricavi nel 2005, è arrivato a fatturare 890 miliardi di dollari nel 2020. Un altro cambiamento vistoso ha coinvolto il settore delle tlc e dell’elettronica di consumo, dove l’arrivo dello smartphone ha cambiato l’assetto competitivo: nel 2005 Sony, LG e Samsung erano sul podio delle vendite e dei fatturati, nel 2020 è la Apple prima in classifica, con il 30 per centro del mercato, Sony e Lg sono state sloggiate dalle prime posizioni che presiedevano prima.

Non tutte le 12 arene del presente diventeranno obsolete nel futuro. Tra le 18 del futuro ce ne sono quattro che continueranno a crescere a ritmi record: l’e-commerce, i veicoli elettrici, il cloud, i semiconduttori.

Poi ci sono le arene “spin off”, cioè porzioni di settori già oggi super-dinamici, che avranno una propria traiettoria di crescita, più veloce di quella da cui hanno origine.

Per esempio, l’arena della pubblicità digitale deriva dall’arena del presente delle vendite su internet; l’arena del software ne genera un’altra, quella del software dell’intelligenza artificiale e dei servizi; l’arena del video-audio entertainment può spingere la nuova arena del video in streaming.

Infine c’è il terzo gruppo di arene emergenti, quelle appena nate, o anche già esistenti, ma che hanno un nuovo dinamismo. Quest’ultimo è il caso dei video games, mentre quello dei farmaci per l’obesità è appena sbocciato. Oppure sono nuove arene legate a un’evoluzione tecnologica, come l’area dei veicoli autonomi condivisi – i taxi volanti – e lo spazio, il cui sfruttamento commerciale è già cresciuto molto ed evolverà pari passo con l’evoluzione tecnologica di satelliti e lanciatori e dei servizi che potranno offrire alla terra.

La crescita della criminalità sul web darà la spinta all’arena della cybersecurity, dove la ricerca di sistemi di protezione dei dati e dei network metterà in campo massicci investimenti in R&S e in nuovi sistemi, coagulando in questo settore la maggiore spesa futura nel campo dell’IT  (dal 6 per cento nel 2022 al 7 /14 per cento per il  2040).

È noto quanto le batterie siano centrali per la transizione energetica a livello globale: la ricerca nel settore avrà valenza strategica, ma i capitali necessari aumenteranno anche le barriere d’ingresso in un settore dominato dalle giga-factories. 

I video games: qui non c’è soltanto un cambio di modello di business, quello dei giochi gratuiti che generano profitti attraverso le vendite durante il gioco, ma c’è anche uno sviluppo produttivo con budget che superano quelli delle produzioni cinematografiche, visto il successo di pubblico. Quanto alla futura arena della robotica, il numero delle applicazioni possibili e lo sviluppo dei robot autonomi che non sono disegnati per fare un solo compito, ma una varietà di attività con il minimo di intervento umano, è una delle più promettenti.

La biotecnologia industriale e di consumo è destinata ad accelerare soprattutto in quattro aree: agricoltura, con le coltivazioni di bioingegneria, le proteine alternative, la personalizzazione dei prodotti della salute, lo sviluppo dei biomateriali come le bioplastiche. L’arena dell’edilizia modulare e prefabbricata verrà spinta dal bisogno di aumentare la produttività del settore delle costruzioni, dalla domanda crescente di abitazioni e dalla diminuzione di manodopera esperta disponibile, ma anche dalla prevista diffusione della tecnica modulare in paesi che finora non l’hanno adottata.

Il mercato degli impianti a fissione nucleare di medie dimensioni ha un tale potenziale che il rapporto McKinsey ne fa un’arena del futuro. Chi li costruisce ha ormai adottato tecniche che ne abbattono i costi e li rendono più sicuri, grazie a componenti prefabbricati e design standardizzato. Sempre l’evoluzione tecnologica consente di guardare alla mobilità futura affidata a veicoli che decollano e atterrano in verticale come una delle 18 arene su cui investire. Qui la chiave è nella commercializzazione dei servizi e nella costruzione dei “vertiport”, che hanno già mosso, nel 2023, 5 miliardi di dollari.

Un mercato sicuro, vista la diffusione dell’obesità, lo avrà l’arena dei farmaci per ridurla: si prevede che il mercato produrrà un giro d’affari di 4,4 trilioni di dollari nel 2035.  Qui la rivoluzione è partita con l’introduzione di medicinali che curavano il diabete e ha scatenato la rincorsa dei maggiori players. Man mano che i generici prenderanno il loro posto, la gara sarà a ridurre gli effetti collaterali delle cure e alla ricerca di sistemi di somministrazione più facili, come le pillole invece delle attuali iniezioni.

Ma che cosa ne sarà di quelle che, tra le 12 arene attuali, non sono state incluse nel gruppo delle rutilanti 18 del prossimo futuro? Su cinque di loro McKinsey è rassicurante: biopharma, l’elettronica di consumo, i servizi per il business basati sull’informazione, l’elettronica industriale e l’industria dei pagamenti non potranno più considerarsi arene nel senso di presentare una crescita e un dinamismo eccezionali. Ma avranno una crescita più stabile e resteranno comunque settori centrali nella crescita dell’economia.

Ci sono infine dei settori che potrebbero manifestarsi come nuove arene, ma ancora non lo sono, perché il grado di incertezza sulla loro capacità di mostrare performance esplosive è troppo alto. Resta così pendente il giudizio sull’idrogeno pulito, sull’industria in grado di produrre materiali come cemento, acciaio, alluminio, con basse emissioni di CO2, i servizi per gli anziani, la fusione nucleare e anche l’industria dei prodotti per le energie rinnovabili come i pannelli solari e i carburanti ecologici: sorprende che su molti settori che hanno a che fare con la credibilità di una transizione energetica che rispetti gli obiettivi di abbattimento della CO2, gli esperti di McKinsey abbiano delle riserve.

Restano nel limbo altri due settori: quello della realtà virtuale e della realtà aumentata – il metaverso, insomma – che negli anni recenti ha attirato fiumi di denaro dal venture capital, ha troppi caveat nella sua adozione per poterlo considerare una arena del futuro; quello del Web 3, cioè la finanza decentralizzata, per quanto diffusa ha troppi rischi regolatori e di frode per promuoverla nel gruppo.  A meno che Trump non ne diventi lo sponsor planetario.