INVESTIMENTI SOSTENIBILI
L'anno dei Blue Bond

Nella grande famiglia delle obbligazioni verdi ora potrebbero trovare il loro spazio anche emissioni destinate a difendere mari e oceani. Le prime mosse per una rivoluzione molto attesa

La sostenibilità in finanza ha prodotto finora una montagna di green bond, un must per tutti i portafogli. Eppure la maggior parte della superficie del globo non è fatta di terra, ma di acqua e sulla sua sostenibilità ambientale le scommesse sono state finora assai poche.

Dal 2018, anno del primo blue bond (emesso dalle Seychelles), il totale di emissioni destinate alle aree protette del mare, alla pesca, alla difesa degli oceani e via dicendo, hanno racimolato 6,8 miliardi di euro in totale (Environmental Finance Data), su un totale di 4,6 trilioni di dollari di bond con il cartellino di GSSS (green, social, sustainable e sustainability-linked).

Ora le cose possono cambiare: la International Finance Corporation, emanazione del  World Bank Group nel settore privato, insieme all’asset manager americano T Rowe Price, hanno dato il via a un nuovo fondo da 425 milioni di dollari che investirà in blu bond emessi da paesi in via di sviluppo.

Che cosa potrebbe dare questa volta la spinta decisiva ai blue bond questa, sfatando la disattenzione del passato? Il fatto che l’anno scorso le Nazioni Unite hanno tenuto la prima Global Water conference degli ultimi 46 anni, e che hanno adottato un Trattato in cui le nazioni si sono impegnate a proteggere il 30 per cento delle acque internazionali entro il 2030.

Se finora le emissioni di blue bond sono state fatte soprattutto dagli stati, ora si attendono emissioni corporate, come ha fatto nel 2023 la società elettrica danese Ørsted con un blue bond di 100 milioni di dollari. L’International Capital Markets association (ICMA) ha emesso le prime istruzioni per questo tipo di bond, classificandole come una sottocategorie del mercato dei green bond, e questo potrebbe agevolarne la diffusione.

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