Capitalismo& antitrust
La scuola di Chicago contro le Big Tech

La prestigiosa scuola economica dell’università di Chicago, la Booth School of business, da sempre dominata dalle idee di Milton Freedman, si fa carico di indicare una nuova strada al capitalismo.

Portabandiera, Luigi Zingales, che ne dirige lo Stigler Center. Il quale ha affrontato il tema dei giganti monopolisti in più di una occasione, di recente, con un messaggio: riconoscere solo i diritti degli shareholder non basta più (https://www.youtube.com/watch?v=LzjxSvIxvqQ).

La massimizzazione del profitto, come unico driver del comportamento delle imprese, non serve alla società di oggi. Occorre dare spazio agli stakeholder, la società civile, i consumatori, gli interessi della collettività, che con la propria azione possono indurre le imprese a sposare comportamenti virtuosi.

Ma ci sono alcuni monopoli per cui sono necessari strumenti di intervento più efficaci. È il caso dei grandi delle big tech, da Google al Amazon. Per combatterle, ha affermato Zingales, non basta la buona volontà degli stakeholder, ci vuole la partecipazione a un processo politico per individuare nuovi strumenti di antitrust.

La normativa antitrust appartiene al dna della nazione, combattere i monopoli non è né repubblicano né democratico, è una battaglia americana, ha detto Zingales. È anche grazie a queste posizioni che vengono dal prestigioso mondo accademico, che 50 attorney general si sono mossi negli Usa (la metà del totale dei procuratori nazionali) con una iniziativa concertata per indagare sul potere di mercato di Google.