Convegno Economia Italiana/Fondazione Piacenza e Vigevano
La ripresa c’è. E la finanza pubblica non va così male
G.P.

Numerosi i segnali positivi per l’economia. Se ne parla al Convegno della rivista Economia Italiana organizzato dal CESPEM presso la Fondazione di Piacenza e Vigevano

Un’economia in ripresa. Una finanza pubblica che migliora. Il mercato dei finanziamenti privati per le infrastrutture che potrebbe finalmente partire. Pur nella consapevolezza che c’è moltissimo da fare, il Convegno ospitato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano giovedì 16 novembre per presentare l’ultimo numero di Economia Italiana – rivista storica per i temi di politica economica del nostro paese, fondata dall’economista piacentino Mario Arcelli e sostenuta dalla Fondazione – ha presentato note di cauto ottimismo.

Il prof. Francesco Timpano, dell’Università Cattolica di Piacenza e direttore del Ce.S.P.E.M. “Mario Arcelli”, Centro Studi di Politica Economica e Monetaria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha sede a Piacenza, ha chiamato a raccolta i suoi numerosissimi studenti per consentire in loco – attraverso un dibattito a più voci – una visione diretta di come evolve la situazione del Paese.

Caloroso il benvenuto del Presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, dott. Massimo Toscani, che nel suo intervento ha ricordato la figura del prof. Arcelli e anche quella di Giacomo Vaciago, l’economista della Cattolica, già sindaco della città, scomparso di recente.

La rivista Economia Italiana è stata acquisita di recente da Editrice Minerva Bancaria con l’obiettivo di contribuire al rilancio di questa testata storica, affinché continui ad approfondire e allargare il dibattito sui nodi strutturali dell’economia italiana, mantenendo anche – attraverso il Ce.S.P.E.M. e la Fondazione – un contatto forte con la città di Piacenza. La rivista non sarà una ennesima pubblicazione accademica italiana, ma piuttosto un veicolo focalizzato sui principali temi di politica economica rilevanti per il Paese, nel contesto della sua partecipazione alla UE e all’Eurozona

Da segnalare durante, l’incontro l’intervento di Stefano Fantacone, direttore del CER, che ha sottolineato in particolare come la manovra di bilancio 2018 mostra un allentamento del saldo che in realtà è solo apparente e interamente determinato da disattivazione clausole di salvaguardia.     Al netto di questo effetto la manovra 2018 è restrittiva. La situazione della finanza pubblica italiana è in realtà migliore di quanto non traspaia da una meccanica lettura delle rigide regole europee, sia perché non si tiene sufficientemente conto della crescita, che tende ad avvicinarsi al2% per l’anno che si sta chiudendo, sia perché l’Italia è uno dei pochi paesi grandi dell’Unione rimasta stabilmente entro il parametro del 3% di deficit/PIL dall’epoca della crisi finanziaria.

Francesco Baldi, del CASMEF LUISS, Centro Arcelli per gli Studi Monetari E Finanziari, ha illustrato l’evoluzione delle modalità di finanziamento degli investimenti in infrastrutture in Italia, in particolare tramite i project bonds. Il loro sviluppo rappresenta un elemento importante nella strategia di rilancio infrastrutturale del Paese. I project bonds sono appunto “obbligazioni di scopo” emesse da società impegnate nella costruzione di un’opera infrastrutturale. Disciplinati nel 2012 dal Governo Monti (Decreto Cresci-Italia, e altri) e successivamente nel 2014 dal Governo Renzi (Decreto Sblocca Italia, 2014), con la finalità di rilanciare gli investimenti in infrastrutture senza dover ricorrere integralmente al debito bancario.I project bonds beneficiano di importanti misure di agevolazione fiscale: ritenuta ridotta (12,5%) sugli interessi; deducibilità degli interessi passivi per l’emittente; imposte di registro, ipotecaria e catastale “fisse” sulle garanzie.Per lo sviluppo del mercato è essenziale, da un lato, aumentare l’offerta di investimenti in opere infrastrutturali «greenfield», cioè nuove, necessarie per modernizzare la dotazione del Paese; dall’altro rafforzare le strutture patrimoniali dei vari progetti. Per colmare l’equity gap è necessario lo sviluppo di una industria dei fondi di private equity infrastrutturali e lo stimolo all’attività di sponsorship degli investitori istituzionali (es. fondi pensione). Importante sarà anche indirizzare il mercato dei project bonds verso il finanziamento di infrastrutture di media/piccola dimensione mediante la creazione di consorzi di garanzia, standard contrattuali, meccanismi «locali» di credit enhancement , ovvero di garanzie aggiuntive che possono rafforzare l’operazione, emesse tradizionalmente dalla BEI, ma chepotrebbero essere rilasciate in Italia anche da enti quali CDP, ecc… In questo modo si potrebbe innalzare il rating delle obbligazioni emesse e renderle più appetibili per gli investitori istituzionali.

Giovanni Parrillo, direttore responsabile di Economia Italiana, dopo aver illustrato la mission della rivista, ha brevemente ricordato che secondo il Global Financial Stability Report del Fondo Monetario Internazionale, la stabilità dei mercati finanziari è decisamente migliorata e questo contribuisce certamente anche al recupero della nostra economia. Tuttavia, come ammonisce il Fondo, la ricerca affannosa di rendimenti sul mercato, favorita dai bassi tassi di interesse, e l’accumulo di debiti del settore privato potrebbe creare nuovi rischi nel medio termine che vanno contrastati con politiche adeguate, volte a consolidare i progressi sin qui conseguiti nella realizzazione del nuovo ordine finanziario definito dopo la crisi del 2007-2008.

Qual è dunque la ricetta del Fondo per prevenire una crisi di medio termine?La vera sfida per i policymakers è di assicurarsi che il sistema non continui ad accumulare vulnerabilità e che al contempo le condizioni di politica monetaria rimangano favorevoli per la ripresa mondiale. Altrimenti l’accumulo di debito e la sopravvalutazione degli asset potrebbe minare la fiducia del sistema e mettere a rischio la crescita globale. I policymakers devono sfruttare questo momento particolarmente positivo per la stabilità del sistema evitando il compiacimento e mettendo in atto nuove misure per prevenire i rischi a medio termine.

 

Allegato 1 – Francesco Baldi – Il finanziamento degli investimenti in infrastrutture in Italia: evidenze empiriche ed implicazioni di policy

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Allegato 2 – Stefano Fantacone – L’economia italiana fra vincoli di bilancio e consolidamento della ripresa

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