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La riduzione degli NPL alla luce delle Linee Guida della BCE
Giuseppe Cinquegrana, Michela di Stefano
cinquegrana

Le linee guida sugli NPLsNon Performing Loans, pubblicate dalla Banca Centrale Europea, BCE, il 20 marzo 2017, sono il risultato del processo di consultazione, avviato dalla BCE nel settembre 2016. L’adozione delle Linee Guida si è resa necessaria al fine di istituire un quadro d’azione armonizzato, all’interno del quadro di riferimento dell’Unione Bancaria Europea,in ambito di gestione dei crediti deteriorati, volto a ridurre il loro ammontare all’interno dei bilanci, con benefici all’economia in una prospettiva sia micro che macro-prudenziale. Sebbene queste regole non siano al momento vincolanti per le banche, le autorità di vigilanza possono richiedere agli istituti di credito di illustrare e motivare qualsiasi scostamento rispetto al contenuto.

Il documento definisce le misure, i processi, e le migliori prassi che andrebbero integrate nel trattamento degli NPLs da parte degli istituti di credito. Inoltre, si propone di sviluppare un approccio di vigilanza organico in merito all’individuazione, misurazione, gestione e cancellazione degli NPLs. Le banche coinvolte sono esortate ad attuare strategie ambiziose e realistiche per la riduzione degli stessi. Il contenuto delle linee guida è di natura qualitativa, ed è destinato agli enti creditizi significativi (significant institutions, SI) sottoposti a Vigilanza diretta nell’ambito del Meccanismo di Vigilanza Unico (MVU). Gli istituti di credito individuate le lacune possono porre rimedio sulla base di adeguati piani di azione accompagnati da precise scadenze, da concordarsi con i rispettivi gruppi di vigilanza congiunti.

La struttura del documento della BCE è articolata in diversi punti focus: la prima parte è introduttiva, la seconda definisce le aspettative della vigilanza riguardo la strategia di gestione degli NPLs, a cui si ricollegano la governance e l’assetto operativo della gestione dei crediti deteriorati. Successivamente sono illustrati gli aspetti rilevanti per le misure di concessione e per la rilevazione degli NPLs. Infine, sono fornite indicazioni qualitative sugli accantonamenti e sulle cancellazioni afferenti gli NPLs, sulla valutazione delle garanzie.

Le linee guida raccomandano alle banche di valutare il contesto operativo in cui operano, di analizzare tutte le opzioni strategiche disponibili, anche in combinazione, di stabilire obiettivi per portafoglio, di elaborare un piano operativo comprendente investimenti, personale dedicato, organizzazione ecc., di fornire alla vigilanza bancaria europea, su base annua, una sintesi della strategia e degli obiettivi di gestione degli NPLs e il relativo piano operativo.

Le banche dovrebbero costituire un’unità di risoluzione degli NPLs separata e specializzata per contribuire a eliminare i potenziali conflitti di interesse con le unità preposte alla concessione dei prestiti, creare diverse unità dedicate agli NPLs per le diverse fasi del ciclo di vita dei crediti deteriorati, nonché formulare politiche chiare connesse al recupero degli stessi.

Le linee guida richiedono alle banche di adottare un approccio articolato di segmentazione dei portafogli per classi di debitori con caratteristiche simili che richiedano trattamento analogo, assicurare la presenza di infrastrutture adeguate per le unità dedicate agli NPLs e relative funzioni di controllo, assicurare un assetto organizzativo dedicato agli NPLs.

Infine il documento, illustra alle banche come definire le politiche di accantonamento e di cancellazione degli NPLs in linea con le raccomandazioni a livello internazionale. Traccia le politiche, le procedure e i flussi informativi, quantitativi e qualitativi, che gli intermediari dovrebbero adottare per la valutazione delle garanzie immobiliari sugli NPLs.

La strategia di riduzione dei Non Performing Loans, adottata dalle banche, può includere una serie di opzioni come: 1) la strategia basata sul mantenimento delle posizioni in bilancio/misure di concessione; 2) la riduzione attiva dei portafogli che può essere realizzata mediante cessioni e/o cancellazioni di esposizioni deteriorate oggetto di accantonamenti che sono ritenute irrecuperabili; 3) il cambiamento di tipologia di esposizione: vi rientrano le escussioni delle garanzie, la conversione del debito in azioni, la conversione del debito in attività o la sostituzione delle garanzie; 4) l’opzione di tipo legale: che comprende procedure di insolvenza o composizione extragiudiziale; 5) il mix combinato delle possibili strategie.

Alcuni gruppi bancari hanno creato un’unità interna di risoluzione degli NPLs separata e specializzata, altri gruppi hanno adottato strategie incentrate sulla cessione di crediti deteriorati, altri ancora hanno dichiarato di volere raggiungere gli obiettivi di riduzione con un mix di strategie. La questione cruciale è che sul mercato degli Npls sono attivi pochi operatori specializzati. Le banche hanno assunto sempre più la consapevolezza che la gestione dei crediti deteriorati può costituire un importante centro di profitto, attraverso la registrazione di riprese di valore oltre che mediante la riduzione delle rettifiche. La loro gestione non è semplice perché richiede il coinvolgimento di molte aree di operatività, molteplici conoscenze specialistiche, competenze organizzative e tecnologiche.

La gestione dei crediti deteriorati non può essere considerata mera attività di recupero, ma diviene un’attività “core” ossia essenziale e strategica per tutti gli istituti di credito, e deve, quindi, essere supportata da un programma di azioni coordinate ed organizzate finalizzate alla riduzione degli stocks e alla massimizzazione dei recuperi. Un’efficiente strategia di gestione dei portafogli di crediti deteriorati non consiste in un’unica soluzione strategica, bensì nell’abbinamento di diversi strategie ed opzioni di gestione per raggiungere nel migliore dei modi gli obiettivi prefissati, prestando attenzione a valutare quali scelte siano più vantaggiose per singolo portafoglio, posizione, tenendo in considerazione le condizioni di mercato. Alla luce dell’introduzione del bail-in come punto di riferimento nell’Unione Bancaria con il conseguente ridimensionamento di interventi di salvataggio delle banche da parte dello Stato, la “questione bancaria” degli NPLs se da un lato è di rilevanza di sistema e in quanto tale necessita senza dubbio di una risoluzione a livello di sistema, deve comunque avvenire sempre più anche all’interno di ciascun istituto di credito qualunque sia la relativa dimensione, con un vero e proprio scouting delle posizioni, preliminare al processo di erogazione del prestito, e uno screening sempre più statistico e continuo nella gestione del credito: ogni operatore per poter elaborare una strategia         di gestione efficiente e corretta dei portafogli NPLs dovrebbe monitorare in modo continuo e standardizzato il data set relativo alle posizioni ad incagli e sofferenze. Un’ ottima segmentazione del portafoglio crediti consentirebbe, inoltre, di decidere come gestire il portafoglio, come monitorare le scelte fatte, di migliorare i risultati gestionali, di ridurre i tempi decisionali e di aumentare le possibilità dicogliere le opportunità offerte dal mercato. Un buon set informativo ha una rilevanza essenziale per elaborare la strategia stessa.

La circostanza di dover affrontare sempre più maggiori accantonamenti e più prudenti valutazioni delle garanzie ha spinto gli istituti di credito a gestire più rapidamente i propri NPLs. Le banche hanno senz’altro migliorato l’utilizzo di tutte le leve strategiche a disposizione, con l’ausilio sempre più di un sistema informativo integrato, al fine di ridurre l’impatto sui propri bilanci dell’elevato ammontare di Non Performing Loans. L’intero processo di gestione del rischio di credito è stato stimolato a migliorare e a sviluppare ancora di più le tecniche e gli strumenti di prevenzione e controllo, già applicate con l’introduzione delle regole di Basilea nelle due decadi precedenti, per evitare l’insorgere del fenomeno, attraverso un’analisi prospettica dei settori, del territorio in cui operano le imprese e attraverso lo sviluppo di modelli previsionali delle insolvenze idonei per una valutazione più accurata del merito creditizio.

L’opera di restyling dei bilanci nell’ottica di riduzione degli NPLs, che sta senz’altro migliorando l’esposizione contabile del sistema bancario italiano,è stato ancor di più stimolata, da un lato, dalla moral suasion della BCE che il 15 Marzo 2018 ha pubblicato la versione definitivadell’Addendum alle Linee Guida presentato come bozza nell’ Ottobre 2017, oggetto di un’ampia discussione in questi mesi, in cui prospetta che a partire dal 1° Aprile 2018 le banche coprano integralmente con accantonamenti la quota non garantita degli NPLs con due anni di anzianità, mentre per la quota garantita, al fine di evitare un repentino innalzamento del livello degli accantonamenti, si segua un percorso lineare pari al 40%, 55%, 70%, 85% e, infine, 100%rispettivamente ai 3, 4, 5, 6 e 7 anni di anzianità (le banche sono attese a dare comunicazione ai Gruppi di Vigilanza Congiunti dei livelli di copertura dei crediti deteriorati classificati come tali al 1° Aprile 2018 e le autorità di vigilanza possono stabilire misure adeguate valutando caso per caso con ciascuna banca che gli accantonamenti in bilancio, conformi ai principi contabili, non siano ritenuti prudenziali e richiedere, quindi, gli adeguamenti opportuni); dall’altro,dall’attenzione da parte dei regolatori nazionali e internazionali. In particolare la Commissione Europea sta presentando un pacchetto di misure legislative al fine di rendere sempre più omogenea la disciplina, prevedendo una maggiore flessibilità rispetto all’Addendum in quanto considera come esposizioni sulle quali effettuare gli accantonamenti solo gli NPLs sui nuovi crediti a partire dal 1° Gennaio 2018. Il ridimensionamento degli assets deteriorati delle banche sembra, in effetti, un processo avviato su percorso di risoluzione, favorito in quest’ultimo anno oltre che dalla ripresa economica, che si è rafforzata negli ultimi mesi del 2017, anche dal percorso di riorganizzazione del business model del settore bancario, impegnato sempre più in un aumento di produttività, redditività ed efficienza da conseguire sia con l’innovazione digitale sia con una più trasparente gestione del processo creditizio.

Visualizza il file dell’addendum della Bce