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La mappa della libertà

La libertà economica coincide con un più diffuso senso di felicità individuale, con una minore discriminazione tra i sessi, con una maggiore diffusione dei diritti civili, e anche con una aspettativa di vita più lunga. Il Cato Institute – think thank liberal di Washington – ha appena pubblicato il nuovo indice Economic Freedom of the world (Efw) relativo al 2015, ultimo anno in cui sono disponibili dati esaustivi e confrontabili per tutti i 159 paesi presi in considerazione.

La fonte dei dati sono soprattutto il Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale e il World economic Forum, e vengono comunque banditi giudizi di tipo valutativo: il lavoro è coordinato dal Fraser Institute in Canada, e trae origine dalle conferenze tenute da Milton e Rose Friedman con Micheal Walker tra il 1986 e il 1994, a cui seguirono i contributi di molti altri economisti per mettere a punto una misura dell’Efw.

Nell’indice viene presa in considerazione la libertà economica in cinque campi: peso del governo e presenza pubblica, sistema della giustizia, stabilità della moneta, scambi internazionali, e l’impianto legale per credito, lavoro e business. I risultati di quest’anno? Hong Kong e Singapore mantengono i due posti di vertice, seguiti da Nuova Zelanda, Svizzera e Irlanda. L’Italia è al 54mo posto, a pari merito con Bahamas, Honduras, Ungheria e Giamaica, ed è superata da molte economie ex comuniste come Albania, Armenia, Repubblica Ceca, Mongolia e Bulgaria. Rispetto al voto nei cinque settori presi in considerazione la posizione del nostro paese crolla al 122mo posto quanto a peso del governo nell’economia, si riscatta sul fronte della stabilità monetaria e della libertà di scambio (decimo e ventesimo posto), crolla al 98mo per i vincoli all’esercizio dell’intrapresa, è a mezza strada quanto a sistema della giustizia e regolazione (60mo posto e 52mo).

L’Italia è comunque rimasta fuori dall’area dei “big movers”, i paesi che tra il 2000 e il 2015 hanno registrato i balzi più ampi verso il miglioramento, e che sono Romania e Bulgaria, seguite dal Rwanda. Ci possiamo consolare per non essere neanche tra quelli che sono precipitati all’indietro, come Venezuela e Argentina, o Bolivia Grecia ed Egitto.

Link 1 – Mappa interattiva Economic Freedom

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Link 2 – Economic Freedom of the World

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