Non solo accessorio di abbigliamento ma oggetto da collezione e ora nuovo asset per chi vuole diversificare il proprio portafoglio. Da una piattaforma di tranding dei modelli più ricercati ad un fondo di investimento, ecco il magico mondo delle sneakers
Ieri c’era solo una piattaforma di trading gettonatissima, oggi è arrivato anche un fondo di investimento. È l’evoluzione di un nuovo mercato, quello della rivendita delle sneakers. Proprio così: le scarpe che è limitativo chiamare da ginnastica, o da attività sportiva, diventate ormai un accessorio d’abbigliamento obbligatorio non solo per i giovani ma per tutte le età, per uomini e per donne. Ebbene, le sneakers sono ormai soprattutto un prodotto di moda, un oggetto da collezione, un simbolo della cultura Pop. Tanto da averle trasformate in un investimento, non diverso dall’arte, dagli orologi di marca e dai grandi vini.
Il meccanismo che negli ultimi 5 anni ha cavalcato questa trasformazione è un business stimato due miliardi di dollari solo in Nordamerica, destinato, secondo le proiezioni, a salire a 6 miliardi già nel 2025. Un mercato secondario in cui uno spiantato può diventare milionario, aperto a tutti – molti sono ragazzini non ancora maggiorenni – purché si abbiano buone gambe e denaro cash.
Buone gambe per entrare di corsa quando si aprono i cancelli delle “sneaker convention“, i grandi eventi commerciali – uno dei più famosi è ComplexCon – in cui si possono acquistare al prezzo imposto all’origine dal produttore – la Nike, Adidas, Puma, Converse e via dicendo – i nuovi modelli. I più ricercati sono quelli a edizione limitata, prodotti in collaborazione con artisti o con cantanti famosi che poi le indossano sul palco. Lì, sgomitando, ci si accaparrano le scarpe, pagandole sui 100/150 dollari, scarpe che da quel momento entrano nel mondo del “resale” attraverso la piattaforma StockX, una vera borsa per oggetti da collezione.
Lì l’evoluzione del prezzo è imprevedibile: dipende da diversi fattori, ma ovviamente è la rarità del modello e la sua desiderabilità a giocare maggiormente, ma serve anche il lavoro degli influencer e la firma del designer. Dallo scontrino di partenza, si arriva quindi a 400/600 dollari senza problemi. StockX garantisce l’autenticità e l’integrità del prodotto.
D’altra parte anche i produttori di sneakers hanno fatto faville in borsa negli ultimi anni: le azioni dei big appena nominati hanno surclassato lo S&P500 di diversi multipli, cosicché cento dollari investiti cinque anni fa in Adidas oggi ne valgono 378, in Puma 318, in Nike 214, mentre che avesse scommesso sull’indice S&P500 viaggia sui 149 dollari.
Ma StockX, la piattaforma basata a Detroit che tratta abbigliamento da collezione (non solo sneakers, ma anche giacche di Chanel o modelli strani di Crocs), ha visto anche altri record: una Nike Air Yeezy indossata da Kanye West è arrivata a 1,8 milioni di dollari e una Nike air Jordan a 560 mila dollari.
Sono probabilmente queste cifre ad aver stimolato un finanziere, Howie Schwartz, a creare il primo fondo di investimento in sneakers, Always Legit, il cui Ceo è suo figlio ventenne. È stato proprio accompagnando il figlio a una di queste convention quando aveva 13 anni, che Schwartz è entrato nel mercato secondario delle sneakers. Ben presto il figlio si è reso conto che non gli conveniva indossare le scarpe che acquistava, ma era meglio conservarle e venderle poi a prezzo maggiorato.
Always Legit è partita due anni fa, quando Schwartz si è reso conto che le sneakers potevano diventare un oggetto d’investimento, ma erano fino allora scambiate con un sistema primitivo che assomigliava più a un suk orientale che a un mercato finanziario. Così ha costruito un modello basato sull’AI, mischiando l’expertise sull’oggetto sneakers con le proiezioni demografiche sulle nuove generazioni, con il risk management e il financial management.
La piattaforma Always Legit offre agli investitori il deposito delle sneakers (ce ne sono del valore di 30 mila dollari al paio), la costruzione di un portafoglio personalizzato e la responsabilità sulle decisioni riguardanti gli acquisti e le vendite, suggerite dall’AI. Il rendimento? Finora la performance del fondo ha garantito agli investitori almeno il 20% l’anno, al netto dei costi della piattaforma.
Ma chi sono gli investitori? Certamente il profilo ideale include persone con patrimoni sostanziosi, ex atleti professionisti, chi vuole investire su asset che non siano correlati con i classici parametri del mercato e poi quei millennials, Gen Y, Gen Z, con patrimoni ereditati e che piuttosto che investire in un noioso hedge fund preferiscono puntare su qualcosa che corrisponda a una loro passione.
Resta da chiedersi perché i produttori di sneakers assistano all’evolversi di un mercato – grigio, secondario, ora finanziario – che proietta una scarpa appena venduta da loro a 150 a dollari verso cifre stratosferiche, senza fare nulla.
La ragione è che ai brand il sistema conviene, perché attira l’attenzione su altri modelli che loro producono ma che non sono altrettanto desiderati: quando la Nike ha messo sul mercato la linea Travis Scott (famoso rapper), è subito andata a ruba e da 150 dollari è arrivata a oltre 500. Così molti fans hanno ripiegato su un modello simile.
Anche questo mondo così promettente non è privo di rischi. Il primo è quello dell’autenticità del prodotto. I falsi sono molto diffusi e per questo è nata una nuova professione, subito diventata preziosa per chi ha trasformato le sneakers in un oggetto finanziario: l’annusatore di sneakers. Il fatto è che le originali hanno un odore particolare, dovuto alla colla usata, molto diversa da quella che proviene dalle fabbriche di falsi. Benvenuti nel mondo della finanza alternativa.