NUOVI LAVORI USURANTI
La dura vita dei guardiani del web

Un'industria che vale quasi 9 miliardi di dollari e ha raddoppiato il suo valore in un anno. È quella dei "moderatori", gli spazzini del web, incaricati di togliere dai social i contenuti inappropriati. Il New York Times descrive come funziona questo business nel caso di Facebook

Il mondo digitale ha plasmato una nuova economia e prodotto una nuova, potente industria. In gran parte deregolamentata. Per conservarsi tale, ma nello stesso tempo salvare la propria immagine dalle critiche montanti, è lo stesso mondo digitale a darsi delle regole. Per esempio, quella di emendare volontariamente i contenuti inappropriati.

Attività che è tanto cresciuta da essere passata da sottoprodotto del web a industria a se stante, e sempre più florida. Gli spazzini del web producono un giro d’affari che quest’anno arriverà a 8,8 miliardi di dollari, il doppio del 2020 (stima del gruppo Everest).

Fare le pulizie dei contenuti in casa propria, per giganti come Facebook, è diventato praticamente impossibile: occorrerebbe assumere molte persone, in tutte le parti del mondo. Così è cresciuto l’outsourcing, e sono nate società specializzate che mettono a disposizione i propri “guardiani della galassia online” per passare in rassegna quello che AI, l’intelligenza artificiale appropriatamente allenata a fare il primo screening, lascia dietro di sé. Contenuti che sono ancora pieni di veri orrori, da contenuti porno a immagini nocive di ogni specie.

Dietro questo nuovo filone di business si celano però mille problemi. Lì ha messi in evidenza una inchiesta del “New York Times”, rivelando l’entità del contratto che lega da anni Accenture a Facebook per il servizio dei suoi “moderatori” ma anche i risvolti negativi sul piano legale e per la sua immagine. Tanto che nel 2019 la nuova Ceo della scietà, Julie Sweet, aveva posto al board la questione se andare avanti o abbandonare il cliente Facebook.

Non lo ha lasciato, nonostante le class-action avviate da lavoratori del settore “pulizie” per i malesseri – ansia, insonnia, depressione – causati dall’essere esposti ai post dai contenuti più sconvolgenti. D’altra parte, rivela il Times, come mettere alla porta un cliente “diamond” da 500 milioni di dollari l’anno?

Quanto alla class-action, nel 2020 si è chiusa con l’accordo e il pagamento di 52 milioni di dollari da parte del social network ai lavoratori. E Accenture si è messa a riparo da contestazioni avvertendo gli aspiranti moderatori dei rischi di quell’impiego. Cioè che si tratta di un lavoro “che può impattare negativamente sulla salute mentale ed emotiva”.

P.P.