Consob/ arriva Mario Nava
La difficile missione dei regolatori
P.P.

Da lunedì 16 aprile diventa operativa la nomina del nuovo presidente della Consob, Mario Nava, che inaugura la nuova stagione di Piazza Verdi completando il vertice che guida l’autorità che sorveglia i mercati (gli altri componenti sono: Anna Genovese, Giuseppe Maria Berruti, Carmine Di Noia e Paolo Ciocca). Userà la “product intervention”, l’arma letale prevista dalla nuova direttiva Mifid II per vietare strumenti troppo rischiosi per i risparmiatori? E come si comporterà con i dossier più delicati, da quello Telecom a quello Saipem, per non dire del caso degli Npl che pesano nei bilanci bancari? Insomma, saprà essere un presidente più efficace del precedente, che ha esposto la Consob non solo alle critiche dei chierici, ma soprattutto a quelle plateali della Commissione di indagine sui fallimenti bancari e sulle truffe a danno dei risparmiatori?

Sulla possibilità che i regolatori possano prevenire i comportamenti scorretti degli operatori del mercato c’è un’attesa fideistica. Un report dell’Istitute for New Economic Thinking solleva qualche perplessità sul successo di questa missione (https://www.ineteconomics.org/research/research-papers/corporate-scandals-and-regulation). Dopo aver esaminato gli scandali finanziari delle corporate dal 1800 al 2015 in 26 paesi sono giunti ai seguenti risultati: i) gli scandali societari anticipano la regolazione, dimostrando che i regolatori sono meno informati e flessibili delle aziende; ii) le condotte scorrette crescono in parallelo con l’attività di regolazione, dimostrando che l’attività dei regolatori non coglie appieno i meccanismi che intende punire. Insomma, una corsa infinita tra guardie e ladri.