Giorgio La Malfa “Keynes l’eretico - Vita e opere del grande economista che ha cambiato l’Occidente”, Milano, Oscar Saggi Mondadori, 2022, pagg.252, E. 14,00
Un viaggio emozionante alla riscoperta del grande economista britannico, attraverso la maturazione di alcuni concetti fondamentali della sua analisi economica: dagli equilibri tra domanda e offerta di beni di consumo e tra risparmio e investimenti, alla composizione della domanda aggregata, all’intervento dello Stato in economia e al moltiplicatore della spesa pubblica
Le gravi turbolenze finanziarie, la diffusione della pandemia da Covid19 con i suoi devastanti riflessi sullo sviluppo socio–economico globale sembrerebbero aver sancito (almeno per ora) la bocciatura dell’ideologia liberista in campo economico. In altri termini, si è, comunque, conclusa una fase iniziata negli anni ’60 del secolo scorso, caratterizzata dalla solida convinzione di un’autoregolazione del mercato nella scia di una visione di stampo classico, in cui gli interventi pubblici venivano considerati residuali e valutati con diffidenza, se non, addirittura, bollati come indesiderabili.
In quel contesto erano stati progressivamente accantonati i risultati che la scienza economica aveva presentato, frutto delle ricerche di quanti si erano posti al di fuori dell’ortodossia del pensiero economico classico. Un atteggiamento che aveva coinvolto anche la figura di John Maynard Keynes che, invece, aveva primeggiato con le sue idee alternative ed “eretiche” applicate alla politica economica nei decenni compresi tra le due guerre mondiali e in quello immediatamente successivo all’epilogo della seconda.
Il cambiamento di scenario con cui si è presentato il terzo decennio di questo secolo, che ha registrato l’ulteriore aggravamento legato alle implicazioni del conflitto russo–ucraino, ha però imposto un brusco ripensamento delle politiche economiche e delle ideologie del pensiero classico, provocando una rivalutazione degli esiti delle ricerche degli economisti alternativi alla scuola classica, i cosiddetti eretici; tra questi, naturalmente, Keynes, i cui insegnamenti erano stati troppo frettolosamente posti nel dimenticatoio, o, peggio ancora, marchiati come non significativi, se non incongrui.
Si inserisce in questo flusso di rivalutazione del pensiero economico e politico di Keynes il libro di Giorgio La Malfa: uno degli studiosi italiani che ha maggiormente approfondito lo studio di questa eminente personalità britannica.
Un impegno, quello di La Malfa, portato avanti nel corso di alcuni decenni e testimoniato dalla pubblicazione di saggi ed articoli in materia, dalla curatela delle opere di Keynes nei Meridiani e dalla traduzione dell’opera per eccellenza di Keynes, la “General Theory of Employment, Interest and Money”, che ha costretto l’A., come confessato nella Prefazione, “a stabilire un rapporto con il pensiero di Keynes molto più profondo di quanto non avvenga nel corso della più attenta delle letture”.
La struttura del libro, arricchito da una preziosa e dettagliata Cronologia riferita alla vita di Keynes, si compone di alcuni saggi dell’A., già scritti e non pubblicati, accanto ad altri, scritti appositamente per questa occasione. Attraverso questi contributi vengono analizzati i diversi aspetti della vita, delle opere e dell’impegno di Keynes sui due piani accademico e politico, sia nazionali che internazionali.
Oltre a questo insieme di analisi e considerazioni, nate anche dall’intima frequentazione intellettuale di La Malfa con il grande economista britannico e passate attraverso il suo raffinato filtro critico, ve ne sono altre, che riguardano direttamente l’A., risultando legate alla sua formazione universitaria e post universitaria e che concorrono a chiarire anche alcune differenze interpretative che del pensiero economico di Keynes sono state date sulle due sponde dell’Atlantico; così, come emerge dall’esperienza diretta della frequentazione di La Malfa nelle due Università di Cambridge, quella del Regno Unito e l’altra statunitense del Massachussets.
Scorrono, dunque, sotto gli occhi del lettore pagine dense di riferimenti e citazioni di scritti e di altri documenti di Keynes, che ne mettono in mostra la poliedrica personalità, cogliendo i punti essenziali delle sue opere, da quelle giovanili anche meno conosciute, fino al coronamento del suo pensiero raggiunto con la General Theory. Un percorso di grande interesse e suggestione, che permette di scoprire anche aspetti inediti dei processi mentali di Keynes, valutandone l’evoluzione e la maturazione nel corso del tempo su alcuni concetti fondamentali della sua analisi economica: dagli equilibri, sia tra domanda e offerta di beni di consumo, sia tra risparmio e investimenti, alla composizione della domanda aggregata, all’intervento dello Stato in economia e al moltiplicatore della spesa pubblica.
In parallelo, viene illustrato l’altro percorso, certamente non meno importante di Keynes, segnato dall’impegno concreto speso nel corso della sua vita fino agli ultimi giorni, per supportare misure di politica economica interna ed internazionale dagli obiettivi più disparati: dal fronteggiare la crisi economica interna successiva alla Prima guerra mondiale, al tentativo di evitare un aggravamento delle fratture politiche su scala internazionale successive all’epilogo di quel conflitto; dalle discussioni nei rapporti bilaterali con gli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale e subito dopo la sua conclusione, all’istituzione di un nuovo assetto internazionale, testimoniato con gli accordi di Bretton Woods e la creazione di un organismo di regolazione monetaria internazionale, il Fondo Monetario Internazionale.
In definitiva questo è un libro che, con il dichiarato intento della riscoperta di Keynes, offre al lettore un viaggio emozionante, arricchito anche dal racconto di passaggi inediti della sua vita, la cui destinazione finale è la delineazione di un quadro d’insieme, che desta riflessioni generatrici di reazioni anche di segno contrastante. Riflessioni e valutazioni che non possono, peraltro, ignorare due tratti qualificanti del pensiero del grande economista britannico: ricerca di una sistematizzazione soddisfacente dell’analisi economica, obiettivo imprescindibile nella rappresentazione della realtà, da un lato; impegno costante ad evitare uno sviluppo della scienza economica sul piano meramente teorico, senza saggiarne e riscontrarne continuamente la sua utilità sul piano pratico.