Libri

a cura di Filippo Cucuccio

Il ruolo stabilizzatore delle BCC

V.Pacelli, F.Pampurini,  A.G. Quaranta “Too Useful to Fail – Il ruolo delle banche cooperative come mitigatrici del rischio sistemico“ , ECRA, Roma 2022, pagg. 174, Euro 23,00

L’utilità funzionale delle BCC, declinata nella loro dimensione anticiclica e mitigatrice dei meccanismi di contagio derivanti dalla propagazione del rischio sistemico

Filippo Cucuccio

Comunque la si pensi, sembra proprio utile accostarsi a questo libro, dedicato a un tema di grande attualità e particolarmente delicato, il rischio sistemico, calandolo nello specifico contesto delle Banche di Credito Cooperativo (BCC), citato ad emblema della biodiversità del sistema bancario italiano.

Impreziosito dalla stimolante Prefazione di Rainer Masera (lo si ricorda come unico componente italiano della Commissione Lamfalussy, i cui esiti sono all’origine dell’attuale architettura del Sistema di Vigilanza Europeo) e dalla puntuale Introduzione del Presidente Federcasse – Federazione Italiana delle BCC – CR, Augusto dell’Erba, questo volume si articola in 4 parti, curate da Vincenzo Pacelli e Francesca Pampurini, docenti di Economia degli Intermediari Finanziari, rispettivamente presso l’Università di Bari, Aldo Moro, e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nonché da Anna Grazia Quaranta, Ricercatrice presso il Dipartimento di Economia e Diritto dell’Università di Macerata.

Nella prima parte curata dal Prof. Pacelli viene sviluppata un’interessante riflessione sul ruolo del credito cooperativo nell’ambito del sistema bancario italiano, proiettato anche in una prospettiva futura. Una riflessione, nella quale trovano un’adeguata collocazione, sia un breve cenno ai modelli organizzativi del Credito Cooperativo in Europa, sia un’accurata analisi della recente Riforma del Credito Cooperativo in Italia, del suo impatto sull’autonomia gestionale delle banche di questo settore, e dei suoi effetti attesi. Si riconferma, così, da un lato, la peculiarità di questi organismi creditizi; dall’altro, la necessità di prevedere da parte delle Autorità di Vigilanza Europee un loro trattamento differenziato, anche alla luce dell’accentuato ruolo pro attivo nello sviluppo economico sociale dei territori.

Al centro del secondo capitolo, sempre curato dal Professore Pacelli, vi è il rischio sistemico con un’attenta analisi che, partendo dalla sua definizione, si sofferma poi sulle sue cause principali e sui meccanismi di propagazione, trovando un probante conforto storico nelle vicende legate alla crisi finanziaria del 2008 e ai più recenti nefasti effetti economici della Pandemia da Covid’19.

L’orientamento esplicitato ad utilizzare gli schemi logico concettuali mutuabili dalla scienza delle reti schiude l’accesso al terzo capitolo. Curato dalla Professoressa Pampurini e dalla Dottoressa Quaranta, è dedicato alla tassonomia delle metriche di misurazione del rischio sistemico, raggruppabili in 5 famiglie macroeconomiche. Di ciascuna di esse viene offerta al lettore una puntuale illustrazione della natura, delle principali caratteristiche e di possibili problematicità. Una rassegna, certamente utile, a prescindere dalla specificità di una loro applicazione al mondo delle BCC.

A coronamento di questo percorso intellettuale si colloca l’ultimo capitolo, curato da tutti e tre gli AA., ove l’attenzione è concentrata sulle potenzialità anticicliche del modello di business di tipo relazionale adottato dalle BCC  e sulle sue conseguenze in termini di mitigazione del rischio sistemico. Una valutazione, effettuata avvalendosi degli esiti di un’indagine condotta su un campione europeo di banche di diversa natura, introducendo variabili considerate proxy, sia della velocità e della capacità della propagazione del rischio sistemico, sia dello stato di salute gestionale delle banche analizzate. Una metodologia, poi, applicata ad un sottoinsieme di banche italiane appartenenti al precitato campione e che non solo ne conferma gli esiti generali, ma evidenzia anche le caratteristiche di mitigazione del rischio sistemico per le BCC; in quanto meno esposte nei confronti del mercato interbancario e verso il settore pubblico e, conseguentemente, con un grado di minore interconnessione con gli altri nodi delle rete finanziaria.

Una conclusione che, come sottolineato dagli AA, legittima, in contrapposizione alle ben note espressioni paradigmatiche “Too big to fail” e “Too Central (Interconnected) to fail”, l’uso dell’altra “Too Useful to fail”, evocata nel titolo di questo libro. Un’espressione, che, oltre ad esser anch’essa di immediata comprensione, valorizza in modo adeguato l’utilità funzionale delle BCC, declinata nella loro dimensione anticiclica e mitigatrice dei meccanismi di contagio derivanti dalla propagazione del rischio sistemico.