Il futuro è l'Open banking

Presentato da CBI e PwC  il primo “Global Open Banking Report”

A livello globale, più di 60 Paesi hanno avviato iniziative in ambito Open Banking

Dal 2019 a oggi il numero di Third-Party Provider che offrono servizi di Account Information e Payment Initiation in Europa è cresciuto del 300% (ca. 500)

Nel 2021, in Europa, sono state registrate acquisizioni in ambito Open Banking per un valore totale di circa 2 miliardi di euro

Queste le evidenze del primo “Global Open Banking Report”, presentato il 20 dicembre a Roma da CBI, l’hub collaborativo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dell’industria finanziaria, e PwC Italia, che fornisce un quadro completo dello stato dell’arte dell’Open Banking, evidenziandone potenziali tendenze ed evoluzioni future sul mercato nazionale ed internazionale.

Il Report rivela come, a livello europeo, l’adozione della seconda Direttiva sui servizi di pagamento (c.d. PSD2) abbia senza dubbio posto le basi per lo sviluppo dell’Open Banking, stimolando la competizione nel mercato dei servizi finanziari e aprendo le porte a nuovi player, contribuendo di fatto a un arricchimento dell’offerta bancaria per il cliente finale. 

Ecco alcuni indicatori che attestano il dinamismo del mercato: oltre ai quasi 4.000 Accounting Servicing Payment Service Provider (ASPSP), cresce il numero di Third-Party Provider (es. IP/IMEL che offrono servizi di Account Information e Payment Initiation), ad oggi ca. 500 (+300% dal 2019). Nel 2021, raggiungono circa i due miliardi di euro le acquisizioni in ambito Open Banking (es. Mastercard-Aiia).

Con riferimento all’offerta di servizi basati su API  (acronimo di Application Programming Interface, con cui si intende un insieme di funzioni e procedure che consentono ad una applicazione di accedere a funzionalità, dati e/o audience di altre applicazioni o altri servizi digitali) lo studio condotto su 41 operatori di mercato rivela che, su un totale di 2.400 API rilevate, il 63% si basa su dati PSD2 relativi ad Account Information (AIS) e Payment Initiation (PIS). In misura inferiore (14%), cominciano ad emergere servizi basati su investimenti, prestiti o dati assicurativi.

Secondo CBI e PwC, in Italia, l’adozione di servizi Open Banking è ancora inferiore rispetto a quanto registrato in altre aree europee (es. Nordics). Una survey condotta sui principali istituti bancari italiani delinea il set dei principali servizi che compongono l’offerta Open Banking nell’attuale contesto nazionale: Account Aggregation (55%), Check IBAN (45%), Personal Financial Management (36%), Instant Payment (27%) e servizi di Identity & Digital Onboarding (18%). Per il futuro, i servizi di Digital ID & Onboarding (64%) e Check IBAN (55%) sono i VAS su cui le banche dichiarano di voler puntare.

La survey ha inoltre evidenziato che  lo sviluppo di servizi commerciali Open Banking (22% nel 2019 vs. 27% nel 2021). Il trend conferma la crescente volontà degli operatori ad investire nell’Open Banking e su servizi legati al mondo della digitalizzazione e sostenibilità. 

«L’Open Banking rappresenta una grande opportunità per l’industria finanziaria per creare innovazione collaborativa, a vantaggio della clientela corporate e retail, anche grazie al lavoro aggregativo di ecosistemi precompetitivi come CBI. Le banche che continueranno a investire in innovazione tecnologica, competenze digitali e sostenibilità saranno le protagoniste della trasformata arena competitiva internazionale. Il report evidenzia infatti che siamo ancora in una fase iniziale di crescita e che ci sono ampi margini di sviluppo per gli operatori bancari che sapranno guardare oltre la compliance, verso l’Open Finance». evidenzia Liliana Fratini Passi, Direttore Generale CBI (nella foto), e Woman in FinTech of the Year – 2021

Scarica “The Global Open Banking Report” sul sito www.cbi-org.eu.

G.P.