Maria Cannata – Laura Lunghi “Gestione del debito pubblico e risposta regolamentare alle crisi finanziarie”, Milano, 2024, Giuffrè Francis Lefebvre, pagg. 111, Euro 16,00
Un libro che offre una modalità di approccio critico ed integrato al tema della crisi e delle risposte istituzionali e regolatorie, focalizzandosi, in particolare, sull’aspetto di circolo vizioso tra banche ed emittenti sovrani e sul suo ruolo di fattore amplificatore delle crisi del debito sovrano dell’Unione Europea conseguenti alle crisi bancarie
Il tema del debito pubblico italiano è, ormai da molti anni, al centro dell’attenzione di politici ed economisti, preoccupati per il suo livello decisamente elevato (alla fine dello scorso novembre è stato superato il muro dei tremila miliardi di euro, salvo, poi, scenderne al di sotto nel mese successivo), che ne può compromettere la governabilità e la sostenibilità.
Il libro, scritto a quattro mani da Maria Cannata, già Direttrice Generale della Direzione del Debito Pubblico presso il MEF e ora Presidente di MTS S.p.A. e da Laura Lunghi, Dirigente del Gruppo Intesa San Paolo attualmente Responsabile del PNRR e dei Programmi di Valore Nazionali, pubblicato nella Collana diretta da Domenico Siclari, Ordinario di Diritto dell’Economia presso l’Università Sapienza di Roma, che ne ha curato anche un’interessante Prefazione, si propone di ripercorrere la vicenda del debito pubblico, contestualizzandola nel più ampio scenario delle crisi finanziarie succedutesi nel corso di questo secolo.
Un’analisi svolta con cura scientifica e con il supporto di un valido apparato grafico – statistico da chi, per il proprio ruolo già ricordato, può giustamente essere considerata “persona informata in modo autentico dei fatti”. A questo primo indubbio merito del volume se ne aggiunge poi un secondo, altrettanto significativo, quello di un’analisi scientificamente valida e puntuale delle riposte regolamentari fornite in Europa dalle Istituzioni preposte alle diverse crisi.
Si può, quindi, condividere il giudizio formulato da Domenico Siclari, quando sottolinea come il libro “offre una modalità di approccio critico ed integrato al tema della crisi e delle risposte istituzionali e regolatorie”, focalizzandosi, in particolare, sull’aspetto di circolo vizioso tra banche ed emittenti sovrani e sul suo ruolo di fattore amplificatore delle crisi del debito sovrano dell’Unione Europea conseguenti alle crisi bancarie.
Nel primo dei due capitoli di cui si compone questo libro, ci si sofferma dunque sulla complessità di gestione del debito pubblico e del suo collocamento in un mercato finanziario fortemente perturbato. Un’analisi, che consente al lettore di ripercorrere le principali misure adottate in Europa in quel periodo, tra le quali, i limiti posti alle vendite allo scoperto, il divieto di operare in credit default swap su un emittente sovrano in assenza di una reale esposizione di rischio da coprire con questo strumento, i diversi provvedimenti in cui si è articolato il quantitative easing della BCE, nonché la diversificazione dell’offerta di titoli da parte del Tesoro Italiano, tenendo conto dell’attitudine ad investire dei nostri connazionali senza il filtro del risparmio gestito.
Un’analisi che si conclude sottolineando, ancora una volta, come l’elevato livello del debito pubblico italiano costituisce una seria fonte di preoccupazione per la sua sostenibilità.
Il secondo capitolo, dedicato al sistema bancario e alle risposte regolamentari alle crisi finanziarie, approfondisce in modo dettagliato e circostanziato il grado di “tenuta” delle riforme introdotte dal Comitato di Basilea e, più in generale, del quadro regolatorio complessivo europeo, predisposto per contrastare l’impatto delle crisi finanziarie di questo secolo, verificando contestualmente la resilienza del sistema bancario.
Un’analisi che si spinge a valutare anche gli effetti legati all’applicazione dei nuovi criteri in materia di ESG, ai rischi derivanti dalla transizione climatica, puntando da ultimo a rappresentare e soppesare le due strade alternative della risoluzione e delle procedure concorsuali in caso di difficoltà e di insolvenza delle banche.
In questo ambito risultano Interessanti e appropriate le considerazioni svolte su un possibile ulteriore miglioramento della solidità patrimoniale bancaria, Il cui rafforzamento è stato particolarmente marcato nel periodo considerato, nonché l’accenno alle criticità che rimangono sul campo nella configurazione del nesso tra sovrani e banche, tra le quali: quelle legate all’attitudine delle banche a detenere nei propri portafogli quantità più o meno considerevoli di titoli sovrani; o le problematicità connesse alla diversificazione completa delle banche tra Paesi e alla possibilità di un loro accesso a una rete di sicurezza sovranazionale su cui incombe la mancanza di efficaci meccanismi per la risoluzione transfrontaliera.
Criticità e problematicità, che costituiscono altrettante sfide cruciali su cui si misureranno nel prossimo futuro, tanto le capacità di affinamento e di risposte efficaci del legislatore europeo, quanto le abilità gestionali, sia delle banche significative, sia di di tutte le altre.