MONDO CRIPTO
Il crack di FTX chiama nuove regole

La parabola di Sam Bankman-Fried, enfant prodige della finanza che si svolge su piattaforme non regolate rimette al centro del dibattito la necessità di interventi che aiutino i risparmiatori a guardarsi dai rischi del mondo cripto

Paola Pilati

Criptoland ha avuto la sua Lehman. Il fallimento della piattaforma di trading di asset cripto FTX ha lo stesso rovinoso impatto che ebbe nel 2008 il crollo della banca d’affari più conosciuta del pianeta con qualcosa di più. Non solo lascia con un pugno di mosche i suoi clienti, il cui numero cresce ogni giorno passando da 100 mila a un milione, ma azzera anche la credibilità degli investitori che lo hanno supportato, molti dei quali sono protagonisti di prima grandezza del mondo finanziario, uomini con la fama del tocco d’oro: da Blackrock al fondo pensione degli insegnanti dell’Ontario, a Softbank, a Sequoia Capital, stella nel firmamento del venture capital, che si è subito affrettata ad azzerare in bilancio la partecipazione in FTX.

Quanto al trentenne Sam Bankman-Fried, famiglia influente e un’aria da scapigliato della finanza sotto le spoglie di un innocuo nerd, appare oggi come un grande bluff che nessuno ha saputo leggere in tempo. Così qualcuno ora si ricorda come fosse strano che durante le riunioni passasse il tempo a giocare ai video games. E di fronte al groviglio inestricabile di società della galassia messa in piedi da SBF, e agli incroci azionari labirintici, si chiede come sia stato possibile avergli lasciato le briglie sul collo fino a questo punto.

Un fenomeno di ipnosi collettiva. In soli tre anni SBF aveva costruito un gruppo valutato 32 miliardi, e come un monello aveva messo a soqquadro le stanze della finanza tradizionale, quella non cripto, attirando capitali verso il mito della finanza cripto, senza che nessuna istituzione di controllo e sorveglianza del mercato gli desse neanche uno scappellotto.

Il crac ha ancora molti lati non chiariti che solo una due diligence, che si annuncia lunga, potrà illuminare. La causa contingente del cortocircuito è stata la richiesta da parte della clientela di rientrare delle proprie posizioni. Un’ondata che ha provocato una crisi di liquidità e mandato a gambe all’aria la piattaforma: le richieste sono arrivate a 9 miliardi, in casse ce n’era solo uno.

Ma dove erano i soldi? In quali altre attività della galassia di SBF erano stati prestati? Ad Alameda, la società di trading gemella di FTX? Per ora sono solo sospetti.

Il giovane Sam ha provato ad arginare il disastro. Ha rassicurato i suoi clienti sulla sua solidità. Si è persino appellato ai suoi concorrenti per ottenere la liquidità necessaria a superare la crisi. E forse proprio da loro è venuto il bacio della morte. Changpeng Zhao, fondatore e ceo di Binance, l’altra piattaforma di cripto trading più diffusa al mondo, dopo 48 di due diligence si è alzato dal tavolo e ha lasciato SBF al suo destino.

Il crac di FTX allunga un’ombra sinistra sul mondo delle criptovalute e del loro uso come strumenti finanziari alla stessa stregua di quelli regolati. In effetti il 2021 è stato un anno nero, che ha visto anche il fallimento di Celsius, Voyager, dell’hedge fund Three Arrows capital, di Terra e Luna. Tutti casi che hanno messo in evidenza dei difetti di fondo: il fatto di essere società con troppe interconnessioni infragruppo, e con pratiche di prestiti opache; di basarsi sulla fiducia collettiva cieca e assoluta in alcune personalità che riescono in brevissimo tempo ad accumulare fortune e a gestire i patrimoni di larghe masse di risparmiatori; la mancanza di trasparenza dei loro bilanci. Hanno dimostrato, soprattutto, che pur essendo un mondo globale, quello cripto è un mondo piccolo, fatto di pochi player in cui i guai di uno possono provocare una reazione a catena micidiale.

Che il caso FTX possa invertire la diffusione della religione cripto non lo crede nessuno. Ma il bisogno di regole comincia a farsi avanti. Persino CZ, come viene chiamato il boss di Binance, dopo aver sostenuto che non c’è legge che possa proteggere i risparmiatori dagli imbroglioni e dai furbi – e tutti hanno capito che alludeva a Sam – ha detto che è la stessa industria cripto che ha la responsabilità di proteggere il risparmiatore ma anche che lui, con Binance, aprirà la strada a promuovere la trasparenza, e a dimostrare che la liquidità per far fronte alle obbligazioni nei confronti dei clienti è in cassa.

Quanto ai regolatori, cercano di difendersi ricordando gli allarmi che periodicamente hanno emesso sul mondo cripto. Ma non si può dimenticare che casi come Madoff o Ponzi sono accaduti sotto i loro occhi, non a Bahamas, dove si era stabilita FTX. Insomma, possono e dovranno fare meglio.