Il Principe

di Leonardo Morlino

I nuovi limiti della manipolazione politica

Nel rapporto tra cittadini e leader, la capacità di questi di manipolarli orientandone le preferenze sembra diminuita. Questo perché, quando ci sono problemi economici, l'uso di “armi di distrazione di massa” sembra essere meno efficace. È possibile che i manipolatori possano tornare a dettare legge?

Leonardo Morlino
MORLINO

Vi sono pochi dubbi che la pandemia abbia creato una situazione surreale che presenta almeno quattro caratteristiche. Innanzi tutto, come suggerito da diversi sondaggi, si è acuita la percezione dei problemi economici e della loro rilevanza insieme alle disuguaglianze esistenti. A questa si è aggiunta la connessa notevole crescita della povertà, ormai con circa 5 milioni e seicentomila poveri. Contemporaneamente, i partiti politici stanno cercando le loro ricollocazioni e nuovi riassetti, possibilmente forieri di successi elettorali. Basti pensare ai progetti di fusione o federazione tra Lega e Forza Italia, alla ricerca di accordi tra Partito democratico e Movimento cinque stelle, che a sua volta si sta completamente ripensando tra Conte e Grillo.

In breve, una sorta di liberi tutti con relativo rimescolamento di carte. Infine, come se fosse un agente appartenente a un altro mondo, il governo decide le politiche e pone le basi per il futuro del paese. Oltretutto, facendo questo ha sempre più la fiducia dei cittadini e quella dei governi europei e delle stesse istituzioni europee, a cominciare dalla Commissione.

In questa situazione, ci troveremo in una nuova situazione nel rapporto tra cittadini, partiti e istituzioni oppure ci sarà una sorta di heri dicebamus, secondo la formula di Croce alla caduta del Fascismo, considerato solo una parentesi infausta della storia italiana? L’ipotesi che tutto si possa ridurre a una parentesi e ci dimenticheremo di questo periodo potrebbe sembrare rafforzata dal fatto che la pandemia è durata, ovvero sta durando, due anni e non venti e i leader politici sono rimasti sempre gli stessi. Nel complesso, cioè, ci sarebbero le condizioni per pensare a una parentesi e a un ritorno al passato.

Eppure, è difficile credere all’heri dicebamus e alla parentesi, anche se potrebbe sembrare contro-intuitivo. Diversi saranno i cambiamenti da cui probabilmente non si tornerà indietro. Alcuni li abbiamo già presentati e discussi in questa rubrica, ma ce n’è un altro, forse più incerto ma che sulla base dei dati di opinione esistenti sta diventando molto rilevante, ed è collegato ai problemi economici. Riguarda il rapporto tra cittadini e leader e la capacità di questi di manipolarli orientandone le preferenze.

Nella ricerca L’illusione della scelta, appena pubblicata (Roma, LUP, 2021), ma conclusa prima della pandemia, sono state evidenziate tutte le notevoli, nuove possibilità di manipolazione politica dovute alle attuali caratteristiche delle democrazie insieme alle opportunità offerte dalla tecnologia. Però, con la pandemia in corso, abbiamo già visto in alcune, sia pure limitate, occasioni elettorali che i cittadini hanno premiato i politici che si sono dimostrati effettivamente capaci di governare. Poi, come ricordavo all’inizio, i diversi sondaggi ci confermano che la pandemia ci ha reso tutti più sensibili ai problemi economici.

Ancora, il clima di polarizzazione politica e scontro, accentuato fino all’inizio del 2020, sembra attenuato e posizioni più concrete e moderate sembrano avere maggiore spazio politico. Infine, il governo Draghi si sta ponendo come esempio nel cercare di governare ragionevolmente bene, anche costruendo il nostro futuro. Sono, cioè, emersi quattro fenomeni che spingono a pensare che quando vi sono problemi economici drammatici e, quindi, molto sentiti, la manipolazione diventa molto più difficile in quanto ci sarà un cittadino più attento ma sempre esigente. E questo cittadino sarà probabilmente meno facile da manipolare in quanto più focalizzato sulle decisioni politiche e sui risultati.

Ovviamente, i leader potranno creare sempre delle distrazioni – come potrebbe essere il caso del progetto di legge Zan – o di nuovo tornare al tema degli immigranti e dei pericoli relativi per le nostre società. Ma comunque sarà più difficile usare “armi di distrazione di massa”, perché i problemi economici ci sono e alla fine rimangono preminenti. Potremo vedere un altro dei paradossi della politica, ovvero quanto più stiamo economicamente meglio tanto siamo manipolabili nelle nostre preferenze. Sarà così? Ci saranno davvero tempi duri per i manipolatori? O torneranno a dettare legge? Basterà aspettare e osservare con attenzione i prossimi mesi per capirlo.