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Home banking

Letteralmente “banca a casa”. Si tratta dell’attività di e-banking che fa ricorso alla telematica per offrire alla clientela servizi a domicilio. Nell’accezione più ampia si considerano utenti di servizi “at home”, oltre ai privati, anche le imprese, qualsiasi organizzazione compresi gli intermediari finanziari bancari e non bancari.

Per questo esteso significato il termine corretto è telebanking. Il servizio è prestato per via teleinformatica, può essere attivato dal cliente tramite un personal computer, telefono fisso o telefono cellulare e riguarda informazioni sui movimenti e sul saldo di conti correnti, esecuzione di pagamenti (bonifici, bollettini postali, imposte e tasse), operazioni in titoli (trading on line), informazioni di borsa e altri servizi a valore aggiunto non necessariamente bancari come comunicazioni alla banca, caselle elettroniche postali, segnalazione di offerte e vetrine virtuali della banca e di partner della banca, consigli per il tempo libero e quanto altro può essere gestito in rete.

In materia di regolamentazione, la disciplina dei rapporti banca-clientela, come definita sin dagli anni Novanta, non ha subito sostanziali mutamenti. I successivi interventi legislativi sono stati indirizzati ad un adeguamento dei profili della tutela del consumatore e alle nuove esigenze tecniche legate al canale distributivo telematico, più che ad apportare sostanziali modificazioni al previgente quadro delle tutele e dei controlli.

Le ultime modifiche rilevanti si possono ritrovare nel Decreto Legislativo 22 maggio 1999, n. 185 relativo alla protezione dei consumatori in materia di contratti a distanza e nella Direttiva EU n. 65/2002 sul collocamento di prodotti finanziari a distanza.