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Finanza e bilancio Ue
Gli strumenti finanziari crescono i controlli non altrettanto

La Ue è preoccupata di poter essere accusata di eccedere nell’uso di strumenti finanziari, assumendo con ciò troppi rischi. Per questo ha commissionato al Ceps, il think tank di Bruxelles specializzato in tematiche sulle policy europee, uno studio sul loro utilizzo.

L’uso degli strumenti finanziari per sviluppare risorse necessarie a realizzare progetti è andato via via aumentando nel bilancio della Ue soprattutto dall’inizio della crisi, con la necessità di espandere il raggio d’azione dei limitati fondi del budget comunitario. Questi strumenti possono prendere la forma di equity, di prestiti o garanzie o altri modi di condivisione del rischio e servono soprattutto a sostenere quei progetti di interesse pubblico – infrastrutture ambientali o sanitarie, per esempio – il cui rendimento di mercato non è sufficiente ad attirare gli investitori privati. Questo vuoi per un giudizio di rischio eccessivo, vuoi per la lunghezza eccessiva nella realizzazione del progetto.

Con la nascita del Fondo europeo per gli investimenti strategici, la dimensione delle operazioni di debito e di equity sostenute dal bilancio Ue hanno raggiunto proporzioni considerevoli. Per questo è necessario che le operazioni siano precedute da valutazioni che ne chiariscano la strategia e l’appropriatezza dello strumento finanziario. Gli analisti del Ceps hanno quindi passato in rassegna nel Report per la Direzione generale delle politiche interne 40 progetti, analizzandone l’efficacia e la trasparenza. Risultato? Carenza di una chiara quantificazione dei risultati in termini economici, sociali e di impatto ambientale, ma soprattutto mancanza di una reale logica nell’utilizzo degli strumenti finanziari. Un giudizio tutt’altro che lusinghiero.

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