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Libri

a cura di Filippo Cucuccio

Giudizi fuori dal coro

Gianfranco Pasquino “Fuori di testa – Errori e orrori di politici e comunicatori”, Paesi Edizioni, Roma, 2024, pagg. 384, Euro 18,00

La vita privata, le vicende professionali, la vita bolognese e gli eventi internazionali raccontate con voce ironica da un protagonista "fuori dal coro". E i giudizi del politologo su certe riforme di questa legislatura

Filippo Cucuccio

Se amate passare il tempo, leggendo libri ammantati da un melenso buonismo e da un’ipocrita patina di “politically correct”, questa recente “fatica letteraria” di Gianfranco Pasquino, Emerito di Scienza Politica e Socio dell’Accademia dei Lincei, certamente non fa per voi.

Infatti, cosa c’è di più intimo e di più sincero di quanto ciascuno di noi affida alla custodia del proprio diario personale, sia sviluppando considerazioni in agrodolce, se non addirittura urticanti, sia formulando giudizi fulminanti?

Non sfugge alla regola appena ricordata il diario di Gianfranco Pasquino, che ripercorre avvenimenti relativi alla propria sfera privata, ma anche legati alle proprie vicende professionali, o ad eventi di carattere nazionale ed internazionale, compresi in un arco di tempo che va da sabato 15 aprile 2023 a lunedì 15 aprile dell’anno successivo.

“Riflessioni su quel che ho visto, ho pensato, ho fatto”, afferma Gianfranco Pasquino, piemontese doc e trapiantato a Bologna da lungo tempo (testimoni ne sono la fede sportiva, equamente divisa tra la squadra di calcio del Torino e quella bolognese di pallacanestro della Virtus) alla conclusione di questa cavalcata temporale, per avvalorarne l’autenticità e l’originalità. Riflessioni, si può aggiungere, improntate ad un sano realismo, pervaso in una certa misura da un gradevole condimento da “bon vivant”, come i compiacimenti legati alle aspettative di un rilassante soggiorno vacanziero in gradevoli località turistiche, o, più semplicemente, di un buon pasto rallegrato da cibi succulenti, che, peraltro, si alternano ai riferimenti ai propri acciacchi personali e ai malesseri legati all’età che avanza.

Riflessioni, infine, ispirate dalla propria vita professionale con sottolineature dei momenti cruciali delle partecipazioni ad eventi accademici, e non solo, in ambiti nazionale ed internazionale, nonché di eventi percepiti come particolarmente significativi.

È il caso della riunione speciale dell’Associazione Il Mulino, che campeggia nella giornata iniziale del diario, o il conferimento della più alta onorificenza bolognese, l’Archiginnasio d’oro, a Romano Prodi, ricordato nella pagina conclusiva. Accanto a questi ed altri esempi, legati alla vita bolognese, numerose sono le annotazioni e le valutazioni critiche legate ad eventi di risonanza nazionale/internazionale. Tra le tante, si ricordano le valutazioni del “Grillo pensiero”, del cosiddetto Piano Mattei per il continente africano, la bocciatura della candidatura di Roma all’Expo 2030 a beneficio di Riad, i temi di grande attualità dell’autonomia differenziata e del numero dei mandati dei Presidenti delle Regioni del nostro Paese.

La lente usata per l’analisi rimane, comunque, quella del cultore della Scienza Politica (con riferimento ai suoi principali maestri, Giovanni Sartori e Norberto Bobbio e arricchita dalle multiformi esperienze personali, accademiche e politico-amministrative) di cui con malcelato orgoglio si rivendica il ruolo essenziale nell’ambito di una società civile, che voglia rifuggire da quegli errori ed orrori, evocati nel sottotitolo del libro e, puntualmente, sottolineati a commento delle diverse vicende.

È questo, dunque, il filo rosso, che conduce il lettore alle tre pagine conclusive del libro, denominate non casualmente “Coda”, che costituiscono un autentico colpo di coda sferrato nei confronti di una delle riforme base di questa legislatura, il cosiddetto premierato; anche in questo caso con la sottolineatura di alcuni errori ed orrori comunicazionali e di sostanza e un contestuale forte richiamo alla saggezza dei nostri Padri Costituenti in tema di referendum costituzionale.

In definitiva, si è in presenza di un libro la cui lettura è consigliabile, indipendentemente dal livello di condivisione di alcune delle asserzioni politicamente caratterizzanti dell’A., perché ha il grande merito, spesso come “voce fuori dal coro”, di stimolare, con uno stile leggero e decisamente godibile, la curiosità e il successivo approfondimento da parte del lettore per princìpi e argomenti specifici, che costituiscono – è bene sottolinearlo ancora una volta – la base essenziale e non negoziabile della nostra società civile e democratica.

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