approfondimenti/politica economica
Fondamentali sani e incertezza politica: questi i drivers del 2017?

Il 2017 si apre con un interessante outlook economico globale: nei paesi industrializzati riprendono gli investimenti, le politiche economiche si mantengono espansive, l’inflazione rimane contenuta, seppure in lieve aumento, e il tasso di disoccupazione si riduce anche nell’Eurozona. Nei paesi emergenti, invece, la situazione è meno brillante. Ci si dovrebbe attendere una dinamica di mercato generalmente serena e moderatamente favorevole. Tuttavia, si tenga conto che i mercati sono influenzati dagli eventi “politici” rilevanti almeno, se non più, quanto lo sono dai fondamentali dell’economia.

Giorgio Di Giorgio
gdg

Il 2017 apre con un outlook economico globale rassicurante. La crescita economica si va consolidando nei paesi industrializzati, con finalmente anche l’Europa a mostrare un ritorno a dinamiche più sostenute, complice l’andamento positivo della domanda negli USA e il recente apprezzamento del dollaro, che ha favorito il nostro export. La buona notizia è soprattutto relativa ad una ripresa degli investimenti, che scontano progressi nella riduzione dell’indebitamento delle imprese, oltre che tassi di interesse reali negativi o comunque molto compressi.

Le politiche economiche si mantengono espansive, con le attese di sgravi fiscali negli USA a trazione repubblicana che dovrebbero compensare la normalizzazione della politica monetaria della FED, mentre continueranno a fornire supporto adeguato i programmi di quantitative easing della BCE e della Bank of Japan. L’inflazione rimane contenuta, seppure in lieve aumento,

e il tasso di disoccupazione, ai minimi negli USA, è sceso sotto il 10% anche nell’Eurozona.

Guardando ai principali indicatori macroeconomici, il quadro di moderato ottimismo nei paesi industrializzati si affianca a performances meno roboanti che nel recente passato nei paesi emergenti, dove tuttavia le maggiori difficoltà sperimentate da Brasile e Russia stanno gradualmente superandosi e dove il contributo di India e Cina alla crescita globale si mantiene robusto.

Ne discende un contesto generalmente positivo di sviluppo reale e sufficientemente bilanciato che dovrebbe riflettersi in una dinamica di mercato serena e moderatamente favorevole.

Il “dovrebbe” tuttavia è d’obbligo, perché proprio l’esperienza recente ha insegnato come i mercati siano influenzati dagli eventi “politici” rilevanti almeno, se non più, quanto lo sono dai fondamentali dell’economia. E di eventi politici importanti, il 2017 sarà abbondante, a partire dall’osservare la declinazione in pratica degli annunci del nuovo Presidente USA: la “Trumpeconomics” costituirà senza dubbio alcuno il primo driver cui faranno riferimento i mercati finanziari nel valutare le prospettive di singole aziende come di interi settori o aree geografiche. Dal nostro lato dell’Oceano, l’impressionante sequenza di votazioni politiche che interesserà Francia, Germania e Olanda, includendo forse anche l’Italia, e l’evoluzione della Brexit, costituiranno altrettanti test rilevanti per le valutazioni (e la volatilità ) dei mercati finanziari.

Il ballo cui investitori e gestori sono invitati si muoverà sull’onda di note contrastanti almeno fno a questa estate, lasciando ai mesi autunnali il compito di definire il bilancio complessivo dell’anno in corso.

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