COMPETITIVITA'/IL RUOLO DEL PROCUREMENT
Fare acquisti in azienda tra codice degli appalti e tecnologia
Giovanni Parrillo

La rivoluzione digitale è la grande trasformazione economica che stiamo vivendo. Se ne è occupata la rivista Economia Italiana nel suo primo numero del 2019, “Le sfide dell’Economia Digitale”. In realtà la trasformazione digitale è capillare, paragonabile a quanto successo con la diffusione dell’energia elettrica. La dinamica economica e del vivere quotidiano è ormai pervasa dalla digitalizzazione e dall’uso della rete. Non solo quindi ha effetti sulla politica della concorrenza, sulla tassazione, sul PIL, sul mondo del lavoro. Ma sul nostro modo di vivere e di pensare. 

Il procurement non è rimasto estraneo, ovviamente, a queste trasformazioni, e l’e-procurement è oggi una realtà. “Si può ritenere che le piattaforme digitali, attraverso le quali è sostanzialmente possibile confrontare in ogni momento l’intero vettore dei prezzi di ogni singolo bene, hanno avvicinato come non mai il sistema economico alla configurazione ideale del banditore walrasiano. Con ciò che ne consegue in termini di spostamento del potere di mercato verso il consumatore e, ancor più, di vera e propria crisi di tutta quella vasta area di intermediazione a cui è stato sempre affidato il collegamento fra produttore e, appunto, consumatore”, ha scritto Stefano Fantacone, editor del citato numero di Economia Italiana.

La sfida dell’efficienza e della modernizzazione

La trasformazione della funzione acquisti non si limita ovviamente agli acquisti e alle indagini di mercato on-line. Da ruolo amministrativo, nato per il controllo del budget e l’ottimizzazione delle spese, l’evoluzione della gestione dei processi di approvvigionamento permetterà sempre più al procurement di focalizzare il proprio operato a livelli maggiormente strategici, per concorrere alla competitività aziendale, agli obiettivi di business, guadagnandosi a buon diritto un posto al «tavolo esecutivo». 

Se ne parla al convegno organizzato giovedì 30 maggio presso l’ESA, Agenzia Spaziale Europea, a Frascati, da The Procurement, giovane realtà che propone alla sua community di CPO di medie e grandi aziende numerosi congressi e una rivista specializzata di settore diretta da Micol Barba. Una realtà in crescita che muove un imponente giro d’affari e che sta per cambiare pelle.

Secondo l’Osservatorio Fatturazione elettronica ed eCommerce B2B del Politecnico di Milano, nel 2017 il valore dell’eCommerce B2B è stato di circa 335 miliardi di euro in Italia, registrando un incremento dell’8% rispetto al 2016, e di questo ben 130 miliardi di euro hanno interessato l’estero. Quasi il 60% dell’eCommerce B2B fa riferimento a 6 filiere principali – automobile, elettrodomestici ed elettronica di consumo, farmaceutico, largo consumo, materiale elettrico e tessile-abbigliamento -, caratterizzate da una buona diffusione dell’Electronic Data Interchange (EDI).

Ma il futuro è quello dell’automazione e della robotica. Oggi, secondo una survey di Deloitte su 480 Chief Procurement Officer, il 50% degli intervistati ritiene che automazione e robotica non abbiano alcun impatto sul procurement ma, al tempo stesso, solo il 7% degli stessi ritiene che anche nel 2025 queste tecnologie non saranno rilevanti per la propria funzione. L’evoluzione è dunque in atto. 

Un altro ruolo strategico per l’innovazione del Paese è nel Public Procurement. Gli acquisti della P.A. possono avere un ruolo importante non soltanto nei tagli di spesa, ma anche nell’indirizzare le risorse e l’offerta italiana verso una maggiore innovazione e competitività.  Il public procurement può avere un ruolo strategico nell’ammodernamento del Paese. Può stimolare l’innovazione e farsi esso stesso volano per permettere alle imprese di lanciare nuovi business. 

Un obiettivo fondamentale per il nostro paese è poi l’ammodernamento delle infrastrutture, utilizzando al meglio i contributi europei, in particolare attraverso il partenariato pubblico privato. Il codice degli appalti ha determinato procedure precise, vincolando le gare a specifici progetti di fattibilità e piani di sostenibilità degli investimenti.  Una ulteriore semplificazione è attesa. Come scrive Biancamaria Raganelli, nel suo volume Partenariato pubblico-privato, concessioni e gestione dei rischi, “in Italia, continua a discutersi del peso della regolazione e delle procedure amministrative e ad affermarsi l’esigenza di promuovere una regolazione favorevole agli investimenti, assicurare la stabilità delle regole, snellire e rendere certe nei tempi le procedure autorizzative, ridurre il contenzioso amministrativo in materia di contratti pubblici, aumentare i disincentivi alle liti temerarie, limitare la durata delle sospensive, prevedere per le opere di maggiore interesse pubblico il ricorso in un unico grado al Consiglio di Stato.”

L’evoluzione organizzativa e strategica  

Gestire ordini e fatture, rinegoziare i contratti di acquisto, raccogliere informazioni sui fornitori, tenere sotto controllo le spese. Sono tutte sfide e attività che ogni giorno le aziende affrontano, generalmente con un approccio a silos: la divisione Acquisti, l’area Finance, la logistica, seguono ciascuno la propria area di attività, in autonomia. Ora però inizia a diffondersi l’utilizzo di piattaforme software per la digitalizzazione dei processi di procurement end-to-end. È questione di efficienza aziendale dei singoli e di competitività del sistema Paese.

In un mercato globale, la competitività italiana può essere rilanciata solo se assieme alle innovazioni aumenta l’efficienza tecnologica e operativa delle aziende.  In quest’ottica, il procurement ha un ruolo chiave se viene considerato come un macro-processo che parte dalla generazione dei fabbisogni, attraversa gli acquisti e arriva alla fatturazione, con impatto su diverse Line of Business. L’innovazione è dunque il “Source-to-Pay”: un processo di business che parte dal sourcing strategico per gli approvvigionamenti e arriva fino al pagamento, passando per la definizione dei fabbisogni, gli acquisti, la contrattualizzazione e la gestione del ciclo passivo. Si tratta di un approccio che richiede di riformulare le relazioni con i fornitori, creando con essi delle partnership che sappiano veicolare la domanda di tecnologia e lo sviluppo di prodotti innovativi. 

In sintesi, ecco l’evoluzione di una nuova funzione aziendale, da supporto amministrativo e organizzativo ad un ruolo strategico. Il procurement può essere motore di innovazione e nuove tecnologie, avvalendosi di canali diversi – fornitori, start up e mondo accademico – ma anche coinvolgendo gli stessi dipendenti dell’azienda e nuove figure come l’Innovation manager.