EDUCAZIONE FINANZIARIA.
Tutti la vogliono,
ma che cosa si fa? *
Giovanni Parrillo
Parrillo

Desidero innanzitutto rivolgere – a nome di tutti gli organizzatori – un ringraziamento sentito e non formale al Gruppo INTESA Sanpaoloche ci ha offerto ospitalità per il nostro incontro in questa bella sala. Un grazie per la grande sensibilità e attenzione che ha dimostrato su questi temi, che desidero estendere al padron di casa, avv. Paolo Riello, direttore della filiale di Roma di Banca IMI, amico di lunga data della nostra Rivista, così come Banca IMI che la sostiene.

Un ringraziamento particolare è d’obbligo poi alla dottoressa Magda Bianco e alla dottoressa Nadia Linciano, che hanno accettato di tenere le relazioni di base di questo pomeriggio e a tutti i relatori della tavola rotonda.

Un ringraziamento va infine a Professione Finanza, che per stare in tema, ha offerto un corso di formazione on line, che vale crediti formativi per i consulenti finanziari, disponibile per tutti i partecipanti. Per attivarlo sarà sufficiente lasciare la vostra email al termine del Convegno.

Rivista Bancaria – Minerva Bancaria, il suo sito di commenti economico – finanziari, Financial Community Hub, e ASSONEBB, Associazione Nazionale per l’Enciclopedia della Banca e della Borsa hanno promosso questo incontro con l’obiettivo di rendere un piccolo servizio alla causa dell’educazione finanziaria.

Financial Community HUB è oggi diretto da Paola Pilati e il suo Comitato scientifico è presieduto sin dalla nascita nel 2014 dal prof. Raffele Lener, ordinario di Diritto dei mercati finanziari presso l’Università di Roma Tor Vergata. L’obiettivo di FCHUB non è il business ma il confronto di idee. Per questo il sito lavora da 4 anni per l’approfondimento e il dibattito sui temi di economia, banca, finanza, regolamentazione. Gli interventi più significativi del primo anno di attività sono raccolti nel volumetto che avete trovato all’ingresso e che vi prego di prendere con voi. Si tratta di interventi, che seppur non più recenti, mostrano lo sforzo di approfondimento sull’attualità economica e finanziaria che è stato fatto e che continueremo a fare.

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L’Italia si sta muovendo per colmare il divario che registra nella cultura finanziaria rispetto agli altri paesi europei. All’inizio dell’anno è stata approvata la legge per l’educazione finanziaria (legge n. 15/2017, di conversione del decreto-legge 23 dicembre 2016, n. 237, recante disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio); è stato nominato in estate il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, cui è demandato il compito di promuovere e programmare iniziative di sensibilizzazione ed educazione finanziaria.

Il Convegno di oggi, come ha scritto nell’invito, il direttore di FCHub, Paola Pilati, vuol parlare di quanto è stato realizzato, ma ha anche l’ambizione di mettere a fuoco quello che ancora si deve avviare; quello che si potrebbe migliorare; quello che una nuova policy dell’argomento potrebbe affrontare più efficacemente.

La legge (articolo 24-bis. – Disposizioni generali concernenti l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale) chiarisce che “per educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale … si intende il processo attraverso il quale le persone migliorano la loro comprensione degli strumenti e dei prodotti finanziari e sviluppano le competenze necessarie ad acquisire una maggiore consapevolezza dei rischi e delle opportunità finanziarie”. Non solo nozioni quindi, ma un processo mirato di acquisizione della consapevolezza in tema finanziario, nel quadro di una strategia nazionale che ha l’obiettivo di “organizzare in modo sistematico il coordinamento dei soggetti pubblici e, eventualmente su base volontaria, dei soggetti privati già attivi nella materia…, promuovendo lo scambio di informazioni tra i soggetti e la diffusione delle relative esperienze, competenze e buone pratiche…”

Minerva bancaria ha già promosso con Assonebb un approfondimento sul tema con un convegno sull’Arbitro per le Controversie Finanziarie e sull’Arbitro Bancario Finanziario prima dell’estate (gli atti sono stati appena pubblicati nel Quaderno di Minerva Bancaria, I metodi alternativi di risoluzione delle controversie – ADR).

I meccanismi alternativi di risoluzione delle controversie nascono proprio per permettere ai consumatori -in questo caso consumatori di prodotti e servizi finanziari -una tutela diretta. Una tutela che possa prescindere da conoscenze specialistiche e legali. A ben vedere si tratta del rovescio della medaglia, i consumatori potranno massimizzare la loro soddisfazione se si avvicineranno ai prodotti e servizi finanziari con conoscenze migliori, con un’educazione finanziaria più adeguata.

La survey Financial Literacy around the World curata da ricercatori della Banca Mondiale e della George Washington University- diretta in particolare dalla professoressa Annamaria Lusardi (assieme a Leora Klapper e Peter van Oudheusden) – ha evidenziato, sono dati del 2014,che solo il 37% degli italiani intervistati ha risposto correttamente a 3 delle 5 domande su inflazione, tasso di interesse, capitalizzazione semplice e composta, diversificazione del rischio, contro una media europea del 55%.

Il Rapporto della Consob 2017 sugli investimenti delle famiglie italiane ci mostra con dati aggiornatissimi che il gap culturale permane, nonostante il grande clamore suscitato dai fallimenti bancari e dalla conseguente crisi per gli obbligazionisti.

Le nozioni di base rimangono oscure per la maggior parte degli intervistati. Solo il 53% ha una nozione precisa del concetto di inflazione, si scende al 33% per un principio cardine come la diversificazione.

Il 20% degli intervistati non conosce alcun prodotto finanziario e il 35% non sa valutare la rischiosità dei prodotti più noti

Le preferenze per una tipologia di strumento finanziario non sempre si accompagnano alla conoscenza del rischio. Basti pensare che il 59% degli intervistati ritiene le azioni meno rischiose delle obbligazioni.

Solo un risparmiatore su tre usufruisce di consulenza finanziaria propriamente detta (MIFID). La domanda di consulenza finanziaria è scoraggiata da due fattori in particolare: sfiducia e costi. Quanto ai costi, poi, si noti che il 45% degli investitori non sa come viene remunerato il proprio consulente e il 37% crede che il servizio sia gratuito.

Come si è accennato, la legge chiarisce che una strategia di formazione efficace non può limitarsi alla divulgazione ma deve favorire lo sviluppo di un’attitudine corretta alle decisioni economiche. È necessario dunque “promuovere capacità di comprensione e autonomia di giudizio, senza per questo incoraggiare il “fai-da-te”, che potrebbe essere foriero di situazioni altamente indesiderate”.

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Oggi sono molti i fattori che rendono ancora più complesse le scelte di investimento.

La crisi finanziaria ha generato “ansia” negli investitori.

Il Quantitative Easing, e la discesa in territorio negativo dei tassi a breve hanno comportato la ricerca affannosa di rendimenti, con l’aumento dei rischi.

Come ha sottolineato il recente Global Financial Stability Report del Fondo Monetario Internazionale, mai ad una situazione così buona dal punto di vista finanziario ed economico si sono associate tante potenziali vulnerabilità.

In Positivo: La stabilità dei mercati finanziari è decisamente migliorata, grazie alla convergenza di tre fattori:

  • supporto politico alla stabilità;
  • rafforzamento della regolamentazione prudenziale;
  • ripresa economica.

Le grandi banche mondiali sono ripatrimonializzate, la nuova regolamentazione è più attenta e stringente sui rischi, la crescita è diffusa.

In Negativo:

  • ll debito complessivo nel G20 (pubblico, delle imprese e delle famiglie) è ai massimi: è cresciuto di 6 volte fra il 1990 e il 2016 e ammonta ora a 135 trilioni di dollari, una cifra pari al 235% del PIL.
  • rendimenti delle attività investment grade sono ai minimi: meno del 5% del totale delle attività a reddito fisso rende ora più del 4% contro l’80% di prima della crisi: in cifre si passa da 15,8 a 1,8 trilioni di dollari, come dire dal PIL Usa a quello italiano.Come ammonisce il Fondo, “l’esperienza ci ha insegnato che è proprio quando il denaro è a buon mercato che viene costruita la vulnerabilità del sistema”. Ecco dunque un altro motivo, importantissimo, per sviluppare l’educazione finanziaria.

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Abbiamo oggi il piacere di avere due relatrici di altissimo livello che rappresentano anche le istituzioni in prima linea per la difesa del risparmio e degli investitori. Dalle loro le relazioni avremo una presa diretta di quanto si sta facendo e delle sfide da superare.

La tavola rotonda che segue poi, coordinata dal direttore di FCHub, Paola Pilati, e con l’intervento conclusivo del prof. Raffaele Lener, presidente del Comitato Scientifico di FCHub, ci offrirà altre angolazioni e punti di vista di sicuro interesse.

Assonebb è presente in forze a questo Convegno con ben tre consiglieri, compreso chi vi parla. Lo scopo dell’Associazione si è evoluto con il tempo rispetto a quello iniziale di realizzare l’Enciclopedia della Banca e della Borsa, sotto gli auspici della Banca d’Italia.

L’enciclopedia – pubblicata alla fine degli anni ‘60 in 7 volumi -era una sorta di “Treccani della banca e della finanza” e offriva uno strumento tecnico di altissimo valore, ma era riservato agli addetti ai lavori. Oggi la mission di Assonebb è rivolta alla divulgazione e all’educazione finanziaria. È stata così realizzata Bankpedia, enciclopedia on line di Banca, Borsa e Finanza, composta da 5.000 voci, di cui continua il processo di aggiornamento e di approfondimento scientifico. Sono stati realizzati nel 2016, con il Museo del Risparmio, i primi 4 web seminar di educazione finanziaria, https://assonebb.it/web_seminar/ , i cui temi sono stati individuati dal coordinamento nazionale dei professori di materie socio-economiche, di cui vi parlerà la dottoressa Paladino, direttore del Museo e consigliere di Assonebb, nonché esponente del gruppo INTESA Sanpaolo che ci ospita.

Molte iniziative dunque, non solo quelle di Assonebb ovviamente. Vi sono quelle istituzionali di Banca d’Italia e Consob, e quelle di molti soggetti privati: più di duecento in campo nazionale; ma mancano ancora un effettivo coordinamento nell’ambito di una strategia nazionale e il portale unico. Su questo si giocherà la partita nel prossimo futuro, come capiremo dalle relazioni e dalla tavola rotonda.

Non mi dilungo quindi e – nel rinnovare il nostro ringraziamento al Gruppo INTESA, a tutti i relatori e a voi partecipanti – vi propongo di passare alle due relazioni che inquadrano questo Convegno.

Grazie per l’attenzione.

 

Allegato 1 – Magda Bianco – Verso una Strategia nazionale per l’educazione finanziaria

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Allegato 2 – Nadia Linciano – Migliorare le competenze finanziarie degli italiani: quali strumenti e quali sfide

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* Programma dell’evento

Programma