Economia circolare

E’ un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.

“L’economia circolare è dunque un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.

Il modello economico lineare “take-make-dispose” si basa sull’accessibilità di grandi quantità di risorse ed energia ed è sempre meno adatto alla realtà in cui ci troviamo ad operare. Le iniziative a sostegno dell’efficienza – che lavorano per la riduzione delle risorse e dell’energia fossile consumata per unità di produzione – da sole possono ritardare la crisi del modello economico, ma non sono sufficienti a risolvere i problemi dati dalla natura finita degli stock.

Si pone quindi come necessaria la transizione dal modello lineare ad un modello circolare, che nella considerazione di tutte le fasi – dalla progettazione, alla produzione, al consumo, fino alla destinazione a fine vita – sappia cogliere ogni opportunità di limitare l’apporto di materia ed energia in ingresso e di minimizzare scarti e perdite, ponendo attenzione alla prevenzione delle esternalità ambientali negative e alla realizzazione di nuovo valore sociale e territoriale”.

Le 10 dimensioni della Circolarità

La griglia dei criteri del progetto Storie di Economia Circolare individua 10 dimensioni della Circolarità, divisa ciascuna in un numero variabile di indicatori.

La griglia è divisa nello specifico in sette dimensioni di circolarità economica ed ambientale e tre dimensioni di sostenibilità sociale.

Ad ognuna delle dimensioni sono stati associati criteri specifici per la valutazione delle esperienze mappate, riportati in sintesi nel paragrafo precedente e per il dettaglio dei quali si rimanda al testo delle Linee Guida per la Mappatura delle Storie di Economia Circolare, validate dal Comitato Scientifico.

L’identificazione delle dieci dimensioni ha tenuto conto della valorizzazione delle ricadute sociali delle esperienze mappate, ponendo come presupposto la saldatura tra la dimensione della giustizia sociale e quella della giustizia ambientale.

Il valore condiviso di un’esperienza economica e, in particolare, la sua ricaduta territoriale rappresentano dunque importanti elementi di valutazione delle esperienze economiche che consentono di uscire da valutazioni esclusivamente econometriche.

Ulteriore strumento di orientamento per l’attività di mappatura, a supporto dei criteri definiti dalle linee guida, è il codice etico, che contiene i principi etici cui è ispirato il lavoro di censimento e raccolta delle esperienze.

Criteri di circolarità

  1. ECODESIGN – Progettazione di prodotti che possano durare a lungo, il cui smontaggio sia semplice, in modo da permettere facilmente la riparazione e/o il riutilizzo e/o il recupero dei prodotti nella loro interezza o nei loro frazionamenti (circular design, design-out waste, etc.).
  2. APPROVVIGIONAMENTO MATERIALI E RISORSE – Impatto ambientale dell’approvvigionamento energetico e scelta di fonti rinnovabili e sostenibili.
  3. CONSUMO MATERIALI E RISORSE – Utilizzo efficiente delle risorse in tutte le fasi della produzione e sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde derivanti da filiere del riciclo. Efficienza energetica ovvero ottimizzazione del consumo di energia attraverso politiche di riduzione mirate.
  4. GESTIONE RIFIUTI, SCARTI ED EMISSIONI – Impatto ambientale della gestione degli scarti di produzione, dei rifiuti e dei prodotti arrivati a fine vita.
  5. TRASPORTI E DISTRIBUZIONE – Impatto ambientale dei trasporti connessi alle varie fasi del processo produttivo, della distribuzione e della logistica.
  6. PROMOZIONE DI STILI DI VITA SOSTENIBILI – Promozione di comportamenti virtuosi dei dipendenti/soci/volontari attraverso l’uso e la diffusione di strumenti a supporto di: riduzione del consumo di energia e acqua, riduzione dei rifiuti e loro corretta gestione, mobilità sostenibile.
  7. FILIERA CIRCOLARE – Costruzione della filiera sulla base di criteri di compatibilità ambientale e sociale.

Criteri di sostenibilità ambientale e sociale

  1. VALORE CONDIVISO e COMUNITÀ TERRITORIALI – Impatto sulle altre realtà connesse (filiere o extra filiera) in termini di massimizzazione della compatibilità ambientale e di creazione di valore sociale condiviso; sviluppo di altre forme economiche, organizzate in forme plurali (pluralismo delle forme organizzative) e che possano immettersi nel tessuto economico.
  2. INCLUSIVITÀ SOCIALE – Accrescimento del tasso di inclusività economica delle fasce svantaggiate e dei soggetti a rischio esclusione sociale attraverso il sostegno e il rafforzamento di esperienze di economia sociale legate al territorio. Creazione di valore sociale oltre che economico secondo un approccio di valore condiviso con particolare attenzione al coinvolgimento dei soggetti svantaggiati.
  3. REPORTING / ACCOUNTABILITY / CERTIFICAZIONI AMBIENTALI E ALTRE FORME DI GESTIONE AMBIENTALE – Esistenza di attività di reporting che analizzino, qualifichino, certifichino e/o rendano comunicabili le informazioni ambientali.