GIOVANI&NUOVI LAVORI
Consulenti finanziari cercasi

Come incentivare l'ingresso dei giovani nella professione di consulente finanziario? Un convegno alla Luiss promosso da Ocf e Assoreti ne ha messo a fuoco le opportunità ma anche le aspettative di chi vorrebbe entrare. Che non sempre coincidono

Quale consulenza finanziaria per il prossimo futuro? Una risposta viene dal convegno tenutosi in Luiss il 30 maggio scorso: “NEXT GEN2. La consulenza finanziaria : le sfide della Next Generation e della Gender diversity”, organizzato da OCF  e Assoreti assieme al CASMEF della Luiss.  La consulenza finanziaria è un servizio sempre più necessario, ha chiarito nella sua introduzione Giorgio Di Giorgio, Direttore del CASMEF. La “permacrisi”, ovvero la crisi finanziaria permanente, partita nel 2007 con il crollo dei mutui sub prime negli USA, non si è più fermata. A quell’episodio è seguita la crisi dei debiti sovrani, la pandemia da Covid-19, l’invasione russa dell’Ucraina, la bolla dei prezzi energetici e il ritorno dell’inflazione con l’aumento dei tassi di interesse, fino alle recenti crisi delle banche regionali americane e al crollo di Credit Suisse, la prima banca di dimensioni sistemiche salvata.

In tale contesto – ha proseguito Di Giorgio – i risparmiatori hanno bisogno di guide preparate e un rilevante sostegno può essere dato dai consulenti finanziari. Due gap poi vanno colmati: quello delle nuove generazioni, che faticano sempre più a entrare nel mondo del lavoro e quello del lavoro femminile. Secondo dati Eurostat 2021, i Neet (cioè i giovani che non lavorano e non studiano – Not in Employment, Education or Training), di età compresa fra i 15 e i 24 anni in Italia sono il 19,8%, il dato più alto d’Europa, e quasi il doppio della media (10,8). In Italia poi non lavora una donna su due; nel Sud una su tre.

Teresa Calabrese, presidente della Commissione Ricambio Generazionale e Gender Gap di OCF, ha spiegato che questi temi sono all’attenzione dell’Organismo di Vigilanza e, proprio per capire con quali misure colmare il gap anche nella consulenza finanziaria, è stata commissionata a Research Dogma una specifica indagine sulla realtà dei giovani consulenti finanziari e dei giovani che aspirano a questa carriera.

Dalla ricerca, presentata da Fabio Fornezza, sono emersi dati su cui riflettere e lavorare. L’aspirazione dei giovani interessati alla consulenza finanziaria è quella di avere un impiego flessibile e che si caratterizzi per contenuti come un lavoro da professionista e da imprenditore. Fra le condizioni per favorire l’ingresso nella professione spiccano poi la necessità di un compenso di base nella prima fase dell’attività (e in effetti è crescente l’altissima percentuale di giovani sottopagati), ma anche l’esigenza di un coaching. Fra uomini e donne emergono differenze significative dal sondaggio. La percentuale delle ragazze orientate a progetti di vita (32%) è doppia di quella dei ragazzi (15%). Emerge anche un gap di conoscenze da colmare: i giovani sono attratti da questo mestiere, ma non lo conoscono a fondo (60%).

A questo proposito Marco Tofanelli, segretario generale Assoreti, ha ricordato l’iniziativa per avere Ambassador con moltissimi eventi al giorno, diffusi su tutto il paese, per incontrare i nuovi potenziali consulenti  finanziari e ridurre l’età media della categoria, oggi piuttosto elevata. Il presidente OCF Mauro Maria Marino ha ricordato la proposta di legge per introdurre l’educazione finanziaria a scuola, su cui si è battuto l’Organismo, che sta per essere approvata. Si tratta di un primo passo indubbiamente importante per colmare la lacuna profonda di competenze su questi temi che emerge da tempo nel nostro paese.

Sul tema dell’educazione finanziaria è intervenuta Alessandra Staderini, vice capo dell’omonimo servizio  della Banca d’Italia, che ha sottolineato come ci sia un problema di alfabetizzazione finanziaria in generale e per le donne in particolare. Queste sono ancora vittima di stereotipi per cui le finanze di casa sono un tema maschile. Emerge inoltre, dai sondaggi sul livello di educazione finanziaria, che le donne sottovalutano le proprie competenze più dei maschi, mentre, al contrario, rispondono meglio di questi sulle domande specifiche.

Francesca Palisi, responsabile del servizio legale e tributario dell’ABI, ha ricordato che l’Associazione ha promosso nel 2019 la Carta delle donne in banca e che questa è stata sottoscritta da un numero di banche che rappresenta il 93% dei dipendenti del settore. Inoltre, in banca c’è una parità occupazionale di genere (50%). Al contrario, come ha ricordato Calabrese, fra i consulenti finanziari le donne sono il 22%: un dato ancora molto basso, eppure in crescita se si pensa che erano il 12% venti anni fa e solo l’8% nel 1997. Importante poi, ha proseguito Palisi, è condurre e saper trattenere sempre più persone con competenze STEM in banca.

Un elemento chiave è dunque la formazione di base, quindi quella specifica per i consulenti. Da aiutare con iniziative specifiche, borse di studio, programmi di master. Un rischio che sta emergendo è la diffusione delle piattaforme di trading che vengono utilizzate in misura crescente da giovanissimi (il 15% degli utenti ha meno di 19 anni, ha ammonito Staderini), oppure le formule buy now – pay later, che rischiano di mettere a carico di famiglie inconsapevoli gli acquisti degli adolescenti.

Un dato positivo emerso è che non c’è,  a giudizio di Marino e Tofanelli, un salary gap nella professione, cosa che si comprende anche considerando l’approccio da professionisti che caratterizza questo ruolo.

Infine un dato molto importante a favore della riduzione del gender gap è la consapevolezza e l’attenzione ai progetti di vita mostrata dalle donne intervistate nella ricerca promossa da OCF. Le donne che ritengono importante l’orientamento a progetti di vita sono il doppio dei maschi (32 contro il 15 per cento).  Le donne richiedono anche più welfare, per poter svolgere con maggiore supporto la propria professione.  L’attenzione delle donne  per la sostenibilità che emerge dal sondaggio rappresenta un aspetto molto promettente secondo Marino,  tanto più in quanto oggi, in tempi di permacrisi, la consulenza deve guardare ai bisogni di lungo periodo dei loro clienti, in una visione olistica che comprenda i progetti di vita di questi ultimi. In conclusione: le donne sono vincenti quando entra in gioco la relazione sul piano umano.

G.P.