RIVISTA BANCARIA 4-5/HIGHLIGHTS 3
Come le tecnologie digitali stanno cambiando le banche

La pandemia ha accelerato il processo di transizione digitale già in corso nel settore finanziario e ha accresciuto la consapevolezza degli operatori sulla necessità di investimenti in innovazione tecnologica. Una sfida che determinerà un ripensamento dei modelli di business tradizionali

Alessandra Gustani

La pandemia di COVID-19, nel drammatico contesto dell’emergenza umana, sociale ed economica che ha generato, ha avuto un ruolo propulsivo nella diffusione delle tecnologie digitali in ambito finanziario e ha accelerato quel processo di profonda ridefinizione ed evoluzione strutturale che il settore bancario italiano stava già affrontando negli ultimi anni.

Durante la fase di emergenza, a seguito alle misure restrittive per il contenimento della diffusione del virus, le banche hanno dovuto mettere rapidamente in atto piani di contingency per garantire l’operatività anche da remoto e rispondere, in situazioni di ridotta interazione fisica, alla forte richiesta di credito – incentivata dalle misure di supporto pubblico – da parte di aziende e famiglie, incrementando l’adozione di strumenti tecnologici nella relazione con la clientela. Quest’ultima ha fatto sempre maggiore ricorso all’utilizzo di canali digitali, sia per la fruizione di servizi finanziari che nell’utilizzo di forme di pagamento elettronico e commercio online.  

Al contempo la competizione nel settore non si è arrestata: neo bank, fintech e altri operatori non tradizionali – anche tramite piattaforme, hub ed associazioni – hanno incrementato la loro operatività sul mercato finanziario ed aumentato i volumi di attività, adattandosi immediatamente alle nuove esigenze, anche grazie alla loro natura nativamente digitale e alla flessibilità dei processi operativi.

In tale scenario – come più ampiamente trattato nell’articolo pubblicato sul numero 4-5 della Rivista Minerva Bancaria– una delle più rilevanti sfide che le banche dovranno affrontare è di natura tecnologica: gli investimenti in tale ambito appaiono infatti un fattore primario nel percorso di trasformazione che sta interessando il settore e l’accelerazione imposta dalla pandemia ha incrementato tale consapevolezza. Occorre che tali investimenti siano altresì affiancati dallo sviluppo delle necessarie competenze e capacità operative per gestire la transizione, risorse di cui non tutti gli operatori prontamente dispongono.  

La pervasività e velocità dell’innovazione, la sempre maggiore concorrenza del mercato e la situazione emergenziale hanno dunque messo le banche di fronte a una rinnovata e accresciuta necessità di revisione strutturale dei modelli organizzativi e di business per rispondere alle molteplici sfide della digitalizzazione, nonché recuperare livelli di redditività sostenibile che, in un contesto di tassi di interesse che si prevede rimangano bassi ancora per un prolungato periodo di tempo, consentano di operare efficientemente sul mercato. 

Non è facile prevedere quale possa essere l’esito di tale riorganizzazione, tanto più in assenza di una strategia univoca di possibile reazione al mutato e complesso contesto di riferimento. 

È probabile che si assista a uno scenario che veda convivere, da un lato, pochi grandi campioni dimensionali con un’ampia gamma di offerta di prodotti e servizi e, dall’altro, operatori altamente specializzati, oltre a forme organizzative caratterizzate da integrazione tra attori di diversa natura. In tal senso, accanto a possibili ulteriori dinamiche di consolidamento, è prevedibile l’affermazione di tendenze di tipo cooperativo, quali consorzi, partnership e accordi in logica di piattaforma. 

Elemento fondamentale per gli intermediari sarà l’individuazione del target strategico e il posizionamento di mercato del proprio modello di attività, oltre all’eventuale cluster di clientela al quale rivolgersi direttamente. Le banche potrebbero focalizzarsi su quelle attività o segmenti di mercato ad elevata specializzazione che generano maggior valore e caratterizzati da una più marcata relazione con il cliente, sfruttando i rapporti già consolidati e la propria capacità di operare sull’intera catena del valore del business. Funzionale, in tal senso, anche un ripensamento dei modelli distributivi, con una maggiore razionalizzazione ed integrazione tra canali fisici e digitali e l’utilizzo delle piattaforme quale strumento facilitatore per la fornitura dei servizi più innovativi e diversificati.

La capacità di adattarsi al contesto in continua evoluzione e di effettuare investimenti funzionali all’adozione di tecnologie avanzate, al ridisegno degli assetti operativi e distributivi, nonché allo sviluppo delle competenze specialistiche del personale costituiranno elementi di vantaggio competitivo per operare sul mercato. 

È un processo complesso che ridefinirà i confini dell’industria finanziaria e che si rende oggi ancora più necessario per consentire alle banche di raggiungere una maggiore sostenibilità dei loro modelli operativi, di affrontare la fase fondamentale di rilancio e finanziamento all’economia nel periodo post emergenziale ed essere di supporto alle iniziative strutturali di lungo termine che il nostro paese è chiamato ad attuare.