Fondo Monetario
Come far funzionare i tassi negativi

Come rendere possibile alle banche centrali l’uso delle leva dei tassi di interesse per gestire una prossima crisi, visto che sono già così bassi? Come ridare insomma uno spazio di manovra alla politica monetaria?

Se l’è chiesto il Fondo monetario internazionale in uno studio appena pubblicato (https://blogs.imf.org/2019/02/05/cashing-in-how-to-make-negative-interest-rates-work/). Sostenendo che il sistema c’è. Serve un mondo senza “cash”. In questo caso infatti, gli interessi negativi si applicherebbero direttamente al denaro depositato in banca come costo per tenere appunto il deposito.

Questo renderebbe più attraente usare il denaro, piuttosto che conservarlo con un costo. E il risultato sarebbe incentivare i consumi. Cosa impossibile da fare con il denaro circolante: basterebbe tenersi in casa tutta la liquidità, e non si soffrirebbe l’effetto dei tassi negativi.

Per risolvere la questione, l’Fmi esamina la proposta di portare il costo del cash allo stesso livello del costo dei depositi con interesse negativo. Ma come?

La banca centrale dovrebbe dividere la base monetaria un due valute locali: una corrente e una elettronica. Quella elettronica verrebbe colpita dal tasso di interesse deciso dalla policy della banca centrale; sul cash verrebbe invece applicato un tasso di conversione rispetto alla valuta elettronica. E questa conversione svaluterebbe il cash, rispetto alla valuta elettronica, nella proprozione del tasso negativo. Trasmettendo al sistema l’input della politica monetaria.