Anche il Consumer Financial Protection Bureau, l’agenzia di protezione dei consumatori, è entrata nel mirino delle purghe del nuovo governo americano. E il Nobel per l'economia Paul Krugman ne indica i mandanti
Dopo la cancellazione dei finanziamenti con finalità sociali e degli aiuti all’estero, dopo i licenziamenti in tronco nei vari settori dell’amministrazione pubblica dei dipendenti non allineati, dopo i veri e propri regolamenti dei conti con chi l’ha messo sotto accusa in tribunale, le purghe del governo di Donald Trump hanno trovato un nuovo obiettivo: il Consumer Financial Protection Bureau, l’agenzia di protezione dei consumatori.
Si tratta, come fa notare Paul Krugman nel suo blog, dell’agenzia grazie alla quale la Grande Crisi finanziaria del 2008 è stata un po’ meno pesante per i tanti che si erano fidati delle banche senza capire che cosa firmavano quando accettavano i mutui subprime.
La difesa delle vittime delle frodi finanziarie non è un mestiere facile, ma è fondamentale, visto che realizza la missione di aiutare la parte più vulnerabile della popolazione: ne compensa lo svantaggio culturale su tematiche finanziarie e protegge i meno attrezzati dagli abusi che possono nascere nel sistema.
Nel tempo, aiuta inoltre a costruire tra le parti in causa – banche e clienti – una nuova modalità di rapporto, improntata a una maggiore trasparenza e correttezza reciproca, come da noi stanno dimostrando istituzioni simili come l’Arbitro bancario e quello delle controversie finanziarie.
Il caso della CFPB è la storia di una missione riuscita: grazie al suo intervento le istituzioni finanziarie si sono dovute piegare a restituire nel complesso 21 miliardi ai clienti che avevano truffato. E non si tratta solo del periodo della Grande Crisi finanziaria, ma anche di eventi recenti.
Per esempio, due anni fa la Wells Fargo ha pagato 3,7 miliardi al Bureau per gli errori fatti nel calcolare i rimborsi dei clienti a fronte dei prestiti ricevuti dalla banca, dopo essere stata pizzicata pochi anni prima a fare altri abusi a danno dei clienti: i suoi impiegati infedeli avevano aperto due milioni di conti senza l’autorizzazione degli intestatari.
Qual è l’accusa al Consumer Financial Protection Bureau che ne giustificherebbe la chiusura? Krugman ne rintraccia il motivo nel Project 2025, il programma della organizzazione conservatrice Heritage Foundation’s orientato a espandere il potere presidenziale. Lì si legge che il CFPB è un meccanismo ricattatorio per estorcere fondi da destinare al mondo non profit di sinistra. Tutto questo senza offrire alcuna prova dell’accusa.
La ragione per cancellare l’agenzia è un’altra, osserva Krugman: i predatori finanziari, ora, sono al governo e lo supportano. E hanno bisogno di avere il campo libero da inutili ostacoli, come qualcuno che si interponga a difesa dei consumatori.