30 marzo alle ore 17.00 in streaming sul canale YouTube di XTB 
Banche Centrali tra conflitti e inflazione: quale difesa per gli investitori? 

Riceviamo dal professor Lorenzo Codogno, e volentieri pubblichiamo, una anticipazione del suo intervento alla Masterclass: lo schock sui mercati, gli effetti sull'economia 

Lorenzo Codogno, LC-Macro Advisor e London School of Economics, e Walid Koudmani, Chief Market Analyst XTB parleranno durante la Masterclass “Banche Centrali tra conflitti e inflazione: quale difesa per gli investitori”, organizzata da XTB, leader globale negli investimenti finanziari online, che si terrà mercoledì 30 marzo alle ore 17.00 in streaming sul canale YouTube di XTB 

Lorenzo Codogno

Un altro shock di dimensioni globali ha colpito l’economia, dopo la crisi pandemica e la grande crisi finanziaria del 2008-09, a cui ha fatto seguito in Europa quella dei debiti sovrani. Le economie mondiali, e soprattutto quelle europee, erano ancora in una fase di convalescenza prima del conflitto e quindi la nuova crisi rischia di amplificare o invertire le tendenze e i cambiamenti in atto. Il rialzo dei prezzi energetici e di alcune altre materie prime sarà prolungato, porterà l’inflazione ancora più in alto e ridurrà la crescita economica. Nei prossimi mesi l’economia italiana sarà vicina ad una fase recessiva.

L’invasione dell’Ucraina porterà danni per l’economia mondiale che si protrarranno nel tempo. Comunque vadano le cose in quel paese, ed escludendo gli scenari estremi di terza guerra mondiale o di cambio di regime a Mosca, il riorientamento dell’economia occidentale verso la sicurezza energetica e militare produrrà profondi cambiamenti. Lo shock sulle ragioni di scambio sarà significativo e porterà ad un impoverimento di famiglie ed imprese. Ci saranno meno quattrini per tutto il resto, in un momento in cui l’economia europea stava faticosamente affrancandosi dagli effetti della pandemia. 

Molti istituti di ricerca hanno sospeso la pubblicazione delle loro previsioni (OCSE) o presentato vari scenari (BCE). In questa incertezza come orientarsi per gli investimenti?

In primis, tutte le attività finanziarie, dall’azionario, all’obbligazionario, ai prodotti di credito, vengono da un periodo prolungato di performance positive (se si trascura la parentesi pandemica) che difficilmente potranno essere ripetute in futuro. Basta un aumento dei tassi nel paese guida dell’economia mondiale per diminuire il valore attuale dei flussi di cassa futuri sia dal lato del numeratore che in quello del denominatore. L’aumento dell’incertezza, e l’indebolimento della domanda faranno il resto. E il rischio è che si vada anche verso turbolenze valutarie. 

Se la pandemia è stato uno shock asimmetrico per l’economia mondiale, il conflitto in Ucraina lo sarà ancor di più. Alcuni paesi sono particolarmente esposti all’approvvigionamento di energia e prodotti agricoli dalla Russia, in particolare i paesi dell’Est Europa. Ma quelli che soffriranno di più saranno i paesi a basso reddito che importano la maggior parte dell’energia e dei prodotti agricoli.

La primavera araba nacque da proteste sul caro pane, e le proteste dei gilet jaune in Francia dall’aumento dei carburanti. Le conseguenze per le fasce più deboli della popolazione, se non controbilanciate dalla politica di bilancio, potrebbero portare a disordini sociali. Anche questo potrebbe contribuire ad un riorientamento della domanda, delle priorità di policy, con conseguenze differenziate per le prospettive economiche di paesi e settori industriali. 

Il venir meno di offerta di metalli, gas inerti e fertilizzanti potrebbero avere conseguenze difficilmente prevedibili sulla catena del valore internazionale, con possibili disfunzioni su alcune linee di produzione. 

Da ultimo, neppure il Covid era riuscito ad invertire il progressivo processo di apertura dei mercati internazionali, anche se dal 2008 la globalizzazione si era di fatto fermata. Il rischio di frammentazione, protezionismo, redirezionamento del commercio internazionale lungo dimensioni geopolitiche, potrebbe invertire la globalizzazione con conseguenze permanenti per la crescita potenziale.

Una nota positiva? Il cambiamento porta sempre opportunità, per gli investimenti e per l’innovazione. La transizione climatica potrebbe esperire una forte accelerazione. L’innovazione prodotta dalla carenza di materie prime e dalla revisione nelle catene del valore può portare a nuove opportunità di sviluppo. Ma questo sembra un miraggio lontano se guardato dalle attuali miserie della guerra.