Il cammino delle imprese italiane verso la sostenibilità è ancora ai primi passi. Ma secondo Deloitte un modo per accelerarlo c'è: nominare un manager responsabile
Convertire un’azienda in una realtà “sostenibile” è una missione che sta sviluppando nuovi profili professionali. Tra questi, si distingue il Responsabile della Sostenibilità, figura determinante per l’incremento delle iniziative riferibili alle politiche, comportamenti e attività responsabili che un’impresa o altro soggetto business adotta, sia al suo interno che all’esterno, in favore del contesto sociale e ambientale. Contribuisce inoltre alla diminuzione delle attività socialmente irresponsabili ed al raggiungimento dei budget aziendali.
Nonostante ciò ad oggi in Italia solo il 7% delle imprese ha un Responsabile della Sostenibilità ed uno striminzito 3% ha concretizzato un Piano di Sostenibilità, un altro 3% ha in previsione di introdurlo mentre un 10% circa sta valutando tale possibilità.
Ad ogni modo, in prospettiva l’implementazione di un piano di sostenibilità pare destinata a diventare sempre più frequente e integrata nel business plan aziendale. È quanto emerge da un’indagine promossa da Deloitte sul ruolo del Manager della Sostenibilità, che ha esaminato il tema della sostenibilità all’interno delle aziende e l’introduzione della figura del Responsabile della Sostenibilità.
Per stimare i benefici in modo oggettivo è indispensabile sviluppare una serie di indicatori (KPI) che misurino l’impatto effettivo dentro e fuori l’ambito aziendale. Ad oggi l’utilizzo dei KPI appare ancora poco diffuso; li utilizzano quattro aziende su dieci mentre 3 su dieci prevedono di implementarlo e due su dieci stanno valutando la possibilità di farlo. D’altra parte la sostenibilità nelle aziende rappresenta un vantaggio competitivo proprio perché migliora l’immagine e la reputazione aziendale, rendendola più attrattiva, credibile e qualificata sul mercato attuale che, come risaputo, sta dando molta importanza al benessere del pianeta e delle persone.
È necessario quindi rivedere i rapporti con dipendenti, manager, componenti del board direttivo, clienti e consumatori e rinnovare i prodotti e servizi offerti per creare valore. Per comprovare il percorso di sostenibilità intrapreso dall’azienda è dunque decisivo divulgare regolarmente informazioni circa l’impatto ambientale e socio-economico.
Uno strumento utile ad attestare le azioni promosse dall’impresa è il bilancio di sostenibilità , uno strumento che in Italia oggi è adottato soltanto dal 10% delle aziende. Oltre al bilancio di sostenibilità, anche le attività di rendicontazione e comunicazione sulla sostenibilità sono ancora appannaggio di una minoranza, pari a un decimo delle imprese.
L’indagine prosegue analizzando gli investimenti, purtroppo ancora limitati nel nostro Paese. Solo 1/5 delle imprese effettua investimenti in ambito sostenibilità, un dato che sale a 1/3 tra le realtà che hanno registrato una crescita di fatturato nell’ultimo anno. Analizzando gli ambiti di destinazione degli investimenti, al primo posto troviamo l’integrazione di tecnologie sostenibili, seguita da progetti di sostenibilità interna all’azienda e dall’innovazione di prodotti e servizi.
Lo sviluppo di partnership strategiche con altre aziende è considerata importante soprattutto per le realtà di minori dimensioni, che di solito non hanno le risorse e la preparazione indispensabili per sviluppare in autonomia strategie per migliorare la propria sostenibilità. Le realtà che prevedono un Responsabile per la sostenibilità mostrano un approccio più completo alla sostenibilità rispetto alla media: il Piano di sostenibilità passa dal 3% ad oltre il 70% tra le aziende che hanno un Responsabile per la sostenibilità, mentre il ricorso ai Kpi raggiunge il 60%, registrando un aumento del 20% rispetto alla media.