Avvocato, è partner di Gentili & Partners. Svolge attività di consulenza a favore di imprese di investimento, SGR, banche e società fiduciarie, nonché family office e club deal. Presta anche assistenza in tema di corporate governance e di segreteria societaria (anche svolgendo le attività di segretario), a favore di primari enti finanziari. In passato si è occupata anche di operazioni di cartolarizzazione e di modelli 231. È autrice di numerosi articoli e del libro “I gestori del risparmio: regole essenziali” – Bancaria Editrice.
La normativa vigente individua due tipologie di comitati endo-consiliari, i comitati con funzioni esecutive e i comitati con funzioni istruttorie-consultive-propositive. Soltanto i primi trovano disciplina nel Codice Civile, all’articolo 2381, che stabilisce che il consiglio di amministrazione può delegare proprie attribuzioni a un comitato esecutivo composto da alcuni dei suoi componenti. I secondi, invece, sono organi che, sempre all’interno del consiglio di amministrazione, non hanno compiti esecutivi/gestori e non limitano i poteri decisionali e la responsabilità dell’organo aziendale all’interno del quale sono creati, venendo istituiti al solo fine di facilitare e coadiuvare i lavori dello stesso organo, incrementandone l’efficienza e l’efficacia. Un particolare ruolo di impulso in riferimento ai comitati istruttori-consultivi-propositivi è stato svolto da Borsa Italiana, con il Codice di Autodisciplina, a cui hanno poi fatto seguito le disposizioni nazionali inerenti la corporate governance delle banche, oltre che quelle in materia di organizzazione e procedure degli intermediari finanziari.
Negli ultimi anni, per effetto delle innovazioni tecnologiche, il settore finanziario è stato interessato da grandi trasformazioni di scenario con l’ingresso nel mercato di nuovi attori. In questo contesto, la competitività degli intermediari capaci di adattarsi ai repentini cambiamenti del mercato, passa attraverso il ruolo strategicamente rilevante della governance. Un buon sistema di governo societario ed efficaci assetti organizzativi costituiscono una condizione essenziale per il perseguimento degli obiettivi aziendali. In particolare, l’attenzione è posta sulla figura del Consigliere indipendente, un soggetto esperto, dinamico e slegato dalla gestione vera e propria della società, che partecipa allo sviluppo delle strategie. Tuttavia, occorre definire meglio i ruoli e i compiti da assegnare a questa figura laddove si tratta di un istituto che, non avendo dei veri e propri fondamenti nel nostro ordinamento societario, in quanto di derivazione anglosassone, non è contemplato dal Codice Civile nazionale.