Elementi che concorrono alla composizione del patrimonio di un soggetto economico.Il conseguimento dello scopo aziendale si realizza non solo attraverso il ricorso a energie umane, ma anche con l’impiego di beni, che costituiscono il capitale o patrimonio dell’azienda.
Dal punto di vista giuridico, il patrimonio si definisce come un “complesso di rapporti: diritti e obblighi (quindi elementi variabili, attivi, anche di futura realizzazione, e passivi), che fanno capo ad un dato soggetto e sono fra loro collegati”. Dal punto di vista dell’economia aziendale, la “futura realizzazione” va circoscritta a quei fatti che, pur essendo di pertinenza economica di un dato periodo amministrativo, troveranno manifestazione finanziaria in un successivo esercizio.
Due circostanze accomunano la definizione giuridica a quella economica: la destinazione del patrimonio ad uno scopo, destinazione che nel caso delle imprese è il profitto; la ripartizione, in attivi e passivi, dei componenti del capitale.
Gli elementi attivi vengono denominati “attività patrimoniali”. Esse, nelle rappresentazioni contabili, sono iscritte nella sezione di sinistra e, a loro volta, vengono sottoposte a classificazioni di vario tipo. Quella più importante divide i componenti attivi del patrimonio in finanziari ed economici. I primi si riferiscono a poste il cui valore è direttamente quantificabile: cassa, cambiali attive, crediti verso i clienti, ratei attivi e così via.
I secondi riguardano invece, le attività tecniche produttive: fabbricati, impianti, macchinari, mobili, spese d’impianto, brevetti, rimanenze di materie e di prodotti, risconti attivi e via dicendo. In questo caso, si tratta di elementi fra loro eterogenei, la determinazione del cui valore richiede una specifica valutazione. Durante la gestione, infatti, essi subiscono dei processi di usura fisica e di superamento tecnico (obsolescenza).